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Letture, viaggi, frequentazioni: uno sguardo sull'Europa

 Il Diario e le lettere ci danno molte notizie sulle occupazioni del Conte Cavour prima del suo ingresso nella vita politica e ci testimoniano delle rinunce, delle impazienze, delle repressioni che subì il suo carattere energico e votato all'azione:
Di tanto in tanto, una osservazione amara, un giudizio tagliente, definitivo od una puntata sarcastica ed umoristica, ci mostrano che il giovane Cavour rode il freno, con manifesta inquietudine. Scrive nel 1830 che smettendo la divisa militare ( era ufficiale del genio ) si occuperà con gran piacere dell'agricoltura, sentendo di avere qualche attitudine per amministrare.  Il padre invece vorrebbe elle egli studiasse scienza o letteratura, ma egli non vuol darsi alle lettere perché in arte non ammette mediocrità e non gli pare di aver fantasia  e pochissimo si sente attratto dalle glorie delle scienza pura.


Il castello di Grinzane di proprietà della famiglia Cavour
 

Il padre lo fa nominare sindaco di Grinzane, presso Alba, dove casa Cavour possedeva un castello. Le incombenze  sono scarse e distrazioni cerca di procurarsene come meglio può: studia l'italiano guidato dai consigli dell'amico barone Cassio e si affatica sulle storie inglesi, nel duplice intento di imparare la lingua ed i fatti, specialmente economici.  Contemporaneamente  il contatto con uomini di ogni condizione e le difficoltà pratiche da risolvere gli affinano il senso della realtà, il tatto delle cose possibili " che ogni uomo di stato deve possedere in sommo grado ". L'azione giornaliera fra la gente di campagna, la sua opera esposta alla critica pubblica, gli servono di preparazione alla vita politica, avviandolo alla visione completa dei problemi generali, che scaturiscono dagli interessi personali e li accompagnano.

Agli studi alterna i viaggi, di cui abbiamo notizie, spesso curiose, nel DiarioIn Francia naturalmente andava spesso e per la morte del Duca di Clerinont-Tonnerre dovette, per conto della zia Vittoria, eseguirvi un'importante vendita di boschi. Frequenta brillanti salotti, ma trova tempo per assistere a lezioni alla Sorbonne; visita Dumas al Jardin des Plantes; chiede a De Candolle la spiegazione del brusone, ( una malattia che colpisce diverse piante tra cui il riso, provocando macchie sulle foglie simili a quelle di una bruciatura ) comparso nelle risaie vercellesi verso il 1830. Egli vorrebbe un rimedio "contro  questo piccolissimo fungo simile  a quello che origina il carbone del grano".
Assiste a prove di aratri belgi con orecchio in ferro ed una piccola ruota, ed al banchetto che segue la premiazione rimane colpito " che su sessanta persone, per la maggior parte abituate alle intemperanze delle taverne, non ce ne fu una che abbia mancato alle leggi della decenza e quasi dell' educazione".
Nel 1836 coll'amico Pietro di Santi Rosa visita in Belgio le colonie agricole libere e di detenuti, a Bruxelles conosce Vincenzo Gioberti; al ritorno a Parigi va da Guizot; ma, egli osserva, per presentarsi ad un uomo di tanta levatura è d'uopo esser celebri e non possedere il solo titolo di sindaco di Grinzane!
Più tardi con Cesare Alfieri studia l'agricoltura novarese avendo a guida l'illustre avvocato  Giovannetti di Novara, e in Lomellina rimane colpito dalla ricchezza delle colture e dall'abilità pratica degli agricoltori, che in cinquant'anni hanno portato la loro regione in piena linea di fertilità.
 

La realtà economica europea agli inizi del secolo

Francia ed Inghilterra, le mete conoscitive preferite dei viaggi di Cavour, avevano in varia misura realizzato cambiamenti economici considerevoli nel passaggio dal XVIII al XIX secolo. La Francia - sulla spinta dell'Illuminismo - aveva conosciuto gli apporti della fisiocrazia, che valorizza l'attività dell'azienda agricola modello, che lavora  per il mercato, razionalmente impostata a produrre un'utile netto,  mentre l'Inghilterra, sede di una poderosa rivoluzione agraria a metà del '700 ( con l'introduzione di una prima meccanizzazione nelle campagne ) aveva poi dato vita alla rivoluzione industriale. E' indubbio che tali modelli di sviluppo sollecitassero prepotentemente gli interessi di Cavour, che con letture, frequentazioni e viaggi finì per porre in relazione molte delle soluzioni verificate oltr'Alpe con le loro effettive potenzialità applicative nelle terre piemontesi.
 


L'esterno di una miniera alla fine del XVIII secolo. E' questa una delle tracce dell'avvenuta rivoluzione industriale inglese
 


Una tavola dell'Encyclopédie: l'aratura.
 Il pensiero fisiocratico che valorizzava l'attività dell' azienda agricola modello si affermò in Francia parallelamente alla rivoluzione agricola inglese della seconda metà del '700.
 


Cobden trascina un riluttante Peel verso l'abolizione delle Corn laws ( legge contro i dazi protettivi sul grano ) - vignetta della stampa inglese del 1846



Panorama di Sheffield intorno al 1850 - L'immagine mostra lo sviluppo urbano di un centro industriale inglese alla metà dell''800
 

Il paese dove più impara, quello dove egli torna più volentieri, quello che egli sceglierebbe a sua dimora se dovesse lasciare il Piemonte, è l'Inghilterra.  Egli ne studia la vita con intenso amore, rendendosi padrone della sua storia e dei mutamenti economici, tanto di acquistarvi una competenza derisa dai nemici politici, che lo chiameranno Mylord Risorgimento, ma che in diverse contingenze della politica italiani gli presenterà analogie e gli suggerirà opportuni provvedimenti. 
A contatto degli uomini politici inglesi e dei grandi proprietari agricoltori, acquista le idee che poi svolgerà negli scritti di economia rurale e studia l'agricoltura inglese, non perché ritenga di poterla applicare nei nostri paesi, in condizioni così differenti, ma perché sa di trovarvi "utili lezioni specialmente per ciò che riguarda l'allevamento del bestiame, ramo di economia rurale che ogni anno acquista maggiore importanza". Ed è in Inghilterra che studia attentamente quel sistema di fognatura ( sub-sol draining ) che più tardi applicherà nelle terre di Leri.
Così si andava formando quel necessario corredo di cognizioni agrarie, di cui nei primi anni era sprovvisto.  Cavour sentiva questa sua deficienza e non mancava di notarlo egli stesso scherzosamente. 
In una visita ai De La Rüe di Genova, che erano in campagna all'Argentera egli si rallegra che la pioggia abbia impedito la visita alla parte rurale: " meglio per me perché mi sarebbe stato ben difficile arrivare fino in fondo. La mia ignoranza avrebbe finito per emergere malgrado tutta la mia impudente sicurezza".
Allo stesso modo racconta di essere stato ingannato ad Udine nell'acquisto di due cavalli, nel 1836, quando andò a Villach a ricevere un branco di arieti merinos.

 I numerosi viaggi all'estero formarono in Cavour un prezioso corredo di osservazioni pratiche.  Aveva veduto in Francia i primi frutti dell'insegnamento di Boussingault, del Gasparin, del Dombasle, di Dumas: più ancora aveva apprezzato in Inghilterra le forti concimazioni di ossa e guano del Perù, le selezioni accorte e brillanti nel bestiame e l'uso delle macchine agrarie.
Né ignorò le discussioni sollevate in quel tempo dalle idee di Liebig che, proponendo la restituzione in concimi alla terra, degli elementi asportati coi prodotti,  apriva la strada all'agricoltura razionale.
 



Th. Gainsborough, I coniugi Andrews - 1750 - Sullo sfondo si nota l'ordinata pianificazione della campagna inglese con il sistema delle recinzioni.
 


Azienda agricola della pianura bolognese del XVIII secolo, esempio di pianificazione agronomica favorita dal riformismo settecentesco che abolì anche la servitù della gleba.
 

Gli agricoltori viaggiano poco ed allora viaggiavano ancor meno; si comprende perciò come ben presto Cavour si sia messo in prima linea fra i Piemontesi, in un ambiente  diffidente e restio al nuovo.  Vero è che le lunghe tradizioni militari della aristocrazia, classe sociale che per eccellenza possiede la terra, la facevano contenta del poco. Quindi la terra era sfruttata senza troppo premere sui contadini, seguendo le pratiche  tradizionali, paurose di sfruttamenti industriali, cui si opponeva anche la povertà del paese, scarso di capitale circolante nel settore dell'agricoltura.

Bonafous, Cora, Burdin, Peyron, Sambuy e pochi altri sono i nomi dei buoni agricoltori del Piemonte, che non era poi peggio delle altre regioni d'Italia, meno forse la Toscana. Così nei paesi dove Pier De Crescenzi, Tarello, e Filippo Re dettero insegnamenti importanti, dove il Carradori prima di Liebig ragionò sulla fertilità della terra ed il Gazzeri e il Lambruschini studiarono le proprietà del terreno, Cavour, limitandosi a fare quello che sì faceva fuori d'Italia, passò per uno stravagante visionario, e solo i migliori agricoltori del suo tempo lo guardarono con occhio indagatore, giudicandolo degno di studio.
Alle questioni di agricoltura pratica Cavour cerca di rispondere colle sue cognizioni scientifiche; la sua mente formula una serie di perché, l'uno concatenato all'altro: dove le sue cognizioni scientifiche non arrivano, interroga i libri e quello che non gli sanno dire i maggiori agronomi del tempo, egli domanda ad illustri cultori di scienze naturali.  William De La Rive, nei suoi bellissimi Souvenirs, lo giudica con perfetta conoscenza.

" La scienza di Cavour era senza dubbio incompleta: molte cose egli non aveva imparate e quindi molte cose egli non conosceva.  Nel suo spirito la demarcazione fra ciò che sapeva e ciò che ignorava era netta:  le nozioni che acquistava erano complete, da uomo del mestiere, non incerte, vaghe, oscure.... Egli aveva l'ardore che fa intraprendere e la ragione che fa distinguere: così egli imparava ed apprezzava la chimica senza crederla onnipotente: e quantunque non dividesse l'entusiasmo che suscitarono le prime pubblicazioni di Liebig, sperava molto nella applicazione moderata delle leggi e delle teorie tratte dall'osservazione esatta: in agricoltura come nel rimanente egli era nel giusto mezzo "
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Proprio a lui Cavour scriveva:
< .... io vi lascio per andare a Leri a fare nei campi quello che voi fate nel laboratorio di agricoltura.. lo vorrei che un giorno mi fosse possibile associare la mia vecchia pratica alla vostra giovane scienza.... >.

Quando il De La Rive frequenta il laboratorio chimico di Johston in Edimburgo, Cavour vorrebbe sapere perché la cultura del riso nelle terre salate della Provenza, considerate come assolutamente sterili, ha dato ottimi risultati, e se questo si deve al sale, cioè se la cultura del riso abbisogni di cloruro di sodio....

Dallo stesso vorrebbe sapere perché una vecchia asparagiaia può essere sostituita con  grano, granturco, prato, ma non con una nuova asparagiaia, neppure dopo molti anni di tempo.  Problema che se risoluto, soggiunge, farebbe meritare allo scopritore un monumento di verdura che i contadini di Santena eleverebbero con entusiasmo!
 



Animali condotti all'abbeverata -
Dipinto lombardo della seconda metà del XIX secolo


Vita contadina nella campagna vercellese.


La serietà con cui Cavour considera la scienza, può meravigliare qualche provetto agricoltore che pone a base del sapere agrario l'ignoranza scientifica; meravigliava lo stesso De La Rive, sorpreso perché un uomo cosi allegro, spiritoso, brillante e buon giocatore mostrasse tanta venerazione per la scienza e la studiasse con tanto ardore.
Rispetta la scienza, ma il suo spirito mordace non risparmia sempre i professori.  Nel commento ai viaggi di Lullín, parlando di un sapiente chimico, il quale sosteneva che gli agricoltori piemontesi e lombardi avrebbero potuto triplicare i prodotti se avessero conosciuta la scienza delle concimazioni, egli osserva: < Non ho osato contraddirlo: egli mi avrebbe schiacciato sotto la massa enorme dei sali fertilizzanti che egli aveva probabilmente preparati nel suo laboratorio; mi sono accontentato di ringraziare a bassa voce la Provvidenza, che avendo rifiutato qualsiasi ettaro di terra al buon professore, lo aveva salvato da sicura rovina ".
Ugualmente, quando a Parigi visita Mr. Du Luc, grande meteorologo, che gli fa vedere una superba collezione di conchiglie, non può fare a meno di appuntare nel Diario < ... è un grande e bello vecchio, che la scienza non ha punto inebetito >.
Né risparmia i parenti, perché invita il cugino professore De La Rive, a recuperare certi milioni che lo zio Gaspare aveva lasciato nelle mani della Compagnia delle Indie:... < e questo proverebbe che si può essere un gran sapiente e al tempo stesso un uomo d'affari eminente.  Ciò che gli ignoranti mettono molto impertinentemente in dubbio!... >
 


  Fonte bibliografica: Cavour agricoltore: lettere inedite di Camillo Cavour a Giacinto Corio, Firenze 1913, prefazione di E. Visconti: pp.3 - 10
 

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