Non una ma tante biblioteche
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Antichi eccellenti bibliotecari Per la prima volta, in occasione della Mostra di questo centocinquantenario, alcune opere del Lascito e del “Repertorio” sono esposte al pubblico; accanto a queste anche opere altrettanto pregiate, acquisite attraverso altre vie: il bellissimo volume di Rousselet sull'India, riccamente corredato di riproduzioni, risulta donato all'Istituto dalla Civica, ad opera di Faccio. Una biblioteca racconta sempre la storia della cultura, ponendosi come centro propulsore di conoscenza: lo sapevano bene tutti questi nostri antichi eccellenti "bibliotecari" e chissà quanti altri come loro, venuti prima e dopo quegli anni.
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Nel tempo, a testimonianza della stima di cui ha goduto l'istituto, si sono susseguiti altri lasciti e piccoli fondi più o meno importanti: dopo la prima metà del Novecento un discreto numero di opere di narrativa della Biblioteca Universale Rizzoli (BUR), tutte degli anni Cinquanta, siglati sul frontespizio in alto con l'autografo Tenente Casanova, mentre altri volumi risultano donati da Faccio al momento della sua presidenza e in seguito, altri piccoli lasciti dalla famiglia Passera e da non meglio identificati ex-allievi, docenti, privati; abitudine fiduciaria nei confronti della biblioteca dell’Istituto che perdura tuttora. In epoca più vicina a noi, infatti - primi anni Novanta - la biblioteca ha ricevuto alcuni libri e manuali in lingua inglese, donati dalla famiglia, in ricordo degli anni di docenza in Istituto di Gualtiero Castri. Infine un’intera raccolta bibliografica per le discipline tecnico-aziendali e economiche giunta in quest’ultimo decennio. Non una ma tante biblioteche
Continuando la ricostruzione cronologica della
biblioteca, nuove fonti documentarie, sebbene più scarne, informano riguardo
al ventennio e oltre, fino alle soglie del secondo dopoguerra: si rileva
soprattutto lo scrupolo di catalogazione patrimoniale generale
dell'Istituto, testimoniato dai singoli fascicoli del grande Inventario,
rilegato nel volume del '38 -'39, in risposta alle ferree circolari del
Ministero che chiedevano conto dettagliatamente anche del patrimonio
bibliografico, di sicuro sotto controllo, monitorato e incrementato secondo
le disposizioni e le linee della politica culturale di regime.
Molti gli acquisti d’obbligo, in quel tempo:
le opere di Benito Mussolini
(I discorsi), i volumi di propaganda, una letteratura encomiastica
dell’avventura coloniale e dell’autarchia, insieme a quant'altro fosse
accreditato dal regime per una perfetta educazione fascista dei giovani. |