Leopardi,
Zibaldone, Bologna , 22 Aprile 1826
Non gli
uomini solamente, ma il genere umano fu e sarà sempre infelice di
necessità: non il genere umano solamente, ma tutti gli animali. Non gli
animali soltanto, ma tutti gli altri esseri a loro modo. Non gli
individui, ma le specie, i generi, i regni, i globi, i sistemi, i mondi.
Entrate in un giardino di piante, d'erbe, di fiori. Sia pur quanto volete
ridente. Sia nella più mite stagion dell'anno.
Voi non potete volger lo sguardo in nessuna parte che voi non vi troviate
il patimento. Tutta quella famiglia di vegetali è in stato di
souffrance, qual individuo più qual meno. Là quella rosa è offesa
dal sole, che gli ha dato la vita; si corruga, langue, appassisce. Là quel
giglio è succhiato crudelmente da un'ape, nelle sue parti più sensibili,
più vitali. Il dolce mele non si fabbrica dalle industriose, pazienti,
buone, virtuose api senza indicibili tormenti di quelle fibre
delicatissime, senza strage spietata di teneri fiorellini.
Quell'albero è infestato da un formicaio, quell'altro da bruchi, da
mosche, da lumache, da zanzare; questo è ferito nella scorza e cruciato
dall'aria o dal sole che penetra nella piaga; quello è offeso nel tronco o
nelle radici; quell'altro ha più foglie secche; quest'altro è roso,
morsicato nei fiori; quello trafitto, punzecchiato nei frutti.Quella
pianta ha troppo caldo, questa troppo fresco, troppa luce, troppa ombra;
troppo umido, troppo secco. L'una patisce incomodo e trova ostacolo e
ingombro nel crescere, nello stendersi; l'altra non trova dove
appoggiarsi, osi affatica e stenta per arrivarvi. In tutto il giardino
tu non trovi una pianticella sola in stato di sanità perfetta. Qua un
ramicello è rotto o dal vento o dal proprio peso, là uno zeffiretto va
stracciando un fiore, vola con un brano, un filamento, una foglia, una
parte viva di questa o quella pianta, staccata e strappata via. Intanto tu
strazi le erbe co' tuoi passi; le stritoli, le ammacchi, ne spremi il
sangue, le rompi, le uccidi. Quella donzelletta sensibile e gentile va
dolcemente sterpando e infrangendo steli. Il giardiniere va saggiamente
troncando, tagliando membra sensibili, colle unghie, col ferro. Certamente
queste piante vivono; alcune perché le loro infermità non sono mortali,
altre perché, ancora con malattie mortali, le piante, e gli animali
possono durare a vivere qualche poco di tempo. Lo spettacolo di tanta
copia di vita all'entrare in questo giardino ci rallegra l'anima, e di qui
è che questo ci pare essere un soggiorno di gioia. Ma in verità questa
vita è trista e infelice, ogni giardino è quasi un vasto ospitale ( luogo
ben più deplorabile che un cemeterio), e se questi esseri sentono o,
vogliamo dire, sentissero certo è che il non essere sarebbe per loro assai
meglio che l'essere.
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