Abilità linguistiche
Linguaggio e linguaggi
Viene individuata nella DB la centralità
delle abilità
linguistiche,
intese come abilità trasversali. Tale prospettiva,
riconosce alle abilità linguistiche, accanto a quelle logico-matematiche,
il ruolo di cassetta degli attrezzi operativa per impadronirsi dei saperi
disciplinari, esse assumono la funzione di strumenti strategici
essenziali a livello comunicativo-relazionale e cognitivo-operazionale, capaci
di caratterizzare il successo dei percorsi formativi in chiave di continuità
verticale e di trasversalità orizzontale.
Ecco dunque profilarsi la necessità di una
prioritaria riflessione sul linguaggio ( sui linguaggi per meglio dire )
e sulle abilità ad essi collegate. Ancor di più oggi, in fase di
riordino dei cicli e di ridefinizione dei contenuti
essenziali dei curricoli, di continuità educativa e di elevazione
dell’obbligo scolastico. Le considerazioni di merito, che si potrebbero
avanzare in rapporto a tale materia, sono numerosissime e costituiscono forse
uno dei compiti più impegnativi - perché centrali - del legislatore.
Ricorderò solo l’incidenza di questa materia nell’organizzazione del curricolo nazionale in Europa. In Inghilterra si affiancano due sole macro-aree disciplinari fondanti: quella delle scienze e quella della lingua. L’organizzazione del curricolo in lingua si muove per grandi fasi, quasi scavalcando la distinzione tra primario e secondario ed enfatizzando non solo l’importanza dei livelli di competenza, ma anche le modalità di organizzazione del curricolo. Le specificità strutturali della lingua sono tre; il parlare, l’ascoltare, il leggere e lo scrivere e ritornano in tutte le fasi del percorso educativo. Tre sono i settori rilevanti in cui le abilità vanno costruite e valutate: gli ambiti di applicazione, le competenze di base, la lingua standard e lo studio della lingua.
In Francia tra le competenze trasversali che vanno
verificate dai cicli primari fino all’ultimo ciclo, il terminale, troviamo i metodi
di lavoro e il trattamento dell’informazione. ( L.Guasti,
Quaderno n°2 di ITER, Il riordino dei cicli scolastici, settembre 2000 ).
Anche in Italia, il Documento dei saperi di base
si esprime esplicitamente in relazione alla centralità dell’educazione
linguistica, suggerendo:
“……Una particolare attenzione va dedicata alla comprensione e
alla produzione del discorso parlato e scritto, in tutta la pluralità di testi
possibili, sollecitando sia l'efficacia della comunicazione sia il controllo
della validità delle argomentazioni.
Sulla base di tali sollecitazioni generali, si coglie
dunque la centralità dell’ambito linguistico
all’interno di tutte le aree disciplinari, come prima ed
essenziale dimensione fattuale dell’agire didattico. Tale centralità
si impone alla riflessione dei docenti, che si pongano in ottica di ricerca
metodologica. Essi dovranno misurarsi con la specificità dei linguaggi e dei
metalinguaggi disciplinari, elaborando piste di lavoro che facciamo emergere ed
affrontino conseguentemente gli ostacoli incontrati dai giovani studenti nel
rendere pertinente il loro bagaglio semantico e più generalmente
espressivo, così da coniugarlo con le specificità disciplinari. I problemi
linguistici possono essere affrontati, in una prospettiva
di analisi descrittiva, teorica e critica dei linguaggi. Si indicano
alcune problematiche ( e possibili piste di ricerca ) legate alle pratiche
linguistiche che caratterizzano la quotidianità dell'interazione scolastica.
¨
Analisi
delle coppie di abilità ( ascolto-comprensione, lettura-scrittura,
comunicazione - formalizzazione, riflessione-produzione linguistica….. ), con
approccio cognitivo e metacognitivo, che evidenzi il rapporto con le modalità
di pensiero sottese alle singole abilità. Il tutto in un’ottica
processuale, capace di monitorare le fasi di avanzamento delle abilità
stesse.
¨
Sperimentazione
di momenti di lavoro scolastico che focalizzino l’attenzione sul contesto di
strutturazione dell’attività linguistica, enfatizzando la prospettiva
pragmatico -comunicativa e valorizzando condizioni di fruizione reale delle pratiche di lettura e di scrittura.
¨ Brainstorming, intervista clinica, argomentazione investigante. Occorre puntare sul valore dell’argomentazione per la configurazione più precisa delle aree di significato condivise.
Dalle
mappe concettuali si passerà gradualmente alla produzione di enunciati ed alla
verifica delle definizioni. La didattica Breve riconosce un valore
centrale alla definizione: essa va padroneggiata dopo un paziente lavoro
di ricerca linguistica orientato a creare condivisione ( e produrre reale
significatività ) di tutti i termini della definizione e dello strutturarsi
articolato dei concetti.
¨
Sperimentazione
di attività laboratoriali: laboratorio linguistico, laboratorio di
lettura con un'attenta analisi dei processi attivati. Riflessione sulle modalità
di lettura. Dalla lettura silenziosa alla lettura condivisa, partecipativa fino
alla recitazione ed alla drammatizzazione.
¨
Il
laboratorio di scrittura. Dalla comprensione del testo alla produzione di testi.
Enciclopedie mentali, impiego della memoria di lavoro e pianificazione testuale.
La revisione testuale.
¨
La
sintesi e la trasposizione linguistica. Parafrasi, riassunto, relazione…..
Modalità di segmentazione dei testi e riconfigurazione delle nuove strutture
testuali.
¨
Approfondimenti
sui caratteri strutturali dei linguaggi regolativi. Proceduralità, rilievi
contestuali, definizioni tecniche, condizioni di impiego, i nessi linguistici
all'interno della dimostrazione…Decodificazione e produzione di testi
regolativi. Manuali d’uso di prodotti multimediali creati dalle classi.
¨
Produrre
testi per il territorio. Scrivere e leggere in pubblico. La presentazione dei
lavori a convegni, mostre, incontri pubblici. Modalità organizzative ,
pragmatica della comunicazione. Lucidi, scalette, relazioni.
¨
La
comprensione dei messaggi in L2. Codificazione e transcodificazione. Le modalità
cognitive e procedurali attivate dalle traduzioni.
¨
Compresenze
e utilizzo di modelli linguistici unificati e comparati. Attività in L1 e L2.
¨
L’abilità
pragmatico-conversazionale. La conversazione come situazione comunicativa
spontanea e nel suo utilizzo didattico. Il cooperative learning ed il
lavoro di gruppo. Controllo dei processi attivati.
¨
Il
linguaggio interno ed il linguaggio esterno attivato dal contesto storico e
sociale. La memoria storica guidata da narrazioni, interviste, …ma anche da
testi e documenti, da manufatti ed oggetti, da permanenze simboliche. Il
laboratorio di storia e la sua valenza didattica nell’esplorazione e
ricostruzione dei linguaggi dimenticati. L’integrazione di aree di significato
attraverso la problematizzazione del reale..
¨
Produrre
linguaggio lavorando sulle immagini e sulle produzioni dell’immaginario. Le
leggi del doppio canale e del rinforzo percettivo in connessione dinamica. La
creazione di prodotti ipermediali e le loro logiche.
¨
Il
linguaggio musicale come linguaggio emozionale. Evocazione analogica ed impiego
del linguaggio musicale per connotare situazioni, messaggi, produzioni
testuali.
¨
Descrivere
e decodificare paesaggi, quadri
ambientali. L’integrazione dei saperi e la rilettura di realtà stratificate e
complesse. Ricostruzione di significati nell’area geostorico-sociale.
¨
Leggere
per operare sulle quantità. Il testo del problema e la sua contestualizzazione.
Il procedimento analogico e la rappresentazione algoritmica. Le fasi della
formalizzazione.
¨
Cogliere
scansioni, cesure, inclusioni, priorità procedurali….La frase, l’enunciato,
il capoverso e l’organizzazione delle strutture sintattiche. Isomorfismi con
la struttura dell’espressione matematica.
¨
Avvicinamento
alle varie tipologie testuali. Perlustrazioni, analisi, destrutturazioni
e ristrutturazioni di testi. Dalla prospettiva sintattica dell’enunciato alla
prospettiva testuale. Utilizzo di indizi, inferenze, ricorrenze nella lettura.
Coerenza, omogeneità, equilibrio strutturale nella produzione di testi.
¨
Scritture
funzionali ed abilità complesse: ascoltare, memorizzare, pianificare,
rappresentare le conoscenze nella pratica dell’appunto.
¨
L’analisi
testuale e la didattica di avvicinamento alle varie tipologie testuali.
¨
Conoscenze
e competenze legate alla pianificazione dei testi argomentativi.
¨
Ascoltare
e confrontarsi, anticipare significati e argomentare: cogliere il valore della
pratica discorsiva e le sue modalità organizzative.