La copertina di Mago bontà
di Eugenio Treves,
Biblioteca del Cavour |
Una delle illustrazioni tratte da Mago bontà
di Eugenio Treves,
Biblioteca del Cavour |
Nato a Milano nel 1888, ancora bambino si trasferì a Vercelli con la sua
famiglia ( il padre era proprietario di una fabbrica di bottoni ), dove
studiò fino al conseguimento del diploma nel 1906. Nel 1911 si laureò alla
prestigiosa Università di Lettere di Firenze. La sua lunga carriera di
insegnante, ammirato e rispettato da allievi e colleghi, incominciò nel 1913
all’Istituto Tecnico «Cavour», dove ricoprì la cattedra di letteratura
italiana nella sezione geometri. Nel nostro istituto rimase fino al
collocamento in pensione nel 1958, ad eccezione di due periodi di
interruzione: il primo dovuto alla sua partecipazione alla prima guerra
mondiale, nella quale si distinse come tenente di artiglieria, meritandosi
una croce di guerra al valor militare; il secondo a causa delle famigerate
leggi razziali che, in quanto ebreo ( sebbene in realtà fosse di religione
cattolica: aveva sposato nel 1927 la signorina Laura Zanotti con rito
cattolico ) gli costarono prima la perdita del suo lavoro e lo obbligarono
poi a rifugiarsi con il figlio in un convento in Valle d’Aosta. Solamente
dopo la Liberazione poté ritornare alla sua cattedra al «Cavour» e
dedicarsi ancora all’insegnamento.
Fu un uomo coltissimo, attivamente impegnato nella vita
culturale di Vercelli e autore di saggi, tra cui una interessante ricerca
sull’autore teatrale vercellese Nicolò Barbie, novelle e poesie, fiabe,
racconti per ragazzi, i, però
l’opera sua più impegnativa fu la compilazione del dizionario della lingua
italiana apparso poi con il solo nome del Palazzi, che vi aveva collaborato. Treves aveva dedicato anni di faticoso impegno a quell’opera, ma ancora una
volta le leggi razziali lo privarono del suo lavoro e dovette accontentarsi
di un semplice trafiletto in cui si menzionava la sua collaborazione.
Nel 1964 anch’egli, come già Giulio Cesare Faccio, venne
proclamato “Vercellese dell’anno”. |