La teoria della visione e del suono in
Leopardi. Vago, indefinito, infinito
Il rapporto della sensazione con il tempo. La ricordanza
Vago, indefinito, infinito ( dallo Zibaldone di pensieri ) "L'antico non è eterno e quindi non è infinito, ma il concepire che fa l'animo di uno spazio di molti secoli, produce una sensazione indefinita, l'idea di un tempo indeterminato ove l'anima si perde." "Le parole lontano, antico e simili sono poeticissime e piacevoli, perché destano idee vaste e indefinite e non determinabili e confuse." 20 Set.1821 |
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La ricerca pittorica di Caspar David Friedrich.
Sorgenti di luce e dimensione dell'infinito in Friedrich Friedrich è interessato, nella poetica del romanticismo, soprattutto al lato mistico della natura. La prima opera che lo rese noto fu la «Croce sulla montagna» o pala di Tetschen, del 1808. Questa pala d’altare è composta unicamente da un paesaggio di montagne, su cui si staglia il segno nero di una croce. Che un paesaggio potesse essere un immagine religiosa è una grossa rivoluzione che non poco stupì i critici del tempo. In essa, tuttavia, è chiaramente avvertibile una suggestione religiosa data dallo spettacolo della natura, intesa come opera divina, in cui la presenza della croce serve principalmente ad elevare il nostro pensiero a Dio.
Questi paesaggi di Friedrich sono lo spettacolo della natura ma servono anche a misurare la piccolezza dell’uomo nel confronto con tale vastità di orizzonti. E la categoria che più sfrutta questa pittura è proprio il sublime, così come lo aveva definito Kant: quel sentimento misto di sgomento e di piacere che è determinato dall’assolutamente grande e incommensurabile.
Il
sentimento panico della natura,
sede dell’infinito che ci
riporta a Dio, è la maggiore caratteristica di Friederich. Ed è ciò
che lo distingue da altre tendenze romantiche anche tedesche e di
ispirazione religiosa, quali i Nazareni, che invece perseguirono una
immagine della religione e della fede più aderente ai modelli letterari e
medievali. Friedrich, nel cercare Dio solo nella sua creazione, è
sicuramente più originale ponendosi come il maggior pittore romantico
tedesco. |
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Indefinito e poesia
Suoni indefiniti
All'uomo sensibile e immaginoso che viva,
come io sono vissuto gran tempo,
sentendo di continuo ed immaginando, il
mondo e gli oggetti sono in certo modo
doppi. Egli vedrà cogli occhi una
torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d'una campana; e nel tempo
stesso. In questo secondo genere di obbietti sta tutto coll'immaginazione
vedrà un'altra torre, un'altra campagna, vedrà un altro suono, il bello e il
piacevole delle cose. Trista quella vita (ed è pur tale la vita
comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici,
quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la
sensazione.
3 Ago.1822
3 Ott.1821 Da fanciulli, se una veduta, una campagna, una pittura, un suono ec. un racconto, una descrizione, una favola, un'immagine poetica, un sogno, ci piace e diletta, quel piacere e quel diletto è sempre vago e indefinito: l'idea che ci si desta è sempre indeterminata e senza limiti: ogni consolazione, ogni piacere, ogni aspettativa, ogni disegno, illusione ec. (quasi anche ogni concezione) di quell'età tien sempre all'infinito: e ci pasce e ci riempie l'anima indicibilmente, anche mediante i minimi oggetti. Da grandi, o siano piaceri e oggetti maggiori, o quei medesimi che ci allettavano da fanciulli, come una bella prospettiva, campagna, pittura ec. proveremo un piacere, ma non sarà più simile in nessun modo all'infinito, o certo non sarà così intensamente, sensibilmente, durevolmente ed essenzialmente vago e indeterminato. Il piacere di quella sensazione si determina subito e si circoscrive: appena comprendiamo qual fosse la strada che prendeva l'immaginazione nostra da fanciulli, per arrivare con quegli stessi mezzi, e in quelle stesse circostanze, o anche in proporzione, all'idea ed al piacere indefinito, e dimorarvi. Anzi, osservate che forse la massima parte delle immagini e sensazioni indefinite che noi proviamo pure dopo la fanciullezza e nel resto della vita, non sono altro che una rimembranza della fanciullezza, si riferiscono a lei, dipendono e derivano da lei, sono come un influsso e una conseguenza di lei; o in genere, o anche in ispecie; vale a dire, proviamo quella tal sensazione, idea, piacere ec., perché ci ricordiamo e ci si rappresenta alla fantasia quella stessa sensazione immagine ec. provata da fanciulli, e come la provammo in quelle stesse circostanze. Così che la sensazione presente non deriva immediatamente dalle cose, non e un immagine degli oggetti, ma della immagine fanciullesca; una ricordanza, una ripetizione, una ripercussione o riflesso della immagine antica.
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