A metà degli anni Ottanta,
precisamente nell’anno scolastico 1985-1986, inizia la presidenza di
Roberto Tonani, attuale dirigente scolastico
del «Cavour», la cui permanenza in Istituto si accinge a diventare ormai
ventennale, quindi la più lunga dopo quelle di Verzone e di Annovati.
Roberto Tonani (Vercelli, 1939), dopo
il diploma di perito agrario, conseguito nel 1958 presso l’Istituto tecnico
agrario di Vercelli, si è laureato in Scienze agrarie nel 1964
all’Università degli Studi di Torino. Abilitandosi alla libera professione
di agronomo nel 1967, dopo l’iscrizione all’albo, ha continuato la sua
attività professionale fino al 1977.
Insegnante tecnico pratico, per un breve
periodo anche prima della laurea, presso l’Istituto tecnico agrario
cittadino (dal 1962 al ’66), poi docente di discipline professionali presso
l’Istituto professionale per l’agricoltura di Trino (1966-’67), presso la
sede coordinata di Mortara (1969-’70), di nuovo a Trino (1970-’71).
Come docente di Estimo ed Economia insegnò all’Istituto tecnico per geometri
«Vaglio Rubens» di Biella (1972-’73) e come docente di Meccanica agraria,
Costruzioni e Topografia all’Istituto tecnico agrario di Vercelli (dal 1975
al ’77). Dalla fine degli anni Settanta preside incaricato all’Istituto di
Trino con sedi coordinate a Mortara e a Solcio di Lesa (dal 1977 al 1982),
con istituzione della sede coordinata di Crodo (1979-’80).
Per un breve periodo tornò all’insegnamento all’Istituto Agrario vercellese,
in attesa di nomina in ruolo. Preside incaricato
all’Istituto Magistrale di Vercelli
nell’a.s. 1982-’83 e all’Istituto
agrario nell’anno 1983-’84. Titolare della cattedra di Topografia presso
l’Istituto tecnico «Cavour» nel 1984-’85 e nello stesso anno scolastico nominato
preside di ruolo all’Istituto tecnico di Santhià. Preside all’Istituto
«Cavour» ininterrottamente dall’a.s. 1985-’86 all’a.s. corrente.
I cambiamenti in questo ventennale lasso di tempo sono stati profondi e,
dagli ultimissimi anni in poi, tali e tanti, nella scuola dell’Autonomia, da
richiedere un tempo di sedimentazione un po’ più lungo per potere essere
valutati nelle loro dinamiche con la necessaria distanza critica, come tutto
ciò che è ancora storia in corso e assomiglia forse di più alla cronaca.
Ma se tutta la scuola italiana ha subito trasformazioni, e la riforma
recente ancora ne muterà la fisionomia, oggi l’incerto futuro degli Istituti
tecnici desta perplessità. Nel quadro generale dell’istruzione tecnica
occorre ricordare che all’inizio degli anni Novanta la Commissione
Brocca ha puntato su un ampliamento delle
aree comuni nei programmi del biennio e del triennio, ma le sue proposte
hanno coinvolto soprattutto i licei.
Con il ministero Berlinguer sono stati
riformati i cicli, si è proceduto all’estensione dell’obbligo e si sono
impostate le linee conclusive del processo di autonomia.
La riforma Moratti punta oggi alla
distinzione tra formazione professionale e licealizzazione, con
accentuazione del decentramento all’autonomia delle regioni.
Ora, venendo agli anni Ottanta, all’epoca il numero di studenti
dell’Istituto «Cavour» si aggirava tra i 1100-1200 tanto che fino ai primi
anni Novanta l’Istituto aveva ancora bisogno di collocare alcune delle
classi dell’indirizzo commerciale (le più numerose) nelle aule di sezioni
staccate: la prima era stata in via Stara, presso l’ex Asilo Umberto, poi fu
la volta del Seminario Arcivescovile e dell’ex Convitto «Rosa Stampa».
Tuttavia, malgrado il conforto delle cifre, ancora rassicuranti, già fin
d’allora la preoccupazione per l’andamento demografico e il relativo
decremento che, a breve, si sapeva avrebbe coinvolto anche la scuola media
superiore, inducevano ad interrogarsi, per tempo, su quale sarebbe stato
l’andamento del futuro, e sull’inevitabile trasformazione delle figure
professionali del ragioniere e del geometra; su quali sarebbero state le
nuove esigenze del mercato del lavoro, specie in considerazione della
rivoluzione tecnologica in quel momento in piena affermazione e in crescente
sbalorditivo sviluppo.
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L’impressione che comunque qualche cosa occorresse mutare
si trasformò in una serie di innovativi progetti che la presidenza mise in
atto. In questa prospettiva l’Istituto «Cavour» ha cercato di trovare
risposte ai problemi di una scuola senza riforma, svecchiando i suoi corsi
attraverso le sperimentazioni, negli anni divenute l’unica alternativa
praticabile. Si incominciò dalla introduzione dell’informatica nei corsi
della Sezione Programmatori, che provvide ad un primo notevole passo avanti.
Seguirono i Progetti assistiti IETA per il corso Geometri e IGEA per la
Ragioneria negli anni 1991-1992.
In questo ultimo quinquennio l’introduzione in alcune classi della
Didattica Modulare.
Negli ultimi venti anni circa, 1985-2004, il «Cavour» ha realizzato, tra i
primi Istituti nel panorama delle scuole provinciali, un’articolata serie di
esperienze dalle finalità didattiche altamente qualificate che hanno
prodotto manifestazioni culturali di indubbio interesse e di utilità sociale
per l’intera città.
Va detto che negli anni l’edificio, un tempo vanto della
municipalità, ha richiesto urgenti e vistose opere di manutenzione e
restauri che, iniziati in maniera più capillare ormai da qualche anno, non
senza svariate difficoltà, stanno per essere conclusi dall’Amministrazione
provinciale. Alcuni cambiamenti sostanziali al riguardo già erano avvenuti
alla fine degli anni Ottanta: ad esempio la Biblioteca d’Istituto era stata
trasferita dall’angusto e ormai insufficiente locale del primo piano nei due
bei locali che ospitano attualmente le sue raccolte: l’Aula Biblioteca e la
cosiddetta Aula Faccio.
Ugualmente sono state create aule per conferenze e convegni modernamente
attrezzate per la multimedialità; è stato completamente rimodernato il
vecchio locale della segreteria, è stata restaurata l’Aula Magna.
Insomma si può ben dire che durante la ventennale
presidenza Tonani, l’Istituto si è sforzato di rinnovare le strutture nel
rispetto della sua identità, attivandosi per un qualificato aggiornamento e
facendosi promotore come scuola capofila di numerose iniziative, incontri,
corsi volti a migliorare la sua offerta formativa. Riguardo all’attualità
il Piano dell’offerta formativa, in quanto progettazione di tutta
l’attività d’Istituto, costituisce un documento di fondamentale importanza
per comprendere cosa sia oggi l’Istituto tecnico commerciale e per geometri
«Cavour».
In tempi recenti, malgrado quanto è stato fatto, si registra una riduzione
di classi. L’implacabilità delle cifre va interpretata osservando la
propria politica scolastica anche alla luce del contesto territoriale e di
quello socio-economico che è andato profilandosi negli ultimi anni. Un
contesto in crisi per vari motivi: la scomparsa di sbocchi lavorativi nel
settore industriale, la trasformazione della provincia, la concorrenza di
nuovi istituti privati, la licealizzazione crescente che
minaccia la specificità professionalizzante.
Sull’attuale ruolo delle figure professionali del ragioniere e del geometra
occorre un’analisi più accurata per potere formulare ragionevoli ipotesi e
trarre conclusioni utili.
Su questo argomento è stata elaborata a cura dei Proff. S. Cunsolo, E.
Olivetta, A. Zarbo un'indagine circa le possibilità occupazionali dei
diplomati dell'ITCG CAVOUR a curriculum di studi ultimato negli anni
scolastici 1998-1999, 1999-2000, 2000-2001. I risultati dell'indagine si
possono consultare alla pagina web:
http://www.tecnicocavour-vc.it/indagine_diplomati.htm
Per quanto concerne le competenze professionali dei collaboratori richieste
dalle imprese si evidenziano, nei vari settori, soprattutto le
seguenti: conoscenze delle norme di sicurezza nei cantieri; conoscenza della
normativa fiscale; uso del computer nelle sue svariate applicazioni;
capacità di conoscenze della contabilità e tecnica bancaria; conoscenza
delle lingue (inglese e tedesco); adempimenti in materia di IVA, paghe,
contributi; conoscenza norme Import-Export e dei contatti internazionali;
conoscenza Internet e E-business; conoscenza della cultura ed esigenze dei
paesi europei ed extra europei; tecniche commerciali. Oltre a ciò le aziende
indicano ciò che la scuola dovrebbe insegnare ai giovani che si preparano ad
entrare nel mondo del lavoro, più precisamente: disponibilità e
adattabilità; capacità organizzativa e di rapido apprendimento; senso di
responsabilità; capacità di lavorare in gruppo e in modo innovativo. Il dato
conclusivo sembra riconoscere alcuni di questi requisiti nella preparazione
scolastica dei diplomati, ma una volta di più insiste nella esigenza di
maggiori conoscenze professionali specifiche, il che senza sforzi di
fantasia significa una maggiore collaborazione tra il mondo del lavoro e la
scuola. Dunque questo continua ad essere il nocciolo della questione.
Ora i dati emersi sottolineano ancora una volta il ruolo
principale del terziario e la crescente importanza del commercio, data la
grande distribuzione nell’area vercellese. Sono in aumento le domande in
quest’ambito (agenti, rappresentanti, procacciatori di affari). Si sta
inoltre sviluppando l’imprenditorialità individuale, per cui necessitano
iniziativa e creatività. E’ rilevante la presenza di unità produttive di
piccole dimensioni. Queste ultime tendono ad esternalizzare numerose
funzioni aziendali, affidandosi a consulenti esterni (centri servizi) e
contribuendo a creare un ampio indotto terziario.
L’Istituto Tecnico «Cavour», per fare fronte a questi bisogni ha quindi
arricchito il percorso formativo curriculare; ha sviluppato il
percorso formativo integrato curriculare ed extra-currriculare; offre
una gamma di attività extra-curriculari e l’integrazione con la
formazione professionale; i corsi serali, i corsi post-diploma; stipula con
allievi e famiglie il contratto formativo.
Al termine di questo lunghissimo viaggio attraverso la storia e le storie
dell’Istituto tecnico di Vercelli, dopo le celebrazioni e gli auguri
tradizionalmente d’obbligo in ogni compleanno che si rispetti, vogliamo
sperare che il futuro riservi ancora altre stagioni al «Cavour». Se non
altrettanto lunghe, perlomeno fruttuose quanto le centocinquanta che si è
inteso rievocare attraverso le tante realizzazioni nate per questa Mostra.
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