Corporazioni / Moderni sindacati

La differenza tra un sindacato e una corporazione può essere compresa utilizzando le due categorie orizzontale e verticale. Il sindacato è un'associazione orizzontale, nel senso che raggruppa solo lavoratori, i quali si uniscono per difendere i propri interessi di categoria contro gli imprenditori. La corporazione è invece una struttura verticale, nel senso che comprende sia i lavoratori sia gli imprenditori. In teoria, la corporazione dovrebbe essere il luogo in cui i diversi interessi delle parti sociali trovano conciliazione. In pratica, nell'Italia fascista (e nella Germania nazista) i lavoratori furono completamente privati della possibilità di far ascoltare i propri bisogni e di difendere i propri interessi. Sotto questo profilo, è innegabile l'esistenza di una solida alleanza tra fascismo (o nazismo) e grande borghesia.


Lo Stato definisce interessi prioritari di produzione a cui lavoratori e aziende devono uniformarsi.
Tende a sovrapporre la sfera pubblica del suo intervento a quella della società civile e della
compagine economica, intesa nel suo complesso di lavoratori ed imprenditori.


Lo stato non è più totalitario e non incorpora tutte le funzioni della compagine sociale. Imprenditori e lavoratori
definiscono la contrattazione tramite la dinamica del confronto tra sindacati ed associazioni imprenditoriali.
Lo Stato ha la semplice funzione di mediatore e di regolamentatore delle compatibilità di bilancio centrale.


Autarchia / protezionismo

Il primo termine sta ad indicare che un paese cerca di raggiungere, in campo economico, l'autosufficienza. In pratica, l'autarchia è la forma più radicale di protezionismo, la politica economica finalizzata alla difesa degli interessi economici di una nazione. Entro un certo limite, il protezionismo può portare vantaggi all'economia dei paese che la pratica; tuttavia, una politica basata sul principio della limitazione degli scambi con l'estero finisce per danneggiare le attività (industriali o agricole) orientate all'esportazione. Inoltre, spesso, il protezionismo comporta che i cittadini siano costretti ad acquistare prodotti nazionali non solo più costosi, ma a volte persino più scadenti rispetto a quelli stranieri, di cui l'autarchia impedisce l'ingresso e la circolazione. Nell'Italia autarchica le importazioni dall'estero scesero dai 26 miliardi dei 1926 ai 6 milíardi dei 1936; nello stesso periodo le esportazioni passarono da 18 a 5 miliardi.

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