I trionfi d'amore e l'incombente fuga del tempo.
● Una raffinata celebrazione dell'amore
alla corte ferrarese |
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● I personaggi della canzona Bacco ( Dioniso ) ed Arianna, Sileno e Mida nella memoria del mito
Bacco
è divinità greco-romana, il cui simbolo, oltre al viticcio e all'edera
rampicante, era costituito dal tirso, un bastone simile a uno
scettro, sormontato da un fitto intreccio di foglie d'edera avviluppate,
tipico di Dioniso e dei suoi seguaci, Satiri e Baccanti. La divinità ebbe
diversi nomi a seconda dei luoghi nei quali era onorata; a Roma era nota
come Bacco o Libero, in Oriente come Zagreo o
Bassareo o anche Leneo, e il suo aspetto era sempre quello di un
giovane bellissimo, con il capo riccioluto e incoronato da pampini e da
viticci. Per un verso dio gioviale, sorridente e simbolo del tripudio e
della ricchezza della natura, per l'altro legato a riti oscuri e
talvolta selvaggi, frutto forse dei rapporti del culto del dio con
territori barbarici e primitivi, nei quali si propiziava il favore
della natura mediante sacrifici di animali. |
Tiziano, Bacco e Arianna, National Gallery, Londra, già nello Studiolo di Alfonso d'Este a Ferrara |
Arianna. Minosse, re di Creta, diede incarico a Dedalo, di costruire un labirinto talmente intricato dal quale nessuno sarebbe potuto uscire, per rinchiudervi il Minotauro, in modo che non avesse alcuna possibilità di fuga. Dedalo, nella speranza di guadagnarsi la fiducia del sovrano, costruì quello che è noto alla storia come il labirinto di Cnosso. Vuole la leggenda che il Minotauro venisse rinchiuso nel labirinto e che ogni anno sette giovani e sette fanciulle ateniesi (che erano stati vinti dal re di Creta) venissero sacrificati al Minotauro per saziare la sua fame di carne umana. Per due volte fu ripetuto il sacrificio fino a quando, alla terza spedizione, giunse a Creta Teseo, figlio di Etra ed Egeo, sovrano di Atene, fingendosi parte del gruppo dei sacrificandi con l'intento di porre fine ai sacrifici. L'impresa era molto difficile non solo perché doveva uccidere il Minotauro, ma perché una volta entrato nel labirinto, era impossibile uscirne.
Il giovane si innamorò di
Arianna,
figlia di Minosse e da questa fu aiutato nell'impresa che avrebbe
liberato Creta dal Minotauro. Infatti quando fu il turno di Teseo di
entrare nel labirinto, questi dipanò lungo la strada un rocchetto d filo,
fornitogli da Arianna, su suggerimento di Dedalo. Quando Teseo giunse al
cospetto del mostro lo uccise e riavvolgendo il filo, riuscì ad uscire dal
labirinto. Finì così l'orrendo sacrificio che era stato imposto da Minosse
agli ateniesi e contemporaneamente Teseo ed Arianna fuggivano da Creta
recandosi a Nasso.
Secondo la leggenda
Sileno, compagno e
maestro di Dioniso, era caduto dalla groppa del suo asino, perché
ubriaco, nel giardino di re Mida.
Questi allora gli prestò soccorso e il dio, in segno di riconoscenza per la
sua generosità nei confronti di Sileno, gli concesse di esaudire un suo
desiderio. Mida richiese
allora che tutto ciò che toccava si potesse tramutare in oro. La
richiesta fu prontamente esaudita, ma con conseguenze impensabili e
destinate a sollevare non pochi problemi al re: persino il cibo che egli
toccava per portarselo alla bocca diventava oro nelle sue mani. Mida si
vide perciò costretto a richiedere al dio di ritirare la sua grazia e di far
cessare gli effetti dello straordinario potere che gli aveva concesso perché
altrimenti sarebbe morto di fame e di sete. Dioniso gli ordinò allora di
bagnarsi nelle acque del fiume Pattolo, che
ebbero l’effetto di cancellare ogni traccia dei poteri straordinari del re,
e che, secondo la tradizione, da quel giorno divennero ricche d’oro. |
Dosso Dossi, Trionfo di Bacco, prima metà XVI sec.
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● La canzona di Bacco ( Trionfo di
Bacco ed Arianna ) di Lorenzo il Magnifico
La canzone
a ballo, musicata,
accompagnava uno dei cosiddetti trionfi, carri mascherati
che, inventati dallo stesso Magnifico, sfilavano per le vie di Firenze
durante il carnevale, con accompagnamento di musiche e canti. Il genere dei
"canti carnascialeschi" (
carnevaleschi ), ebbe molta fortuna fino al Cinquecento. Il testo venne
composto probabilmente per il carnevale del 1490.
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Lorenzo il Magnifico - Canzona di Bacco - recitazione |
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Quest'è
Bacco ed
Arïanna, Queste
ninfe ed altre genti Questi lieti satiretti, or da Bacco riscaldati, Queste
ninfe
hanno anche caro ora insieme mescolate Questa soma, che vien drieto |
se non può star ritto, almeno
Mida vien drieto a costoro: Che dolcezza vuoi che senta Ciascun apra ben gli orecchi, ogni tristo pensier caschi: Donne e giovinetti amanti, Non fatica, non dolore! |
Mappa di riferimento
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