La teoria della visione e del suono in Leopardi. Vago, indefinito, infinito
Il rapporto della sensazione con il tempo. La ricordanza

Vago, indefinito, infinito ( dallo Zibaldone di pensieri )

"L'antico non è eterno e quindi non è infinito, ma il concepire che fa l'animo di uno spazio di molti secoli, produce una sensazione indefinita, l'idea di un tempo indeterminato ove l'anima si perde."

"Le parole lontano, antico e simili sono poeticissime e piacevoli, perché destano idee vaste e indefinite e non determinabili e confuse."

20 Set.1821
"Da quella parte della mia teoria del piacere dove si mostra come degli oggetti veduti per metà, o con certi impedimenti ec. ci destino idee indefinite, si spiega perché piaccia la luce del sole o della luna, veduta in luogo dov'essi non si vedano e non si scopra la sorgente della luce; un luogo solamente in parte illuminato da essa luce; il riflesso di detta luce, e i vari effetti materiali che ne derivano; il penetrare di detta luce in luoghi dov'ella divenga incerta e impedita, e non bene si distingua, come attraverso un canneto, in una selva, per li balconi socchiusi .......; la detta luce veduta in luogo oggetto ....... dov'ella non entri e non percota dirittamente, ma vi sia ribattuta e diffusa da qualche altro luogo od oggetto dov'ella venga a battere; in un andito veduto al di dentro o al di fuori, e in una loggia parimente ....... quei luoghi dove la luce si confonde .... colle ombre, come sotto un portico, in una loggia elevata e pensile, fra le rupi e i burroni, in una valle, sui colli veduti dalla parte dell'ombra, in modo che ne sieno indorate le cime; il riflesso che produce per esempio un vetro colorato su quegli oggetti su cui si riflettono i raggi che passano per detto vetro; tutti quegli oggetti in somma che per diverse |materiali e menome circostanze giungono alla nostra vista, udito .... in modo incerto, mal distinto, imperfetto, incompleto, o fuor dell'ordinario.."
 

La ricerca pittorica di Caspar David Friedrich. Sorgenti di luce e dimensione dell'infinito in Friedrich

Caspar David Friedrich (1774-1840) è il pittore tedesco che per primo entrò nel clima del romanticismo tedesco. La Germania ebbe un ruolo fondamentale nella definizione delle teorie romantiche sia grazie ai movimenti letterari quali lo «Sturm and Drang» sia grazie all’opera di alcuni pensatori e filosofi quali von Schlegel e Schelling. Ma l’arte romantica per eccellenza della Germania fu soprattutto la musica che ebbe come massimo interprete Ludwig van Beethoven.

Friedrich è interessato, nella poetica del romanticismo, soprattutto al lato mistico della natura. La prima opera che lo rese noto fu la «Croce sulla montagna» o pala di Tetschen, del 1808. Questa pala d’altare è composta unicamente da un paesaggio di montagne, su cui si staglia il segno nero di una croce. Che un paesaggio potesse essere un immagine religiosa è una grossa rivoluzione che non poco stupì i critici del tempo. In essa, tuttavia, è chiaramente avvertibile una suggestione religiosa data dallo spettacolo della natura, intesa come opera divina, in cui la presenza della croce serve principalmente ad elevare il nostro pensiero a Dio.


C. D. Friedrich, Croce sulla montagna, 1808

Questi paesaggi di Friedrich sono lo spettacolo della natura ma servono anche a misurare la piccolezza dell’uomo nel confronto con tale vastità di orizzonti. E la categoria che più sfrutta questa pittura è proprio il sublime, così come lo aveva definito Kant: quel sentimento misto di sgomento e di piacere che è determinato dall’assolutamente grande e incommensurabile.

Il sentimento panico della natura, sede dell’infinito che ci riporta a Dio, è la maggiore caratteristica di Friederich. Ed è ciò che lo distingue da altre tendenze romantiche anche tedesche e di ispirazione religiosa, quali i Nazareni, che invece perseguirono una immagine della religione e della fede più aderente ai modelli letterari e medievali. Friedrich, nel cercare Dio solo nella sua creazione, è sicuramente più originale ponendosi come il maggior pittore romantico tedesco.
< http://www.francescomorante.it/pag_3/302c.htm  >


C. D. Friedrich, Viandante sul mare di nebbia, 1818

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C. D. Friedrich, Un uomo e una donna davanti alla luna, 1819

Indefinito e poesia

Quello che ho detto altrove degli effetti della luce, del suono e d'altre tali sensazioni circa l'idea dell'infinito, si deve intendere non solo di tali sensazioni nel naturale, ma nelle loro imitazioni fatte dalla pittura, dalla musica, dalla poesia ec. Il bello delle quali arti, in grandissima parte, e più di quello che si crede o si osserva, consiste nella scelta di tali o somiglianti sensazioni indefinite da imitare.
( Zibaldone n.1982-1983 )

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C. D. Friedrich, Abbazia nel querceto, 1810


C. D. Friedrich, Il monaco sulla spiaggia, 1809

Suoni indefiniti

Una voce o un suono lontano, o decrescente o allontanatesi a poco a poco, o echeggiante con un'apparenza di vastità .......... è piacevole per il vago dell'idea ....... Però è piacevole il tuono, un colpo di cannone, e simili, udito in piena campagna, in una grande valle ............. il canto degli agricoltori, degli uccelli, il muggito d' buoi ........ nelle medesime circostanze
( 21 settembre 1827 )

La doppia visione

All'uomo sensibile e immaginoso che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi.  Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d'una campana; e nel tempo stesso.  In questo secondo genere di obbietti sta tutto coll'immaginazione vedrà un'altra torre, un'altra campagna, vedrà un altro suono, il bello e il piacevole delle cose.  Trista quella vita (ed è pur tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione.
 (30 Novembre,  1^ Domenica dell'Avvento).

3 Ago.1822
Le stelle, i pianeti ..... si chiamano più o men belle, secondo che sono più o meno lucide. Così il sole e la luna secondo che son chiari e nitidi. Questa così detta bellezza non appartiene alla speculazione del bello, e vuol dir solamente che il lucido, per natura, è dilettevole all'occhio nostro, e rallegra l'animo ec. ec. (3 Agosto 1822.).

3 Ott.1821
Come un filare d'alberi dove la vista si perda, così per la stessa ragione è piacevole una fuga di camere, o di case, cioè una strada lunghissima e drittissima, e composta anche di case uguali, perché allora il piacere è prodotto dall'ampiezza della sensazione; laddove se le case sono di diversa forma, altezza ...... il piacere della varietà sminuzzando la sensazione, e trattenendola sui particolari, ne distrugge la vastità. Quantunque anche della moltiplice varietà si può fare una sensazione vasta e indefinita, quand'ella fa che l'animo non possa abbracciar tutta la sensazione delle grandi e numerose diversità che vede, sente, ......... in un medesimo tempo. (3 Ott. 1821.).


Ricordanza e poesia

Le rimembranze che cagionano la bellezza di moltissime immagini ....... nella poesia ..... non solo spettano agli oggetti reali, ma derivano bene spesso da altre poesie, vale a dire che molte volte un'immagine riesce piacevole in una poesia, per la copia delle ricordanze della stessa o simile immagine veduta in altre poesie.
( Zibaldone n°1804-1805 )

Da fanciulli, se una veduta, una campagna, una pittura, un suono ec. un racconto, una descrizione, una favola, un'immagine poetica, un sogno, ci piace e diletta, quel piacere e quel diletto è sempre vago e indefinito: l'idea che ci si desta è sempre indeterminata e senza limiti: ogni consolazione, ogni piacere, ogni aspettativa, ogni disegno, illusione ec. (quasi anche ogni concezione) di quell'età tien sempre all'infinito: e ci pasce e ci riempie l'anima indicibilmente, anche mediante i minimi oggetti. Da grandi, o siano piaceri e oggetti maggiori, o quei medesimi che ci allettavano da fanciulli, come una bella prospettiva, campagna, pittura ec. proveremo un piacere, ma non sarà più simile in nessun modo all'infinito, o certo non sarà così intensamente, sensibilmente, durevolmente ed essenzialmente vago e indeterminato. Il piacere di quella sensazione si determina subito e si circoscrive: appena comprendiamo qual fosse la strada che prendeva l'immaginazione nostra da fanciulli, per arrivare con quegli stessi mezzi, e in quelle stesse circostanze, o anche in proporzione, all'idea ed al piacere indefinito, e dimorarvi. Anzi, osservate che forse la massima parte delle immagini e sensazioni indefinite che noi proviamo pure dopo la fanciullezza e nel resto della vita, non sono altro che una rimembranza della fanciullezza, si riferiscono a lei, dipendono e derivano da lei, sono come un influsso e una conseguenza di lei; o in genere, o anche in ispecie; vale a dire, proviamo quella tal sensazione, idea, piacere ec., perché ci ricordiamo e ci si rappresenta alla fantasia quella stessa sensazione immagine ec. provata da fanciulli, e come la provammo in quelle stesse circostanze. Così che la sensazione presente non deriva immediatamente dalle cose, non e un immagine degli oggetti, ma della immagine fanciullesca; una ricordanza, una ripetizione, una ripercussione o riflesso della immagine antica.

 

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