Quinta giornata
Dalle monarchie assolute allo stato
contemporaneo - Roberto Crosio,
Margherita Isola
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DISTILLAZIONE DELLA QUINTA GIORNATA: DALLE MONARCHIE ASSOLUTE ALLO STATO CONTEMPORANEO.
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Categorie funzionali di tipo giuridico. ( attualizzazione sincronica ) |
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Eventi nodo |
Fenomeni |
Tipologie di statualità |
Territorialità |
Economia
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Società |
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Fino al XVI secolo |
Privilegi di corporazioni, ordini, Stati, ceti |
Stato dei ceti |
Autonomie giurisdizionali |
Commerciale, mercantile, neofeudale |
Ordini, Nobiltà, stati, ceti |
Organismi sociali separatiPoteri occulti
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XVI secolo |
Centralizzazione Sovrano sciolto da vincoli
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Monarchia assoluta |
Primi stati nazionali |
Controllo statale sull’economia |
I tre stati: Nobiltà Clero Borghesia
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Sovranità stataleBurocrazia Controllo periferico |
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XVII secolo |
Contrattualismo |
Monarchia costituzionale
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Stati nazionali |
Liberismo / Protezionismo Fisiocrazia |
Nuovo ceto emergente. Borghesia |
Costituzionalismo
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XVIII secoloRivoluzione americana e francese |
Stato di diritto |
Monarchie illuminate Repubblica francese |
Stati nazionali |
Abolizione dei diritti feudali |
Borghesia |
Diritti civili e politici
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XIX secolo |
Costituzioni ottriate Liberalismo |
Monarchie parlamentari |
Monarchie nazionali |
Rivoluzione industriale Liberismo |
Borghesia |
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XX secolo |
Totalitarismo |
Fascismo, nazismo, stalinismo |
Nazionalismo |
Protezionismo Statalismo Corporativismo |
Interclassismo corporativo |
Antifascismo
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Secondo dopoguerra |
Sovranità popolare
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Repubbliche democratiche |
Difesa del territorio |
Pianificazione, progettazione economica |
Mobilità sociale |
Suffragio universale
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• Lo stato dei ceti
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¨ Con il passare del tempo il peso politico delle città diminuisce a favore del principe. Questi procede gradualmente alla creazione di un nuovo sistema di governo che porta alla nascita degli stati nazionali e delle monarchie assolute, dotate di un potere maggiormente accentrato, di eserciti e di personale amministrativo più efficienti.
¨ Dal punto di vista territoriale, alla fine del XV secolo, si completa l’ aggregazione dell’ area nazionale in Francia, Spagna, e Inghilterra, portando a compimento antichi conflitti giurisdizionali tra la nobiltà feudale ed il sovrano oppure completando la liberazione dello Stato occupato da popolazioni esterne ( Arabi in Spagna )
¨ In Italia si vanno stabilizzando invece gli stati regionali, che si basano sulla polarizzazione regionale del potere attorno a grandi famiglie signorili, che dominano su macroregioni ( Visconti, Sforza, Medici ).
¨ Dal punto di vista politico il principe scavalca il controllo dei corpi cetuali e tende ad esercitare un comando non determinato o disciplinato da altra legge al di fuori dei suoi poteri discrezionali. “Assoluta” ( da ab-solutus = sciolto, libero ) è quella monarchia che si sente priva di ogni vincolo giurisdizionale.
¨ Il re continuava ad essere il signore di vasti possedimenti che gli consentono di mantenere la propria cerchia domestica di collaboratori e di finanziare la propria politica.
¨ Nello stesso tempo egli comincia a considerarsi il titolare di una carica pubblica nata da un «patto di dominio» con i ceti sociali rappresentati negli Stati generali, con cui collabora o si scontra.
¨ Questo difficile rapporto si riproduce soprattutto quando i proventi dei possedimenti del principe si rivelavano insufficienti per far fronte agli impegni e per finanziare le sue imprese militari. In tal caso egli si rivolge ai feudatari e alle città per avere il consenso ad attingere a nuove risorse economiche, su cui non ha alcun potere diretto; tale richiesta viene accolta o respinta attraverso gli Stati generali.
¨ Col passare del tempo si va formando un apparato amministrativo legato alla corona.
¨ I più stretti collaboratori dei «principe», fidati e quasi sempre ricompensati con benefici di tipo feudale, si trovano nei confronti del sovrano nella posizione di dipendenti e in condizioni d'inferiorità.
¨ All'interno di questo personale si possono distinguere tre categorie: gli ecclesiastici, i legisti di formazione universitaria e i nobili che cercano di far carriera a corte. Tutti operano in base a cariche e deleghe espressamente ricevute dal principe e collaborano con lui nelle attività di governo.
¨ Lo stato assoluto francese trova il suo perno nel re, che accentra su di sé tutti i poteri, per cui viene meno ogni forma di collaborazione con gli Stati generali, che non vennero più convocati dal 1614 al 1789 e furono così messi nell'impossibilità di svolgere un effettivo ruolo politico.
¨ Luigi XIV ( 1661-1715 ). Il governo è ormai esclusivamente nelle mani del monarca che fa risplendere anche la propria grandezza esteriore servendosi della corte, ampliata nelle dimensioni e nel fulgore.
¨ La corte del monarca non era più la cerchia ristretta di parenti, collaboratori e aiutanti prediletti, ma un mondo ampio e complesso minuziosamente regolato da norme precise, un palcoscenico su cui si esibiva continuamente la persona del principe più che mai personaggio «pubblico». Il re di Francia mangiava, si coricava, si svegliava e faceva toeletta in pubblico; la vita di corte, l'ambiente fisico, il modo di vestirsi e di atteggiarsi dei cortigiani servivano ad aggiungere splendore al sovrano; nello stesso tempo gli intrighi, lo spionaggio, il pettegolezzo, le calunnie, le instabili alleanze fra cortigiani servivano a tenere impegnata la nobiltà evitando possibili congiure contro il sovrano, il quale regnava non per mezzo della corte, ma dalla corte che diventava l'espressione concreta del suo dominio.
¨ Intorno al principe, per aiutarlo ad esercitare il suo potere personale, vi erano dei consigli di governo, composti da pochi membri legati da obbedienza e fedeltà; costoro lo assistevano nella formazione delle sue decisioni e rispondevano a lui delle loro esecuzioni.
¨ Questo sistema di governo culminava in un ristretto numero di ministri che portavano titoli diversi e che venivano scelti e nominati personalmente dal re; il sistema si ramificava infine in agenti minori costituiti da ufficiali dell'esercito e della marina, da coloro che dirigevano i lavori pubblici e dagli intendenti che avevano il compito di controllare l'andamento delle attività amministrative a livello locale.
¨ I funzionari che occupano queste cariche erano di origine borghese o basso-nobiliare o erano giuristi di formazione universitaria. Era loro interesse svolgere i rispettivi incarichi in maniera da rivalersi di una nascita non sufficientemente nobile, in modo da accrescere un patrimonio familiare inadeguato. Ciò li spingeva ad agire con zelo, nutrendo spesso ostilità nei confronti delle classi privilegiate soprattutto di origine feudale.
¨ L'attività legislativa svolta dai sovrano assoluto introdusse il principio dello stato come fonte del diritto e della generalità ed uniformità della legge su tutto il territorio statale. Si trattava di princìpi di portata rivoluzionaria che avrebbero inciso in futuro sulla concezione dello stato contemporaneo.
¨ Tuttavia i sovrani, mentre si proponevano come fonte di diritto, non si consideravano essi stessi vincolati dal diritto (lo stesso termine «assolutismo» deriva dall'espressione legibus solutus: la legge, in quanto prodotta dal potere del sovrano, non può impegnare né limitare il suo stesso potere).
¨ Il principe pertanto fa del diritto uno strumento flessibile e modificabile a suo piacimento; questo collocarsi al di sopra della legge conferiva al sovrano proporzioni sovrumane, per cui egli diventava il simbolo di un potere assai maggiore del re medesimo.
¨ Nella Prussia del '700 il sovrano non regna dalla corte, ma al centro di un vasto sistema di organi pubblici impegnati in attività amministrative continuative, sistematiche, ramificate sul territorio statale e scrupolosamente regolate da norme.
¨ Struttura essenziale del sistema diventa pertanto il diritto pubblico, per cui i componenti dello stato non operano direttamente su commissione del principe, né sono esecutori diretti del suo personale comando, ma piuttosto agiscono sotto la direzione e il controllo di un insieme di norme giuridiche che sono alla base del potere politico-amministrativo, norme che precisano funzioni e competenze di ciascun organo statale, fornendo direttive precise per formare le decisioni e per renderle esecutive.
¨ I funzionari sono nominati in base ad una specifica preparazione che li rende capaci di svolgere determinati compiti. I posti non sono dunque ereditari ( come in Francia ), non è concesso al personale amministrativo di giovarsi dei proventi derivanti da un dato ufficio, ma essi sono remunerati in maniera fissa.
¨
La legge regola i poteri di comando, la
disciplina e la supervisione a cui sono soggetti i funzionari. Si
cercava insomma di far funzionare lo stato come uno strumento del suo
stesso diritto, salvaguardando però il principio che la legge non vincola
il sovrano che la produce.
¨
L’Inghilterra nel XIII secolo fu attraversata da
una serie di crisi che rischiarono di sconvolgere l’unità del regno. A
salvarlo furono le solide strutture amministrative create dai re
normanni e da Enrico II
: “curia regis”, suddivisa in sezioni
specializzate per la giustizia e per le finanze ( “ Scacchiere ” ),con
gli “sceriffi”, sorta di funzionari amovibili che
sorvegliavano l’aristocrazia ed amministravano le contee,
coscrizione di massa, controllo sul clero di Inghilterra ( costituzione
di Clarendon ).
¨
La Magna Charta libertatum ( 1215 ).
Giovanni senza Terra
dopo la sconfitta di Bouvines contro Federico II era stato costretto ad
aumentare la pressione fiscale. Nel 1215 una coalizione di baroni,
prelati e borghesi lo costrinse a sottoscrivere la
Magna Charta libertatum.
Con essa il Re confermava le libertà dell’aristocrazia inglese, delle
chiese e dei comuni di fronte al sovrano, prometteva di far osservare
la giustizia ai suoi funzionari e di accordare riparazioni per i soprusi
commessi. Soprattutto riconosceva che il
pagamento dei sussidi e delle imposte fosse subordinato al “comune
consenso del regno” rappresentato da un’assemblea di baroni e prelati.
In tal modo limitava l’autorità del re a profitto dei privilegi delle
chiese e dell’aristocrazia, di cui intendeva conservare l’autonomia.
¨
Stabilendo con precisione i limiti
dell’arbitrio regio, la Charta sottopone la volontà regia da allora in
poi al consenso e alla collaborazione dei corpi rappresentativi ed apre la
strada a futuri sviluppi costituzionali della Monarchia inglese.
¨
Nella seconda metà del XVII secolo la
Magna Charta fu utilizzata per le rivendicazioni parlamentari
dell’opposizione nei confronti degli
Stuart, i sovrani in
carica.
¨
La Chiesa di Roma qualificò la Charta come “un
accordo vile, vergognoso, illecito ed iniquo”, lo condannò e sotto pena di
scomunica vietò “al Re di osservarlo e ai Baroni e ai loro complici di
esigerne l’applicazione “ .
¨ La Corte del Re era al centro della vita politica inglese. Il Re era circondato da un proprio “Concilium” che si trasformava in “Gran Consiglio” o Parlamento e che costituiva il supremo organo giudiziario del regno. Tale parlamento costituì il nucleo originario dell’attuale Camera dei Lord, che svolse, diversamente da quanto accadeva in Francia, un preciso ruolo politico.
¨ Dopo la metà del XIII secolo, la grande aristocrazia impose al re le provisions of Oxford ( garanzie di Oxford ) con le quali i poteri del governo furono trasmessi ad una serie di commissioni dell’alta nobiltà che controllavano l’amministrazione statale. Fra queste furono inseriti anche elementi della nobiltà inferiore ( gentry) e della borghesia. Sorse così il primo nucleo di quella che sarà la Camera dei Comuni, l’altro ramo del Parlamento britannico.
¨ Le trasformazioni più importanti della monarchia inglese avvengono nel corso del XVII secolo, quando dopo la morte di Elisabetta I, inizia una lunga fase di contrasti tra la corona e il Parlamento, che culminerà- dopo una breve fase repubblicana - con la nascita della prima monarchia costituzionale europea sanzionata dalla Dichiarazione dei diritti del 1689 .
¨ Fra le leggi approvate è fondamentale l’Habeas corpus che tutela i sudditi e gli avversari politici del governo dagli arbitri della magistratura. Le ragioni dell’arresto devono infatti essere notificate per iscritto entro 24 ore dal fermo. Viene inoltre prevista la libertà provvisoria dietro versamento di una cauzione ed entro 20 giorni dall’arresto la persona dell’imputato deve essere giudicata con un regolare processo.
¨ In base alla Dichiarazione dei diritti il sovrano inglese si impegna a rispettare le leggi fondamentali del Paese, di cui Parlamento è garante ( ad esempio non può imporre arbitrariamente tributi, condannare senza processo gli avversari politici, esercitare l’intolleranza religiosa, sottomettere la magistratura….).
¨ Tuttavia la corona non è ancora obbligata ad affidare i compiti di governo a ministri che godano della fiducia della Camera dei Comuni, i cui membri sono eletti e non nominati per diritto di nascita. Il regime inglese alla fine del 1600 è senza dubbio costituzionale, ma non ancora parlamentare.
¨ Con la rivoluzione inglese del 1600 nascono i due grandi partiti dei whigs ( sostenitore del Parlamento ) e dei tories ( conservatori, sostenitori dei lords, del clero anglicano e della corona ).
Parole-chiaveCostituzionalismo: E’ quell’insieme di teorie che definiscono l’assetto istituzionale degli Stati le cui norme garantiscono la libertà dei cittadini e la divisione dei poteri. Governo costituzionale: Si ha in quello stato all’interno del quale l’autorità di governo è limitata dal diritto. Nessuna autorità può sottrarsi ai limiti imposti dalla legge. Stato di diritto. Significa sovranità della legge e separazione dei poteri dello Stato. Si attuerà in modo significativo solo dopo la Rivoluzione francese, anche se la monarchia costituzionale inglese lo prefigura.
Governo parlamentare. Il governo è basato non più sulla
fiducia accordata dal sovrano, ma su quella accordata dagli
organismi rappresentativi dello Stato ( Camera dei Comuni,
Parlamento ). Nello Stato parlamentare vengono valorizzate le
libertà politiche dei cittadini oltre a quelle civili. Sono gli
esponenti del partito ( o dello schieramento politico ) che ha la
maggioranza nelle camere elettive a concedere la fiducia al governo,
limitando progressivamente l’autorità del sovrano e dei suoi privati
consiglieri. |
¨ Alcuni ceti, come il clero e la nobiltà, restano privilegiati all’interno delle società di corte e attraverso i loro corpi separati tentano di mantenere tali privilegi a lungo inalterati.
¨ E ciò anche quando alcuni sovrani “illuminati” intervengono drasticamente per svecchiare la società civile, esautorando parte del potere della Chiesa e tentando di tassare le proprietà nobiliari. Solo intaccando infatti tali privilegi, i sovrani comprendono che avrebbero potuto salvare i loro stati economicamente dissestati o comunque non sufficientemente produttivi.
¨ Già nel corso del Seicento si erano affermate due forme di pensiero politico destinate ad essere le basi per la riaffermazione dei diritti della società civile settecentesca e soprattutto ottocentesca: esse erano il giusnaturalismo ed il contrattualismo.
Parole-chiaveGiusnaturalismo. Si definisce così la teoria del diritto naturale dell’uomo, come si è configurata nel XVII e XVIII secolo. Per diritto naturale o legge di natura si intende la norma non scritta, anteriore e superiore ad ogni norma giuridica positiva ( posta dall’uomo o dallo stato ). I principali diritti naturali sono il diritto alla vita, alla libertà personale, all’incolumità, alla libertà religiosa, alla proprietà…. L’autorità regia non appare più giustificata da un’investitura divina ma è legata al preciso compito di difendere i diritti naturali dei sudditi. Contrattualismo. La società e lo Stato si reggono su un patto o contratto che gli uomini stringono fra di loro e in base al quale investono di potere un’autorità che ha il compito di organizzare la vita pubblica, attraverso la formulazione di norme ( leggi ), che tutti devono rispettare. La libertà civile si regge appunto sul reciproco rispetto delle leggi che riguarda i sudditi ma anche il sovrano che è ad esse vincolato. Se il sovrano viola per primo le leggi può essere deposto.
Contratto
sociale. Con questa metafora si definisce il momento storico in
cui l’uomo decide di rinunciare a parte della sua libertà naturale per
darsi delle norme (
leggi ), che gli consentano
di vivere pacificamente in comunità con i suoi simili.
Tale patto ha dato origine alla
società civile ed allo Stato. Il contrattualismo ricerca
la legittimità del potere e
della legge nel
consenso
comune, che unico può garantire
l’accettazione generalizzata delle norme. |
¨ Inoltre avanza la pretesa che la società civile abbia il diritto di inviare i suoi rappresentanti a dirigere la cosa pubblica. Sono questi i diritti politici che affermano la sovranità popolare.
Parola-chiave
¨
Sovranità popolare.
E’ il popolo ad orientare
le scelte dello Stato
esprimendo la sua volontà
attraverso le consultazioni elettorali, che designano i
rappresentanti e
definiscono le scelte
politiche comuni. Tale sovranità si manifesta secondo “le forme e i
limiti” che consentono di accertare la volontà dei cittadini:
all’interno del voto
liberamente espresso. |
¨ La “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” del 1789 afferma solennemente la validità dei diritti naturali dell’uomo. All’interno della Rivoluzione francese si affermano soprattutto gli ideali di libertà - individuale e collettiva - e di uguaglianza di fronte alla legge, che spingeranno la borghesia ed il popolo parigino a lottare uniti contro l’antico regime.
¨ In Francia si realizza in forma traumatica e più radicale ben più di quanto in Inghilterra, cento anni prima, si era già attuato con la nascita della monarchia costituzionale di Guglielmo III d’Orange. Si afferma il concetto di sovranità popolare.
¨ I principi di libertà ed uguaglianza costituiranno gli ideali ispiratori di tutte le lotte politiche e civili che nel XIX secolo porteranno alla nascita di alcune moderni stati nazionali, come il regno d’Italia.
¨ Con l’opera di Napoleone Bonaparte vengono propagati gli ideali della Rivoluzione Francese e si realizzano compiutamente alcune sue conquiste, stabilizzandole sul piano legislativo. Il Codice napoleonico ad esempio riconosce definitivamente il valore e l’intangibilità della proprietà privata confermando l’abolizione dei diritti feudali.
¨ Del resto è proprio l’imperialismo napoleonico a rianimare lo spirito di libertà dei popoli, alla ricerca di una loro identità nazionale.
• Verso lo stato contemporaneo ( secoli XIX e XX )
¨
Lo Stato contemporaneo fa suoi i principi
dell’uguaglianza di fronte alla legge, fonda la sua autorità sul
consenso dei governati e si regge su una costituzione scritta in
cui questi modi di essere vengono solennemente sanciti.
¨
La struttura statale diviene perciò meno
accentrata, il potere è sottratto all’arbitrio dei governanti e
distribuito tra i vari organi ( legislativo, esecutivo e giudiziario )
opportunamente bilanciati.
¨
Tuttavia per arrivare alla moderna struttura dello
Stato democratico fu necessario superare alcune limitazioni
sostanziali che caratterizzarono ancora nel XIX secolo la vita
istituzionale delle varie compagini statali.
-
Le costituzioni non erano
liberamente votate dai cittadini, ma concesse dai sovrani
( ottriate ), offerte per concessione del re ai sudditi, che
le avevano spesso strappate con sanguinose rivolte.
¨
Anche nel Piemonte sabaudo venne concessa una
costituzione ottriata: lo Statuto albertino del 1848
¨
In base a tale documento, sottoscritto dal sovrano
Carlo Alberto, solo il Parlamento era elettivo mentre il Senato era
di nomina regia. Così pure di nomina regia saranno sindaci
e prefetti quando lo
Statuto albertino si trasformerà in
Carta
costituzionale del nuovo Regno d’Italia nel 1861.
¨
Altro grave limite del costituzionalismo
ottocentesco fu il suffragio elettorale molto ristretto. In alcuni
Paesi come il nostro, negli anni ’60 solo il 2% della popolazione residente
aveva diritto di voto.
¨
Solo l’Inghilterra aveva precocemente
disposto una riforma elettorale nel 1832, rivedendo la distribuzione dei
seggi e dei collegi, in relazione alla nascita di numerosi centri
manifatturieri popolati dal nuovo proletariato operaio. Anche se
l’estensione del diritto di voto tardò ad attuarsi per tali classi sociali,
in questo Paese si posero comunque le basi per una più sistematica fruizione
dei diritti politici.
¨
Nel 1928 il suffragio elettorale in Inghilterra si
estese a tutte le donne di 21 anni, mentre in Italia il suffragio universale
maschile entrò in vigore nel 1913. Per quello femminile, occorrerà attendere
il referendum istituzionale del 1946.
¨ La nascita dei partiti, sul finire dell’Ottocento, rivitalizzò lentamente la vita parlamentare. In particolare i partiti di massa ( socialisti e cattolici ) definirono un po’ ovunque - in Europa e soprattutto in Italia - un quadro politico decisamente più complesso, rispetto agli schieramenti di notabili, che avevano segnato le fasi iniziali della vita politica del Regno d’Italia negli anni ’60 e ’70 dell’800.
¨
Una fase particolarmente drammatica della vita
dello Stato contemporaneo è data dalla parentesi dei regimi totalitari
( fascismo, nazismo e stalinismo ) che caratterizzano la storia
europea dagli anni Venti fino alla fine del secondo conflitto mondiale.
¨
Seppur con caratteristiche diverse essi si
distinguono per alcune comuni peculiarità: soppressione delle
libertà politiche e di opinione, abolizione di partiti e sindacati,
controllo ideologico, propaganda incessante, indottrinamento,
negazione della dialettica parlamentare, bellicismo imperialista, intervento
statale in economia, antisemitismo. ( vedi grafo
riaggregativo sul concetto di totalitarismo )
¨
Il periodo del secondo dopoguerra vede
risorgere nell’Europa occidentale e in Italia Stati liberal-democratici che
affermano nuovamente il valore delle libertà civili, favorendo la
rinascita dei partiti e assecondando il desiderio di un dibattito
politico sempre più allargato.
¨
Il popolo italiano sceglie, il 2 giugno
1946, la Repubblica come forma istituzionale di governo per il
suo futuro, rinnegando l’esperienza del fascismo ed implicitamente
riconoscendo le complicità della monarchia nell’adesione al regime.
¨
Tra le caratteristiche peculiari della nuova
realtà costituzionale della Repubblica italiana, troviamo l’attenzione per
il decentramento amministrativo, modo per potenziare le autonomie di
regioni e province.
¨
Inoltre la nostra come le altre costituzioni
europee è programmatica in quanto realizza lo Stato sociale.
In esso il potere pubblico si impegna ad assicurare ai cittadini il
massimo grado di benessere con interventi di tipo previdenziale e
assistenziale e con manovre economiche programmate, capaci di rendere
effettivi i diritti di uguaglianza che la Costituzione stabilisce, anche
nell’accesso alla ricchezza del Paese e nella perequazione economica fra le
varie classi.