Il notabilato vercellese supporta l'Istituto
Vale la pena ricordare che tra i componenti del
Consiglio comunale compaiono i notabili cittadini più sensibili alle
necessità dell’Istituto: sono gli unici che sostengono la “loro” scuola nei
momenti difficili in cui il Ministero sembra abbandonarla. I Laviny, gli
Arborio Mella, i Lombardi, gli Avogadro della Motta, i Malinverni, gli
Arborio di Gattinara: nomi di spicco della politica, della cultura,
dell’aristocrazia, dell’economia supportano Annovati in caccia di soluzioni
per raggiungere lo scopo: cataloghi di case produttrici, preventivi più
economici, acquisti di apparecchi e strumenti per i Gabinetti di Fisica e
di Chimica, su cui insiste il Ministero: sono gli anni in cui l’industria
chimica è in ascesa nel paese; nasce la Pirelli nasce nel ’72 e cominciano a
circolare i fertilizzanti. |
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Si prepara la ripresa: i primi presidi sono
qualche cosa di più di semplici tecnocrati, sono prima di tutto esponenti di
una classe dirigente colta e aggiornata. Il preside è soprattutto un
ingegnere: la sua formazione e la sua cultura lo aiutano nel compito:
difatti l'Istituto va avanti, un passo dopo l'altro, cominciando a farsi
conoscere ed apprezzare proprio per quelle che è tra i pochi a possedere: è
il caso della Direzione del genio Militare di Novara per il prestito di un
tacheometro e della Scuola Filologica e professionale Borgogna per l'uso
degli apparecchi del Gabinetto di Fisica necessari per l'elettrotecnica ….11 Occorre però, a questo punto, fermarsi a considerare la situazione vercellese, poiché essa si colloca in un particolare contesto: il lento decollo della sezione commerciale, la difficile attivazione della sezione fisico-matematica, l’andamento stabile della sezione agronomica sono, da subito, lo specchio fedele della realtà eminentemente agraria della dimensione vercellese, colpita nel 1880 da una crisi del riso che pareva senza speranze, peraltro europea e generalizzata, fino al ’94. L’agricoltura italiana non resse la concorrenza dei prodotti stranieri (grano nordamericano e russo, riso indiano), ma ai primi del ’900, con la scelta protezionistica e grazie ai migliorati rapporti commerciali con Francia, Svizzera e Austria, superata la crisi, nel vercellese sembra che stia per chiudersi il capitolo dell'agricoltura precapitalistica.
Tuttavia permane la «compenetrazione tra centro
urbano e retroterra agricolo, secondo una logica che tuttavia suggella
comunque il primato dei valori rurali […] Ma in ciò - nel pensare che
attorno alla produzione agricola si costituisca un modello di sviluppo
sociale, in cui alla città si finisce con l'attribuire un ruolo accessorio -
si può legittimamente scorgere anche la manifestazione di un decisivo
abbandono del liberalismo cavouriano preunitario, nel quale il fondamento
ruralistico veniva soprattutto ad assumere le spoglie di potente leva di
modernizzazione»
12. |
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Un bel groviglio di contraddizioni: da un lato
la figura professionale che l'Istituto tecnico deve forgiare si proietta
verso la modernità e la modernità equivale all'industrializzazione fuori e
dentro casa, d'altro lato, però, la città vede compiersi scelte politiche in
tutt'altra direzione dovute a quello stesso notabilato, che intreccia le sue
vicende con quelle del «Cavour».
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11 ASV Protocollo del
1899, Lettera di ringraziamento della direzione generale del genio
Militare di Novara. |