Il
romanzo realista e la cultura ottocentesca Scienza, filosofia e letteratura nell'età del Positivismo. |
Nel primo trentennio
dell'Ottocento, mentre, dopo l'incisiva ma breve affermazione dei dominio di
Napoleone Bonaparte,
ovunque in Europa si tentavano di ripristinare secondo il principio di
legittimità fissato dal Congresso di Vienna le vecchie istituzioni e
le vecchie autorità di governo, alcuni filosofi promossero invece
un'analisi attenta della società loro contemporanea, individuandone le
contraddizioni e prefigurandone le possibilità di sviluppo secondo principi
di carattere liberale e democratico che in qualche misura si richiamavano
alle teorie dei più importanti esponenti dell'Illuminismo europeo, a
Locke e a
Montesquieu. Di
fronte al vigore che il pensiero conservatore aveva riacquistato in questi
anni si pensi soprattutto alle tesi di
Joseph de Maistre
sostenitore di un modello sociale analogo a quello medioevale
sorretto dalla fede e dalla credenza nei valori assoluti del potere regale e
dei papato, i nuovi pensatori proposero modalità completamente
differenti di rapporti sociali ed economici, e, sostenendo le proprie tesi
in funzione dello sviluppo tecnico e scientifico, analizzarono la
possibilità di una trasformazione sociale promossa senza alcuna brusca
frattura rivoluzionaria. Essi riconobbero infatti il valore precipuo
della Rivoluzione francese come evento che aveva determinato una drastica
rottura fra passato e presente e che aveva sancito la fine di
un'organizzazione sociale ed economica che ancora per larga parte delle
modalità di comportamento individuale e collettivo e dei livelli della
produttività economica e culturale sollecitò gli intellettuali di quest' età
a rivolgersi alla scienza che con le sue nuove scoperte e con le sue
nuove elaborazioni teoriche sembrava in grado di offrire all'uomo validi criteri per un saldo dominio della realtà. Tra i filosofi che maggiormente recepirono la teoria darwiniana fu l'inglese Herbert Speneer (1820 - 1903), a procedere, sulla scorta anche delle precedenti riflessioni di Hobbes e di Stuart Mill, ad una rielaborazione sistematica dei principi evoluzionistici. Questi divennero i criteri fondamentali dell'indagine filosofica; e quei principi generali ( indistruttibilità della materia, continuità del movimento, persistenza della forza ) che la scienza aveva individuato, dovevano anche regolare l'analisi condotta dalla filosofia. Tuttavia compito specifico di quest' ultima è quello di pervenire alla definizione delle leggi del complesso, dall'omogeneo all'eterogeneo, dall' incoerente al coerente, dall'uniforme al multiforme. L'applicazione di queste tesi nel campo della psicologia e dell'etica individuale e nel campo sociale lo indusse a sottolineare, come era stato per Comte, uno sviluppo graduale delle facoltà umane e delle trasformazioni sociali, ma anche ad accentuare il carattere di vivente organicità dell'intero corpo della società e dei modi in cui esso si esprimeva nelle diverse forme di produzione economica e culturale.
Alla definizione della
specificità del fatto letterario
secondo la teoria positivista diedero il più rilevante contributo un
filosofo e critico francese
Hyppolite Taine (1828-1893), e uno scrittore,
Emile Zola. |
Caratteri e strutture espressive del romanzo realista e lento passaggio al
naturalismo. |
L'evoluzione del romanzo
europeo nel XIX secolo si legò strettamente all'affermarsi del Positivismo e
se il successo della forma romanzesca, fino agli ultimi decenni del secolo,
sembrò relegare la poesia in secondo piano, fu proprio per la sua maggiore
duttilità e funzionalità rispetto agli scopi di oggettiva descrizione del
reale che gradualmente i letterati si prefissero e che sfociò in tutta
l'Europa, nell'affermarsi del Realismo e della sua variante
scientifica, il Naturalismo.
· Esso
portò gradualmente alla scomparsa
dell'autore onnisciente, soprattutto quando gli intenti del
narratore non erano marcatamente moralistici
Il personaggio presuppone: |
La
scoperta della realtà sociale: nuovi canoni espressivi. |
Inghilterra In Inghilterra, dove pure era esistita una tradizione realistica anteriore a quella francese, il romanzo non si evolvette mai verso forme marcatamente naturalistiche, poiché la coscienza degli squilibri sociali venne sempre mediata dal moralismo conciliante e dall'utilitarismo che poi trionfarono definitivamente nella seconda metà del secolo, nel periodo più florido dell’epoca vittoriana.Il più famoso autore del tempo fu Charles Dickens ( 1812 – 1870 ) che scrisse il Il circolo Pickwick, David Copperfíeld, Oliver Twist, La piccola Dorrit, Tempi difficili, Bleak House e molti altri fortunati romanzi. li suo tema prediletto, la rappresentazione della brutalità del sistema nei confronti dei più deboli ( i bambini, i poveri, le vittime di una giustizia iniqua e dello sfruttamento) parrebbe situarlo fra gli scrittori progressisti, ma nel complesso egli non andò mai oltre un atto di accusa che poi si risolve, paternalisticamente, in una riconciliazione finale dove i cattivi vengono puniti e i buoni ottengono il premio delle loro sofferenze passate, purché non si siano mai abbandonati ad un ribellismo pericoloso e abbiano invece sopportato pazientemente ogni avversità e ingiustizia senza mai derogare da solidi principi morali.
Dopo la metà del secolo, per l'ottimismo che si diffuse e dominò nel periodo víttoriano, la problematica sociale venne per lo più relegata in secondo piano, mentre continuò a dominare incontrastata un'impostazione morale che si ritrova anche nei romanzi di William Makepeace Thackeray ( 1811-1863) come La fiera delle vanità e Barry Lyndon il cui interesse centrale è il conflitto fra realtà e apparenza nel comportamento umano. Egli, pur situando le sue vicende in un ampio sfondo storico sociale, concentra l'analisi quasi esclusivamente sull'alta borghesia.
Con
George Eliot (1819
-1880) il realismo inglese assunse una più profonda dignità, almeno per
quanto riguarda la coscienza della funzione intellettuale e ideologica
dell'artista. Nelle sue opere ( Il mulino sulla Floss,
Silas Marner, Middlemarch, Daniel Deronda) si n'trova non solo il
realismo descrittivo, ma i
personaggi sono per la prima volta
inseriti in un contesto economico che appare determinante
per la loro evoluzione psicologica. Era quest'ultima ad interessare
in particolare l'autrice che rivela una notevole finezza di analisi,
anche se, ancora una volta, ella si rivolge quasi esclusivamente ad
indagare dilemmi di natura morale e di portata universale e a mettere in
scena la disparità fra valori reali e valori fittizi. Germania
Del tutto particolare fu l'evoluzione del romanzo in Germania,
dove, dopo lo scioglimento, in seguito alla delusione del 1848, del
gruppo degli scrittori della Giovane Germania costituitosi
negli anni Trenta intorno ad un progetto di letteratura sociale ed
impegnata, si aprì - un lungo periodo di stasi, anche se non
mancarono del tutto narratori di un certo rilievo come
Adalbert Stifter
(1805 - 1868) e soprattutto Theodore Fontane
(1819-1898), autore di
Errori e turbamenti e di Effi Briest , che sono i romanzi più
vicini al realismo moderno. Per il resto, l'esperienza realistica
fu pressoché inesistente e l'attenzione al presente e alla quotidianità si
sviluppò solo alla fine del secolo, per lo più nelle forme grottesche ed
esasperate dell'espressionismo. Russia Straordinaria fu invece la fioritura realistica in Russia, paese tradizionalmente separato dal resto d’Europa per l'arretratezza della sua organizzazione politica: il romanzo divenne la forma privilegiata per dar voce allo scontento di un ceto intellettuale ansioso di rinnovamento, che si andava ampliando e manifestava, nel suo complesso, un atteggiamento progressista e socialmente impegnato. Praticamente fino alla fine dell'Ottocento il nodo centrale intorno al quale si confrontarono i letterati russi fu il conflitto fra libertà e legge nel quale confluivano motivi illuministici (desunti soprattutto da J.J. Rousseau), romantici e positivistici dando forma ad un'originale concezione estetica non pienamente riconducibile ad alcuno dei movimenti sviluppatisi nel resto d’Europa. In tale conflitto si rifletté la contrapposizione fra un individuo - l'intellettuale - ormai partecipe delle istanze progressiste autoctone e straniere, e i residui dì un ordinamento statale ancora quasi feudale, nel quale la minaccia alla libertà del singolo non veniva dall'impersonale ed inarrestabile meccanismo produttivo, ma dal permanere di una gerarchia rigida, di un potere e forme di controllo rimaste pressoché inalterate da secoli, di una tradizione dalla quale sembrava impossibile affrancarsi. L'autore forse più significativo del realismo russo è Lev Tolstoj ( Guerra e pace, Anna Karenina, Resurrezione ) Francia
Fu
Honoré de Balzac a
determinare, con una vera e propria rivoluzione letteraria, l'affermarsi del
romanzo realista ottocentesco nella sua forma già compiuta. Non mancavano in
Francia, intorno agli anni Trenta, altri potenti narratori, fra i quali
Victor Hugo e
Henry Beyle
(Stendhal). Ma nel vasto
affresco dei Miserabili l'imponente descrizione storica della
Francia della restaurazione e l'attenzione alla realtà sociale fanno
solo da contrappunto alla vicenda umana di Jean Valjean, l'ex -
forzato che si riscatta, riuscendo a far trionfare la propria volontà sugli
eventi, ed è dunque la visione etica, piuttosto che l'interesse
sociologico, pur esistente, a strutturare la vicenda. L'analogia istituita dallo stesso Balzac fra letteratura e biologia, d'altra parte, orientò una poetica che portava in primo piano la nuova concezione organica dell'individuo, punto di incontro di influssi diversi che gli derivavano dalla propria storia personale, dall'ambiente in cui viveva e dalla sua intima disposizione morale : ne derivò, forse per la prima volta, un figura realmente complessa, dotata di una profondità psicologica che l'autore si proponeva di indagare, così che alla svolgersi e al concatenarsi della vicenda si affiancò, confondendosi con essa, una dimensione verticale, di penetrazione psicologica di un individuo ben determinato e uguale solo a se stesso. La linearità della narrativa di Balzac rivela una sostanziale adesione del romanziere alla mentalità economica borghese, una totale assenza di conflittualità con una situazione storico - sociale che appare a un tempo straordinariamente dinamica e chiara, priva di ambiguità. Questa fiducia, di stampo già quasi positivistico, nella possibilità di interpretare correttamente il reale si riflette in quella realtà priva di incertezze che caratterizza il testo balzachiano, nel quale l'autore svolge un'evidente e prioritaria funzione informativa.
Fu
Gustave Flaubert ad
infrangere quel rapporto privilegiato fra narratore onnisciente e narrazione
che aveva come corollario l'atteggiamento didattico nei confronti di un
lettore costantemente guidato dalle valutazioni, implicite o esplicite,
dell'autore.
" Sentiamo, è vero,
parlare lo
scrittore, ma senza che egli esprima opinioni o commenti. Il suo compito
si limita a scegliere i fatti e a tradurli in linguaggio, e questo
avviene con la convinzione che
ogni fatto interpreta se stesso e gli uomini che ad
esso partecipano molto meglio e molto più compiutamente di quanto possa
fare qualsiasi opinione o giudizio che gli si aggiunga. L'arte di Flaubert
riposa su questa convinzione e dunque su una profonda fiducia nella verità
del linguaggio, usato con senso di responsabilità e vigilante onestà» (E. Auerbach).
Sui nuovi indirizzi del
romanzo pesò la sconfitta dei moti liberali del 1848. Anche questa
volta, come nel 1789 e nel 1830, la Rivoluzione era seguita a un periodo di
fervore intellettuale fecondissimo e, come le rivoluzioni precedenti, si era
conclusa con la sconfitta della democrazia e della libertà
intellettuale. La vittoria della reazione provocò un certo
appiattimento del pensiero. La congiura dell'alta borghesia contro la
rivoluzione, la denunzia della lotta di classe come un tradimento
verso la nazione, che divise in due campi avversi una società per sua
natura pacifica, la soppressione della libertà di stampa, la
creazione della nuova burocrazia come il più forte sostegno del regime,
l'insediarsi dello stato poliziesco come giudice supremo in ogni
questione di morale e di gusto, provocarono nella cultura della Francia
una scissione senza precedenti. “Si determinò
così fra gli intellettuali quel contrasto tuttora aperto fra conformismo e
ribellione, e quell' opposizione allo stato che ha trasformato una parte degli
intellettuali in un elemento di disgregazione» (A. Hauser ).
"Bisogna che chiediamo
scusa al pubblico d'offrirgli questo libro, e che lo mettiamo
sull'avviso circa quello che vi troverà. Al pubblico piacciono i
romanzi falsi: questo è un romanzo vero. Al pubblico piacciono i
romanzi che si danno l'aria d'entrare nel gran mondo: questo libro viene
dalla strada. Esso ama i libriccini licenziosi, i ricordi delle zitelle, le
confessioni d'alcova, le sudicerie erotiche, lo scandalo che alza le
gonne in una vignetta nelle vetrine dei librai; questo che leggerà è
invece severo e puro. Non aspettatevi la fotografia scollacciata
dei piacere: lo studio che segue è la clinica dell'amore. Al pubblico
piacciono inoltre le letture anodine e consolanti, le avventure che
finiscono bene, le fantasie che non disturbano né la sua digestione né
la sua serenità: questo libro, con la sua distrazione triste e
violenta, è fatto per contrariare le sue abitudini
e nuocere alla sua igiene. Perchè dunque l'abbiamo
scritto? Semplicemente per urtare il pubblico e scandalizzare i suoi
gusti? No.
Oltre alla rivendicazione
dell'essenziale nel romanzo, I'affermazione più significativa, per quanto
riguarda lo svilupparsi della poetica naturalistica, è la definizione
di Germinie Lacerteux come di uno studio che.. è la clinica
dell 'amore. Il romanzo non si propone come fine prioritario
il diletto del pubblico, ma si presenta e si autodefinisce
come
studio, cioè analisi e interpretazione di dati tratti dal
reale e non dalla fantasia, con uno scopo essenzialmente
conoscitivo. Se si pensa che, prima del 1830, il genere romanzesco,
nonostante il successo di alcuni autori, veniva ancora guardato con
diffidenza e alterigia dagli accademici, si comprende il radicale mutamento
intervenuto; ora è possibile affermare, sia pure in modo polemico, che esso
sia la forma letteraria più
appropriata all'indagine del reale, la grande forma seria, appassionata,
vivente dello studio letterario e dell'inchiesta sociale, che
attraverso l'analisi e la ricerca psicologica, diventa la storia
morale contemporanea.
Emile Zola
- Ben diversamente l'influsso, pur incontestabile, dei due romanzieri agì su
Zola. Se, nonostante la forte tendenza alla trasfigurazione
simbolica, egli viene considerato a ragione l'incontrastato maestro del Naturalismo francese è perché, per la prima volta,
il tema sociale
venne trattato con una freddezza ed
un'obiettività
senza precedenti, così che la rappresentazione del brutto e del
ripugnante
si trasformò da compiacimento morboso in particolare realistico e atto di accusa.
Se nel Romanzo sperimentale, che contiene una
precisa dichiarazione di poetica,
Zola sembra aver voluto
subordinare il romanzo stesso al metodo e alle leggi delle scienze
sperimentali, ed in particolare della
fisiologia. Vi è da
osservare che già in un'opera giovanile, Teresa Raquin, anche
la sola epigrafe " il vizio e la virtù.. sono prodotti come lo
zucchero e il vetriolo", tratta da
Taine, segnalava il deciso
movimento ideologico verso il materialismo che abolisse ogni distinzione
fra spirito e corpo.
Il carattere e le
finalità conoscitive che si
legarono al romanzo ne condizionarono
l'organizzazione strutturale; si bandì dal testo ogni macchinosità
costruttiva (l'avventura), ogni concessione al divertimento o alla fantasia,
imponendo invece una verosimiglianza assoluta
e il più possibile
asettica, senza intromissioni
dell'autore. Contemporaneamente si
modificò il personaggio, che non è più il padrone del proprio
destino, né l'individuo esemplare che riassume tragicamente tutte le
contraddizioni di un'epoca, ma piuttosto
l'incarnazione e
l'esemplificazione di un meccanismo deterministico, di una
legge
scientifica . Tutto il ciclo dei Rougon Macquart di
Zola fu,
ad esempio, concepito come illustrazione del peso dell'ereditarietà.
Allontanandosi in qualche
modo da questa illusione di
uniformità, che sarebbe presto svanita, infrangendosi nella coscienza della
molteplicità di verità individuali, l'opera di
Maupassant rappresentò
la prima forma di superamento, sintomo di una crisi interna al
Naturalismo e destinata a farlo esplodere. Il primo vistoso passo fu la
sostituzione dell'analisi psicologica a quella fisiologica, che gli
attirò gli aspri rimproveri di Zola. Ma era ormai la stessa concezione della
letteratura ad essere messa in questione, mentre si profilava il crollo
dell'ideale positivistico: |