Tema della
giornata " Sotto il reggimento di Elissa, si ragiona di chi, con alcun
leggiadro motto, tentato, si riscotesse, o con pronta risposta o avvedimento,
fuggì perdita o pericolo o scorno"
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Cisti fornaio con una sola parola fa raveder
messer Geri Spina d'una sua trascutata domanda.
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Sintesi della fabula.
Il breve enunciato richiama l'episodio centrale della novella ed anticipa il
suo significato esemplare, richiamando i nomi dei protagonisti.
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Molto fu da ciascuna delle donne e degli uomini il parlar di madonna Oretta
lodato, il qual comandò la reina a
Pampinea che seguitasse; per che ella così cominciò:
Belle donne, io non so da me medesima vedere che
più in questo si pecchi, o
la
natura
apparecchiando a una nobile anima un vil corpo, o la
fortuna
apparecchiando a un corpo dotato d'anima nobile vil mestiero, sì come
in Cisti nostro cittadino e in molti ancora abbiamo potuto vedere avvenire;
il qual Cisti, d'altissimo animo fornito, la fortuna fece fornaio.
E certo io maladicerei e la natura parimente e la fortuna, se io non
conoscessi la
natura
esser discretissima
e la
fortuna
aver mille occhi, come che gli sciocchi
lei cieca figurino. Le quali io avviso che, sì come molto avvedute,
fanno quello che i mortali spesse
volte fanno, li quali, incerti de'futuri casi, per le loro oportunità le
loro più care cose né più vili luoghi delle lor case, sì come meno sospetti
sepelliscono, e quindi né maggiori bisogni le traggono, avendole il vil
luogo più sicuramente servate che la bella camera non avrebbe.
E così le due ministre del mondo
spesso le lor cose più care nascondono sotto l'ombra dell'arti reputate più
vili, acciò che di quelle alle necessità traendole più chiaro appaia il loro
splendore. Il che quanto in poca cosa Cisti fornaio il dichiarasse,
gli occhi dello 'ntelletto rimettendo a messer Geri Spina, il quale la
novella di madonna Oretta contata, che sua moglie fu, m'ha tornata nella
memoria, mi piace in una novelletta assai piccola dimostrarvi.
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Introduzione - Schema concettuale
generale in cui si inserisce la novella - Sezione argomentativa volta ad
enucleare la collocazione simbolica del fatto.
Pampinea enuncia i termini di un duplice possibile errore: che la
Natura ponga un animo nobile in un corpo brutto e sgraziato
o che la Fortuna fornisca un mestiere umile ad un uomo
dotato di nobile animo.
Natura e Fortuna divengono - nelle parole di Pampinea - le due
ministre del mondo, le due forze che regolano opportunamente
l'agire umano, oculatissima la prima, avvedutissima la
seconda.
Esse si comportano proprio come gli uomini, che nell' incertezza del
futuro, per ogni evenienza, nascondono le cose più care nei luoghi
più spregevoli delle loro case, perché destano minori sospetti.
Così Natura e Fortuna, cooperando, celano sotto l'apparenza di attività
ritenute inferiori, le più alte qualità umane, affinché appaiano in tutta la
loro evidenza nel contrasto che si profila tra la pochezza della figura
sociale che le incarna e la sostanziale raffinatezza dell'agire.
Solo a questo punto è proposto il riferimento
esplicito alla vicenda che ben presto verrà presentata: quella del fornaio
Cisti che farà comprendere
con delicatezza ed acume una verità evidente al nobile
Messer Geri Spina.
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Dico adunque che,
avendo Bonifazio papa, appo il quale messer
Geri Spina fu in grandissimo
stato, mandati in Firenze certi suoi nobili ambasciadori per certe sue gran
bisogne, essendo essi in casa di messer Geri smontati, e egli con loro
insieme i fatti del Papa trattando, avvenne che, che se ne fosse cagione,
messer Geri
con questi ambasciadori del Papa tutti a piè quasi ogni mattina
davanti a Santa Maria Ughi passavano, dove Cisti fornaio il suo forno aveva
e personalmente la sua arte esserceva.
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Premesse e antefatto: l'ambasceria e le
circostanze dell'incontro casuale tra Cisti ed i nobili ambasciatori ospiti
di Geri Spina.
Papa Bonifacio, presso il quale il Geri
Spina era in gran favore, aveva mandato a Firenze alcuni suoi ambasciatori
per sedare il conflitto tra Bianchi e Neri. Essi erano ospiti di Geri. Ogni
mattina tali ambasciatori passavano davanti a S.Maria Ughi, dove il fornaio
Cisti aveva la sua bottega ed esercitava la sua attività.
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Al quale quantunque la fortuna arte assai umile data avesse, tanto in quella
gli era stata benigna,
che egli n'era ricchissimo divenuto, e senza volerla
mai per alcuna altra abbandonare splendidissimamente vivea, avendo tra l'altre sue buone cose sempre i
migliori vini bianchi e vermigli che in Firenze si trovassero o nel contado.
Il quale, veggendo ogni mattina davanti all'uscio suo passar messer Geri e
gli ambasciadori del Papa, e essendo il caldo grande, s'avisò che
gran cortesia sarebbe il dar lor bere del suo buon vin bianco; ma
avendo riguardo
alla sua condizione e a quella di messer Geri,
non gli pareva onesta cosa il presummere d'invitarlo ma pensossi di tener modo il quale inducesse
messer
Geri medesimo a invitarsi.
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Condizione sociale di Cisti.
E' ricco nonostante la sua umile attività.
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Atteggiamento discreto Cisti:
non crede sia opportuno invitare direttamente un nobile come Geri. Sua
strategia di avvicinamento.
Farà in modo che sia Geri stesso a sostare
presso la sua bottega e ad autoinvitarsi
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E avendo un farsetto
bianchissimo indosso e un grembiule di bucato innanzi sempre, li quali più
tosto mugnaio che fornaio il dimostravano, ogni mattina in su l'ora che egli
avvisava che messer Geri con gli ambasciadori dover passare si faceva davanti all'uscio suo recare
una secchia nuova e stagnata d'acqua fresca e un
picciolo orcioletto
bolognese nuovo del suo buon vin bianco e due
bicchieri che parevano d'ariento,
sì eran chiari: e a seder postosi, come essi passavano, e egli, poi che una
volta o due spurgato s'era, cominciava a ber sì saporitamente questo suo
vino, che egli n'avrebbe fatta venir voglia a' morti.
La qual cosa avendo messer Geri una e due mattine veduta, disse la
terza: - Chente è, Cisti? è buono? -
Cisti, levato prestamente in piè, rispose: -
Messer sì, ma quanto non
vi potre' io dare a intendere, se voi non assaggiaste -.
Messer Geri, al quale o la qualità o affanno più che l'usato avuto o
forse il saporito bere, che a Cisti vedeva fare, sete avea generata, volto
agli ambasciadori sorridendo disse: -
Signori, egli è buono che noi
assaggiamo del vino di questo valente uomo: forse che è egli tale, che noi
non ce ne penteremo -; e con loro insieme se n'andò verso Cisti.
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Funzione descrittiva e connotante del
personaggio attraverso l'uso di oggetti simbolici.
Cisti si circonda di
oggetti raffinati che denotano il suo gusto per le cose non volgari.
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Funzione narrativa. Cisti pone in
atto la sua strategia di avvicinamento.
Sorseggia con gusto il suo buon vino e propone
a Geri ed ai suoi nobili ospiti di assaggiarne un po'.
Si profilano le doti che indicheranno nel protagonista un personaggio di
rango superiore alla sua classe sociale: appare infatti nello stesso tempo
discreto, raffinato e generoso
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Il quale, fatta di presente una bella panca venire di fuori dal forno,
gli pregò che sedessero; e
alli lor famigliari, che già per lavare i
bicchieri si facevano innanzi, disse: -
Compagni, tiratevi indietro e
lasciate questo servigio fare a me, ché io so non meno ben mescere che io
sappia infornare; e non aspettaste voi d'assaggiarne gocciola!
E così detto, esso stesso, lavati quatro bicchieri belli e nuovi e
fatto venire un piccolo orcioletto del suo buon vino diligentemente diede
bere a messer Geri e a' compagni, alli quali il vino parve il migliore che
essi avessero gran tempo davanti bevuto; per che,
commendatol molto, mentre
gli ambasciador vi stettero, quasi ogni mattina con loro insieme n'andò a
ber messer Geri.
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7. Indizi dell'atteggiamento discriminante
di Cisti verso i servi di Geri.
Differenze di atteggiamento di Cisti verso i servi che tiene lontani dal
vino, mentre invita ripetutamente a bere i nobili amici di Geri Spina.
8. Primo superamento della prova: Cisti
viene gratificato dal giudizio positivo dei nobili e nuovamente entra con
loro in rapporto.
Il suo vino
viene giudicato il migliore e la sua cortese generosità viene riconosciuta
e lodata dai nobili ospiti di Geri.
Quasi ogni mattina Geri risponde all'invito di Cisti.
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A' quali, essendo espediti e partir dovendosi,
messer Geri
fece un magnifico convito al quale
invitò una parte de' più
orrevoli
cittadini, e fecevi invitare Cisti, il quale
per niuna condizione andar vi
volle.
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La prova di fiducia e l'accoglienza tra
i nobili.
Geri invita Cisti a
partecipare al banchetto da lui organizzato, ma il fornaio non si confonde
con chi non è della sua stessa classe sociale.
E' ribadito il rispetto
delle divisioni di classe.
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Impose adunque messer Geri
a uno de' suoi famigliari che per un
fiasco andasse del vin di Cisti e di quello un mezzo bicchier per uomo desse
alle prime mense.
Il famigliare, forse sdegnato perché niuna volta bere aveva potuto del
vino, tolse un gran fiasco.
Il quale come Cisti vide, disse: - Figliuolo,
messer Geri non ti manda a me. -
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10. La prova posta dal servo a Cisti.
Geri vuole avere per il suo banchetto un po' del buon vino di Cisti per
offrirne ai convitati.
Ordina al servo di andarne a prendere una certa quantità in un fiasco di dimensioni
contenute.
Il servo, pensando di riservarne un po' per sé, si presenta con un grosso
fiasco ( non adatto a contenere il prezioso vino di Cisti ).
11. Superamento della prova con astuzia.
Cisti nega che sia stato Geri a mandare il servo da lui e non risponde alla
sua richiesta.
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Il che raffermando più volte il famigliare né potendo altra risposta avere,
tornò a messer Geri e sì gliele disse; a cui messer
Geri disse: - Tornavi e
digli che sì fo: e se egli più così ti risponde,
domandalo a cui io ti
mando. -
Il famigliare tornato disse: - Cisti, per certo messer
Geri mi manda
pure a te. -
Al quale Cisti rispose: - Per certo, figliuol, non fa. -
- Adunque -, disse il famigliare - a cui mi manda? -
Rispose Cisti: - Ad Arno. -
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12. Una nuova prova superata. Incapacità a comprendere ed a sostenere
l'efficace ironia di Cisti
Il servo ritorna da Geri e riferisce la
strana risposta.
Il nobile Geri lo rimanda da Cisti perché ribadisca che è stato proprio lui
a inviarlo per quella richiesta.
Il servo ritorna e ribadisce la volontà di Geri.
Cisti insiste e precisa che il suo padrone non lo manda da lui ma lo manda ad Arno
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Il che rapportando il famigliare a messer
Geri,
subito gli occhi gli
s'apersero dello 'ntelletto e disse al famigliare:
- Lasciami vedere che
fiasco tu vi porti -; e vedutol disse: -
Cisti
dice vero -; e dettagli
villania
gli fece
torre un fiasco convenevole.
Il quale
Cisti vedendo disse: -
Ora so io bene che egli ti manda a me
-, e lietamente glielo impiè. |
13.
Comprensione della risposta.
Superamento della prova anche da parte di
Geri. Adeguamento dei propositi.
Geri comprende alla fine il senso della risposta di Cisti e ne riconosce la
sua prontezza di spirito e l'ironia.
Rimprovera il servo e lo invia da Cisti con un fiasco dalle dimensioni
convenienti.
Cisti questa volta lo accoglie benevolmente e riempie di vino il nuovo
contenitore.
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E poi quel medesimo dì
fatto il botticello riempiere d'un simil vino e
fattolo soavemente portare a casa di messer Geri, andò appresso, e trovatolo
gli disse: - Messere, io non vorrei che voi credeste che il gran fiasco stamane m'avesse spaventato; ma, parendomi che vi fosse uscito di mente ciò
che io a questi dì co' miei piccoli orcioletti v'ho dimostrato,
cioè questo
non sia vin da famiglia, vel volli staman raccordare. Ora, per ciò che io
non intendo d'esservene più guardiano
tutto ve l'ho fatto venire: fatene per
innanzi come vi piace.
Messer
Geri
ebbe il dono di Cisti carissimo e quelle
grazie gli rendè
che a ciò credette si convenissero, e
sempre poi per da molto l'ebbero e per
amico.
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14. Epilogo. Donazione generosa di Cisti.
Chiarimento finale. Amicizia ribadita tra Geri e Cisti
Cisti dona il vino ancor più abbondantemente a
Cisti e ribadisce la sua disinteressata generosità.
Ricorda il senso della sua risposta al servo: egli, con quelle parole,
intendeva semplicemente ribadire la buona qualità del suo vino e non certo
esimersi dal donarne al nobile Geri. L'assenza di avidità e la prodigalità
fanno di Cisti, a tutti gli effetti, un uomo in possesso di alcune qualità
morali della nobiltà.
Viene ancor più rinsaldata l'amicizia tra Geri Spina e Cisti. |