SER CIAPPELLETTO
segmentazione della novella
SER CIAPPELLETTO
1° giornata, 1° novella- sotto il reggimento di Pampinea si ragiona di quello che più aggrada a ciascheduno.
Narratore
: PANFILO.
Ha la funzione di introdurre la vicenda con una premessa ,che inquadra opportunamente gli eventi,prospettando fin dall'inizio, il punto di vista del narratore e la morale sottesa alla narrazione.
- Ogni cosa deriva da Dio e anche la narrazione deve prendere le mosse da Lui, essere supremo, che guida le vicende umane. Anche l'incredibile vicenda, che Panfilo si accinge a narrare fa capo alla Sua volontà.
- Tutte le cose terrene sono caduche e mortali e solo Dio può liberarci dal dolore.
- Gli uomini si affidano, per essere aiutati ai santi,(uomini vissuti esemplarmente ed ora vicini alla beatitudine celeste).Essi sono mediatori verso Dio delle richieste del genere umano.
- L'uomo non può però penetrare nei segreti di Dio e può ingannarsi sulla reale santità di chi invoca (cioè PUO' GROSSOLANAMENTE ATTRIBUIRE UNA FALSA SANTITA' A CHI NON LA POSSIEDE).
-Dio esaudisce ugualmente le richieste dei puri di cuore, anche se le loro preghiere sono rivolte a falsi santi. DIO PERDONA L'IMPERFEZIONE UMANA E RICOMPENSA COMUNQUE LA BUONA INTENZIONE.
Il lungo discorso, di sapore medioevale serve a spiegare , almeno in parte il tono ironico e apparentemente irreligioso con il quale vengono trattate le questioni di fede ( confessione falsa, falsa santificazione, apparente blasfemia delle preghiere...).
Non incide l'ingenuità umana presso Dio, che nella sua estrema bontà è sempre pronto ad accettare quelle richieste che provengano da purezza di fede anche se inoltrate da un uomo indegno.
2) MUSCIATTO FRANZESI, mercante ricchissimo, era diventato in Francia consigliere di re FILIPPO IL BELLO . Egli tornò in Italia al seguito di CARLO DI VALOIS , quando fu invitato da Bonifacio VIII a Firenze, per favorire i Neri.
Avendo ancora affari in Francia e non potendo concluderli facilmente ( si trattava di riscossione di crediti ) non sapeva a chi affidare i suoi interessi. Soprattutto non sapeva a chi affidare la riscossione dei suoi crediti presso i Borgognoni, gente sleale, litigiosa e malvagia.
Si trattava di trovare un uomo altrettanto malvagio che potesse opporre la sua spregiudicatezza a quella dei borgognoni. La ricerca non era facile. L'ASCOLTATORE VIENE DUNQUE INFORMATO CHE L'EVENTUALE PERSONAGGIO SCELTO PER QUESTO COMPITO DEVE AVERE PARTICOLARI CARATTERISTICHE DI SLEALTA', ASTUZIA E PERFIDIA.
3) SER CEPPERELLO DA PRATO, uomo piccolo ma molto ricercato nella persona, così chiamato dai Francesi dal nome del copricapo che portava ( chapel ) o ghirlanda ( chapelet ) o forse diminutivo di Jacopo, spesso soggiornava da messer Musciatto nella casa di Parigi. Era soprannominato e conosciuto come SER CIAPPELLETTO.
Essendo notaio, si vergognava che uno solo dei suoi atti fosse trovato autentico. Era disposto a redigere documenti falsi gratuitamente, piuttosto che atti veri a pagamento. LA SUA MALVAGITA' APPARE SUBITO COMPLETA E GRATUITA.
CONTINUA IL RITRATTO MORALE DI CIAPPELLETTO. Falso testimone, spergiuro Fomentatore di scandali e di inimicizie tra amici e parenti Omicida e feritore Bestemmiatore di Dio e dei santi Estraneo alla vita religiosa scherniva i sacramenti Capace di rubare con destrezza Golosissimo e bevitore, giocatore di dadi e baro ERA IL PEGGIO UOMO CHE FORSE FOSSE MAI NATO. SOLO LA PROTEZIONE DI MUSCIATTO FRANZESI FECE SI' CHE NON CADESSE VITTIMA DEI TRIBUNALI DI GIUSTIZIA , CHE INGIURIAVA DI CONTINUO.
4) Ser Ciappelletto è l'uomo adatto ( CONVENEVOLE ) per i Borgognoni. Ser Musciatto gli affida l'incarico di riscuotere i crediti e gli promette una ricompensa. Egli , in difficoltà economiche , accetta.
5) Si reca in Borgogna, dove nessuno lo conosce ed inizia la sua opera, senza rivelare la sua vera natura. Viene ospitato da due fratelli fiorentini, anch'essi usurai ( prestatori lombardi, particolarmente malvisti dalla popolazione ), che lo proteggono perché inviato da messer Musciatto.
6) Ser Ciappelleto, mentre vive in casa dei due fratelli fiorentini, si ammala gravemente e ben presto la sua malattia è giudicata mortale dai medici accorsi al suo capezzale.
7) Si presenta un problema per i due fratelli che, conoscono la vera natura di Ciappelleto e si rammaricano che proprio in casa loro debba morire. Così parlano tra loro, mentre Ser Ciappelleto ascolta. E' inumano liberarsi di un malato dopo averlo ospitato. Se Ciappelletto morisse fuori casa i Borgognoni li accuserebbero di inumanità. Del resto se Ciappelletto muore in casa loro, la sua morte non potrà che essere in condizione di peccato. Egli non vorrà mai confessarsi, vista la sua natura, ed il suo corpo sarà buttato in terra sconsacrata. I Borgognoni anche in questo caso accuseranno di empietà i due fiorentini, assalteranno la loro casa e li deruberanno dei loro beni. SER CIAPPELLETO E' DUNQUE UN OSTACOLO PER LA LORO INCOLUMITA'.
8) Ser Ciappelleto ascolta questo dialogo. Fa venire i due fratelli e li rassicura. Niente di quanto temuto accadrà. Egli si sottoporrà alla confessione. Avendo spergiurato tante volte in vita, non gli sarà difficile spergiurare in punto di morte. Ne risulterà una comune utilità. SI PROFILA L'ANIMO SPREGIUDICATO DI CIAPPELLETTO CHE SENZA RIPENSAMENTI SI ACCINGE AD UNA FALSA CONFESSIONE. L'ATTO SACRILEGO APPARE FIN DALL'INIZIO CONSEGUENTE ALLA SUA NATURA DI UOMO MALVAGIO E PERFETTAMENTE FREDDO E LUCIDO NELL'OPERARE IL MALE.
9) I due fratelli si
recano al convento e fanno venire a casa loro un anziano frate, di santa
vita e ottimo conoscitore dei testi sacri, tenuto in grande devozione dai
cittadini tutti. NON SI TRATTA DUNQUE DI UN RELIGIOSO QUALUNQUE , MA DI UN
FRATE ACCREDITATO A VAGLIARE ATTENTAMENTE I PECCATI. EGLI SARA' L'OBIETTIVO
DELL'INGANNO DI CIAPPELLETTO.
10)Iniziano le falsità. Ciappelletto non si era mai confessato ma dice di essere sempre stato solito confessarsi almeno una volta la settimana e anche più spesso. Solo la malattia gli ha impedito di confessarsi da otto giorni. Il confessore accoglie benevolmente la sua buona disposizione alla confessione.
11) Ciappelleto vuole come al solito confessare tutti i suoi peccati, compiuti fin dalla nascita non solo i più recenti. Così del resto- dice- era da sempre abituato a fare.
12) Inizia l'interrogazione del confessore: VENGONO RAPIDAMENTE ENUMERATE TUTTE LE FORME POSSIBILI DI PECCATO PROPRIO COME AVVENIVA IN DANTE. QUI L'INTENTO E' PERO' PARODICO NON SERIO.
Il peccato di lussuria ha toccato Ciappelletto ? La risposta è ambigua. IO SONO COSI' VERGINE COME USCII DAL CORPO DI MAMMA MIA. In realtà egli è sodomita (omosessuale) e come tale non ha mai peccato con una donna. SI GIOCA SUL SIGNIFICATO SOTTINTESO DELLE FRASI. La " castità" di Ciappelleto è esaltata dal frate che la ritiene una scelta eroica, non dovuta alla costrizione di alcuna regola. La SCELTA DI CASTITA' dispone bene a suo favore.
13) Interrogazione sul peccato di gola. Ciappelleto con affermazioni molto contorte gioca nuovamente sul paradosso. Dice di aver goduto nel bere acqua dopo le fatiche di un pellegrinaggio e che nonostante i frequenti digiuni ha provato piacere di certe insalatine di erbe....
IL CONFESSORE CONSIDERA I PECCATI NATURALI, CIOE' COMPRENSIBILI DEBOLEZZE PER NULLA BIASIMABILI.
14) Il peccato di avarizia (avidità). Ciappelletto se ne dice esente. E' in casa degli usurai per allontanarli dal loro peccato, ma la sua malattia glielo ha impedito. In vita Ciappelleto dice di aver esercitato la mercatura ma solo per poter aiutare i poveri oltre che per sopravvivere.
15) Il peccato d'ira. L'unica ira che Ciappelletto dice di provare è contro l'irreligiosità e l'immoralità degli uomini, contro i falsi giuramenti ( TUTTI SUOI PECCATI SI NOTI BENE:....) Il frate lo assolve completamente dicendo che quella è buona ira.
16) Il peccato di falsità, furto, diffamazione. Ciappelleto confessa di aver sparlato di un marito che ubriaco colpiva la moglie. Di aver restituito quattro soldi indebitamente presi per una vendita.
17) Ciappelletto confessa altre mancanze: fece lavorare un servo nelle ore dedicate al riposo festivo, sputò in chiesa... Il frate sorride. CIAPPELLETTO PREPARA UNA NUOVA FALSITA', CON ARTE MAGGIORE, METTENDOSI A PIANGERE E FINGENDOSI, QUASI DISPERATO. DICE DI VERGOGNARSI DI QUESTA MANCANZA , TANTO DA NON SPERARE IL PERDONO DI DIO. IMPLORA L'INTERCESSIONE DEL FRATE. FINALMENTE CONFESSA che da piccolo bestemmiò il nome della madre. 18) Il frate vedendo la piena contrizione di Ciappelletto lo assolve e si inganna sulla sua identità e sulle sue vere intenzioni : OFFRIRE UNA FALSA E SANTA IMMAGINE DI SE' , GIOCANDO SPREGIUDICATAMENTE SU QUESTA SUA FALSA IMMAGINE.
Ciappelletto ottiene che
il suo corpo sia seppellito nella città, presso la comunità dove
recentemente è vissuto.
19) I due fratelli ascoltando in disparte la confessione non sapevano come giudicare Ciappelletto. AVEVANO UNA GRAN VOGLIA DI RIDERE. Non sapevano capire come neppure la paura della morte potesse dissuaderlo dal mentire. Neppure il giudizio di Dio lo smuove. Ugualmente sentendo che sarebbe stato sepolto in chiesa si rallegrarono dell'inganno.
20) Ser Ciappelletto riceve l'estrema unzione e muore santamente. Le esequie sono celebrate con grande fasto dai frati del convento e dai priori del luogo. Viene il suo corpo portato in chiesa ed il frate che l'aveva confessato ricorda la sua santità, pienamente convinto dalla sua confessione.
Lo porta ad esempio ai fedeli che finiscono per creare un vero e proprio culto attorno al suo corpo.
La fama della sua santità si diffonde e si finisce per credere che molti miracoli avvengano grazie a lui. Molti gli si votano come a un santo.
21) Gli uomini non possono penetrare i voleri imperscrutabili di Dio , ma certo da quanto si può arguire dalla sua vita , Ser Ciappelletto avrebbe meritato ben più l'inferno che la santificazione. Tuttavia è pur vero che la benignità di Dio finisce per accettare le preghiere che giungono a Lui con purezza di cuore, non facendo caso all'ingenuità degli uomini che spesso si affidano a persone che sante non potrebbero mai essere.
La novella non si regge su un giudizio irreligioso o blasfemo, relativo ai possibili errori di un confessore malaccorto. E' piuttosto una divertita rappresentazione del contrasto tra una verità di vita malvagia ed la falsa verità di una confessione , molto ben mossa dall'ingegno di Ciappelletto.
Il suo intervento è convenevole alle circostanze: infatti salva da un grave problema i due fratelli e mette anche in evidenza la dabbenaggine e l'ingenuità degli uomini, a confronto con la sua lucida spregiudicatezza.
I giudizi iniziali e finali del novellatore correggono ulteriormente il significato del racconto, evitando che esso venga interpretato unicamente come una irriverente burla nei confronti della Chiesa. E' CELEBRATA, CON SPIRITO MEDIOEVALE, ANCORA LA GRANDEZZA DI DIO, CHE ACCETTA BENEVOLMENTE ANCHE GLI ERRORI UMANI.
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