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A Vercelli la prima Scuola Tecnica Speciale d'Italia. Vincenzo Cesati e Celestino Peroglio

Naturalmente «pareggiamento» per il Comune significava invece quanto previsto dal decreto legge, cioè l'intervento governativo nello sgravio degli oneri. 
Sia come sia, la questione si trascina per anni nei quali l'Istituto, accudito dall'organo municipale della Giunta di Vigilanza, amministratrice monitorata continuamente dal Ministero, si destreggia in uno snervante ping pong di circolari senza spuntarla, affrontando davvero molti sacrifici.
Lasciamo la parola a qualche documento: ricordando alla Giunta il suo compito, il Ministero, con il consueto tono ampolloso, insiste su «quell'equa e commendevole severità, dalla quale soltanto, insieme all'utile degli alunni, ne può venire il progresso tanto auspicato delle nostre classi industriali e professionali» e conclude che «il tempo delle facili compiacenze vuol essere definitivamente chiuso oggidì che la nazione è costituita e che essa non domanda altro oramai che la dignità degli studi sia con ogni sollecitudine ed ogni sagrificio assicurata 4

Siamo appena nel 1867: la nazione è costituita e che la dignità degli studi dovesse essere «con ogni sollecitudine ed ogni sagrificio assicurata» la città lo sperimentava quotidianamente e lo sapeva più d'ogni altro, essendosi esposto di persona, il barone Vincenzo Cesati da Vigadore, già esule in Svizzera per il sostegno accordato alla causa  italiana.
 


Vincenzo Cesati
 

Ritornato a Vercelli nel 1848, negli anni successivi sostenne la realizzazione delle Scuole tecniche speciali, richieste ed ottenute in seguito alla proposta di Peroglio. Cesati divenne così il primo direttore delle Scuole tecniche speciali, nonché primo preside dell'Istituto, in quel delicato decennio d'avvio 1857-1867.

Cesati lascia una straordinaria impronta nella cultura scientifica vercellese e nell'organizzazione dell'Istituto, a cominciare dalla realizzazione del Gabinetto di Scienze, tuttora dotato di raccolte e strumenti cui mise mano personalmente con l'avvedutezza dell'uomo di scuola, più che mai conscio dell'emergenza scientifico-tecnica del momento, ma anche con l'autorevolezza dell'intellettuale illuminato: le prime linee della progettualità d'Istituto seguono le indicazioni ministeriali, puntando inoltre a creare una figura di docente educatore e animatore di cultura, tanto è vero che in quella scia si muoveranno i suoi successori, tra i quali ricordiamo l'israelita Aronne Bedarida.
 


Primo artefice delle Scuole tecniche speciali vercellesi, Celestino Peroglio. Trasferitosi da Vercelli a Bologna, per la docenza di Pedagogia, nel 1899, già Rettore della Facoltà di Lettere e Filosofia, pubblicò l'opuscolo intitolato Dell'utilità degli studi dell'istruzione tecnica - Discorso del prof. Celestino Peroglio per l'inaugurazione della prima Scuola Tecnica sorta in Italia, tenuto in Vercelli addì 3 marzo 1854.

 


Aronne Bedarida, nato nel 1845,  formatosi in Geologia e Scienze naturali presso le Università di Torino, Milano e Genova,  socio della Società di Scienze naturali,  membro della Società geologica di Francia,  fin dal 1870 insegnò come supplente al Liceo Lagrangia.  Nel 1873 diventò titolare della cattedra di Storia naturale all'Istituto tecnico. Alla sua morte prematura,  nel 1875, lasciò in dono le sue raccolte bibliografiche alla Biblioteca Civica e alla Biblioteca Agnesiana.

Lasciò al Gabinetto di storia naturale dell'Istituto Tecnico la sua raccolta di minerali, tuttora conservata, che andò arricchendo le dotazioni del "piccolo Museo di scienze" del «Cavour», per dirla con Cesati.

 

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