L'arte greca nell'interpretazione
di J. J. Winckelmann

 

La generale e principale caratteristica dei capolavori greci è una nobile semplicità e una quieta grandezza, sia nella posizione che nell'espressione.  Come la profondità del mare che resta sempre immobile per quanto agitata ne sia la superficie, l'espressione delle figure greche, per quanto agitate da passioni, mostra sempre un'anima grande e posata.  Quest'anima, nonostante le più atroci sofferenze, si palesa nel volto del Laocoonte, e non nel volto solo.  Il dolore che si mostra in ogni muscolo e in ogni tendine del corpo e che al solo guardare il ventre convulsamente contratto, senza badare né al viso né ad altre parti, quasi crediamo di sentire noi stessi, questo dolore, dico, non si esprime affatto con segni di rabbia nel volto o nell'atteggiamento.  [...] Il dolore del corpo e la grandezza dell'anima" sono distribuiti con eguale misura per tutto il corpo e sembrano tenersi in equilibrio. ”.

Johann Joachim Winckelmann


Il gruppo del Laocoonte

La statua è attribuita da Plinio il vecchio a tre scultori provenienti da Rodi: Agesandro, Atenodoro e Polidoro. Mostra Laocoonte ed i suoi due figli Antifante e Timbreo mentre sono strangolati da serpenti marini.

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