Il sondaggio Cede e il livello culturale dei 18enni
Chi esce dalla scuola dell'obbligo ha un livello culturale molto basso. I 18enni non sanno, fra i vocaboli, cosa significhi "rimunerativo" e "a domicilio".

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di Riccardo Venturi

ROMA - Solo il 53,3 per cento sa cosa significa "rimunerativo". Per la locuzione "a domicilio" si scende al 45,5 per cento. Ma il crollo c’è per la "causale" di un bolletino postale: solo l’8,7 per cento sa che cosa sia. Sono alcuni degli sconcertanti esiti della Rilevazione sulle competenze alfabetiche dei diciottenni, uno studio pubblicato quest’anno dal Cede, l’istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione. I campioni maschile e femminile, sparsi su tutto il territorio nazionale, sono stati contattati rispettivamente in occasione della visita di leva (stesso sistema utilizzato dalla Lapis) e direttamente a casa. Il livello culturale medio che emerge dallo studio è drammaticamente basso. Solo l’8,4 per cento del campione ha saputo compilare correttamente e integralmente un bollettino postale, solo una percentuale compresa fra il 25 e il 45 per cento ha superato una prova di comprensione di tre brevi articoli. Dal sondaggio emerge che il livello culturale è basso non solo per chi non ha raggiunto la licenza media, ma anche per chi ha un diploma. Prendiamo per esempio il tasso di comprensione del termine "causale" di pagamento di un bollettino postale. Fra i diciottenni con la licenza elementare a conoscerne il significato era solo il 5 per cento, fra chi ha la licenza media la percentuale sale solo fino al 7,2 per cento, ma anche i diplomati si attestano sulla non straordinaria percentuale del 21,7 per cento. Nel caso della difficilissima espressione "a domicilio", i diciottenni con licenza media inferiore fanno addirittura meglio dei coetanei diplomati: la conosceva il 46,5 per cento dei primi contro il 44,6 per cento dei secondi, e contro il dignitoso 40 per cento di chi si è fermato alla licenza elementare.

 I risultati del sondaggio realizzato dal Cede dimostrano l’esistenza di un altro problema, non necessariamente meno grave di quello della dispersione scolastica: quello del basso livello culturale di chi esce dalla scuola dell’obbligo. A questo proposito un dato è assai significativo: il 45 per cento di chi ottiene la licenza media esce dall’esame di terza media con la votazione di "sufficiente". Come osserva Nando Dalla Chiesa nel documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sulla dispersione scolastica realizzata dalla Commissione Cultura nel corso della scorsa legislatura, "la generalizzazione del giudizio positivo più basso (che teoricamente potrebbe anche esprimere un alto livello di severità del sistema scolastico) sembra potersi rappresentare in parte come un artificio istituzionale - certo inconscio e animato dalle migliori intenzioni - volto a posticipare la fuoriuscita dell’alunno dal sistema; qualcosa di paragonabile alla concessione di una chance in più che altri docenti dovranno metter a frutto". Ma siccome per moltissimi ragazzi italiani (il 38 per cento degli over 15 nel 1996) l’esperienza di studio termina con la licenza media, la concessione di questa presunta chance equivale al regalo di un pezzo di carta in cambio di un livello di conoscenze molto basso. "Uno dei grandi problemi qui a Palermo è che molti dei ragazzi che riescono a superare la terza media tornano analfabeti, perché imparano così poco... L’ignoranza porta all’emarginazione sociale, ed è in queste sacche che pesca a piene mani la delinquenza. Non per niente il 90 per cento della popolazione carceraria ha una bassissima scolarità" dice Nino Rocca, presidente del centro sociale Francesco Saverio attivo da 16 anni nel quartiere dell’Albergheria, uno dei più difficili di Palermo.

Il brano è apparentemente di facile comprensione. denuncia il basso livello culturale degli alunni usciti dai vari ordini della scuola italiana e mette in relazione tali bassi livelli con l'emarginazione sociale che è più facile incontrare per chi non ha istruzione. proviamo ora a personalizzare e ad approfondire maggiormente l'informazione , cercando di farne un problema, se non da risolvere al meno da configurare. Prova a rispondere alle seguenti domande?

Perché spesso anche a me capita di non conoscere  il significato di parole di uso comune? Che cosa faccio per informarmi? Quando si impara davvero il significato di una parola? Quali attività mi aiutano a ricordarla? Si può imparare anche esternamente alla scuola il significato e l'impiego delle parole, anche ascoltando la televisione o leggendo i giornali....ma a patto di ......?
Perché è utile conoscere il significato di molte parole? A cosa serve il linguaggio nella vita di tutti i giorni? Perché la scuola ci insegna ancora troppo poco circa il linguaggio che serve davvero a capire ed a comunicare con gli altri?

VITA SCOLASTICA, MODULI DI ITALIANO CLASSE 3^, DOCUMENTI