Il paesaggio agrario della Padania irrigua
e della
risaia.
L'affermazione di un
paesaggio agrario dotato di caratteri omogenei
In settori come quello della pianura lombarda irrigua il
processo assume rilievo tale, che l’Inghilterra stessa potrà ritrarne
esempi ed ammaestramenti per la sua “rivoluzione agronomica” e per il
perfezionamento del suo high farming." ( E.
Sereni ) |
|
|
|
|
|
Le nuove forme del paesaggio agrario, caratteristico per la Padana irrigua, sono essenzialmente quelle del prato irriguo e quelle della risaia. E’ importante rilevare la progressiva e rapida diffusione di queste forme, che sempre più largamente improntano di sé intieri settori della Pianura padana.
Vediamo per esempio, per quel che riguarda
l’estensione del paesaggio della risaia, i dati abbastanza precisi
disponibili per il Vercellese. E’ certo che, dopo l’Unità, lo sviluppo delle opere irrigue e la crescente specializzazione regionale delle colture condizionano un'ulteriore rapida estensione della risaia del Vercellese. Attorno al 1860, l’estensione complessiva delle risaie era calcolata in Italia in 144.907 ha., dei quali la maggior parte era distribuita nelle province padane come la Lombardia, l’Emilia Romagna ed il Veneto. In Lombardia si tratta quasi esclusivamente di risaie a vicenda; mentre in Emilia e nel Veneto resta ancora importante la risaia stabile nei terreni acquitrinosi.
Nei decenni seguenti la
specializzazione regionale e provinciale della
cultura del riso ha compiuto degli ulteriori progressi:
nel 1929,
oltre un terzo della superficie a riso si trova nella provincia di
Vercelli; dove, con le province di Pavia, Milano e Novara è
concentrata ormai la
quasi totalità della produzione risicola italiana, completamente scomparsa nelle province dell’Italia centro-meridionale, ed
assai ridotta anche nel Veneto e in Emilia. Secondo una relazione del 1865 al ministro dell’Agricoltura, la provincia di Milano è di gran lunga in testa a tutte le province italiane per comprensori irrigui; seguita da Pavia, da Brescia e da Cremona. Importante è il rilievo, secondo il quale notevole è l’estensione dei comprensori irrigui anche in Piemonte, ove l’irrigazione si estende nel 1865 su ben 405.000 ha." ( E. Sereni )
La risicoltura e la
canalizzazione dell'età cavouriana in Piemonte
"Nel decennio immediatamente precedente
l’unificazione, le province venete restavano ancora molto indietro a
quelle lombarde e piemontesi, quanto all’estensione delle opere irrigue.
Qui, infatti, prevaleva, come nelle province emiliane, l’impegno nelle
opere di difesa idraulica e di scolo. Nel 1905 vediamo un’estensione complessiva dei comprensori irrigui, calcolata in ha. 798.000,
di contro ai 644.000 del 1865 in Lombardia ed ai
495.000 in Piemonte. |
|
|
|
|
|
Negli ultimi decenni del sec. XIX, le
fondamentali produzioni agricole, la trasformazione dei sistemi agrari, lo
sviluppo delle tecniche ed una crescente subordinazione dell’agricoltura
al capitale, hanno assicurato alle quattro regioni padane ( Piemonte,
Lombardia, Veneto ed Emilia ) un aumento della
produttività del lavoro agricolo, che non ha riscontro in altre regioni
italiane, più arretrate sulla via dello sviluppo capitalistico. Nel
complesso, le quattro regioni padane forniscono, attorno al 1921, il 47%
della produzione agricola complessiva: con una percentuale che apparirebbe
ancora maggiore se fosse riferita, invece che alla produzione agricola
presa nel suo complesso, a quella parte di essa che viene destinata solo
agli scambi mercantili ".( E. Sereni ) |
|