Il sistema dei personaggi dei Promessi sposi è forse quello
che meglio esemplifica la
concezione religiosa di A. Manzoni,
in quanto nella vasta panoramica dei protagonisti della vicenda emergono
figure storiche ( o legate al verisimile poetico ), che si rifanno alla
vita della Chiesa del '600.
Possiamo rintracciare in tali personaggi le
linee fondamentali della spiritualità
manzoniana e del sistema di valori ed ideali
in cui Manzoni crede. Numerosi sono i personaggi religiosi inseriti nella
vicenda ma soprattutto quattro consentono di indagare le prospettive
interpretative dell'autore circa la vita religiosa e la religiosità del '600
( due in chiave positiva e due in chiave negativa ).
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Padre Cristoforo
è il cappuccino
che incarna lo spirito di
servizio
e di carità
del Cristianesimo. E' combattivo contro il potere ingiusto ed arbitrario dei
potenti ( Don Rodrigo ) ed è al servizio degli oppressi ( Renzo e Lucia ).
Egli stesso è stato a suo tempo lo strumento della violenza del secolo (
Ludovico era il suo nome ed un'uccisione ha causato la sua
conversione religiosa,
con un atto di pubblica
penitenza ). Durante la
peste lo vediamo in prima fila, incurante del contagio, per esercitare fino
in fondo lo spirito di
carità verso i malati ed
i bisognosi. Combattivo
e deciso verso gli uomini,
insegnerà a Renzo la pietà ed il
perdono per il colpevole
Don Rodrigo nel momento della sua morte. Egli stesso finirà
vittima della sua generosità
e del suo spirito di
sacrificio ucciso dal
contagio della peste.
E' forse la figura più positiva di religioso di tutta l'opera insieme a
quella del Cardinale Federigo Borromeo.
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Il Cardinale Federico
Borromeo, vescovo di
Milano al tempo della vicenda narrata nel romanzo è in primo luogo
personaggio storico,
che testimonia per Manzoni l'enorme
ruolo che la Chiesa ambrosiana
ha avuto nel XVII secolo
durante la negativa dominazione spagnola. Un ruolo di
sostegno alla popolazione
durante le calamità ( carestia, guerra, peste ), di
promozione culturale
( biblioteca ambrosiana ) ,di apostolato religioso e più generalmente di
coesione sociale attorno ai valori cristiani.
Nella vicenda dei Promessi sposi egli ha un
ruolo centrale
in quanto dall'incontro con l'Innominato scaturirà la
conversione di quest'ultimo,
che lo porterà a liberare Lucia.
La maggiore autorità locale, l'Innominato appunto, un tempo famoso
solo per le sue malefatte ed il suo potere oppressivo e crudele sulla
popolazione, si trasformerà addirittura in benefattore dopo la conversione
guidata dal colloquio con Federigo. Manzoni dunque fa della figura del
vescovo di Milano qualcosa di più di un personaggio positivo: ce lo mostra
come l'autorità storica
discriminante per la sorte dell'intero milanese.
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Il Manzoni spiega il
motivo fondamentale
che aveva spinto
Don Abbondio
a diventare
prete: l' assoluta mancanza nel '600 di leggi
che proteggessero i deboli dai prepotenti e dai malvagi. Così Don
Abbondio, che non era certo nato con un cuore da leone, si era presto accorto di
essere nella società in cui viveva
" come un vaso di terracotta, costretto a
viaggiare in compagnia di vasi di ferro ".
Il curato aveva pertanto
deciso di diventare sacerdote, cosa che gli avrebbe permesso di trascorrere
una vita quieta e comoda, lontano dai disagi e dai problemi.
Tutte le decisioni di Don Abbondio sono legate a questi
tratti del suo carattere (
viltà, paura di esporsi, connivenza sostanziale con i potenti )
e quindi la sua
militanza cristiana è debole
ed equivoca.
Mai si schiera apertamente
per Renzo e Lucia, stenta a comprendere il senso profondo della conversione
dell'Innominato e del discorso di rimprovero che gli rivolge il Cardinale
Federigo Borromeo.
La sua natura di uomo
timoroso lo induce ad evitare ogni rischio legato ai doveri della sua
condizione religiosa.
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La Monaca di Monza,
la giovane Gertrude costretta dal principe suo padre alla
monacazione forzosa
è l'altro esempio di personaggio religioso negativo inserito nei Promessi
sposi. Il suo dramma
psicologico è ampiamente
descritto e compreso da Manzoni, che non esita a
denunciare le connivenze
colpevoli della Madre badessa e del Padre vicario nell'accettare una
professione di fede improvvisa e poco credibile,
in cambio della protezione politica ed economica del Signore di Monza al
convento. Nello stesso tempo però viene denunciata la
scarsa forza d'animo di Gertrude,
che non ha mai saputo trovare nel cristianesimo quei valori superiori che
l'aiutassero ad accettare la condizione religiosa come un servizio
autenticamente rivolto a Dio.
La vita della monaca di Monza è così irta
di contraddizioni non risolte
( nostalgia per la giovinezza,
l'amore e la libertà perduta, esercizio ostinato della sua autorità nel
monastero, abbandono alla
passione proibita
nella relazione con
Egidio,
uccisone della conversa,
sostegno al rapimento di Lucia
....) da farne un personaggio
fortemente negativo, che testimonia il
grado di corruzione e di degrado
di alcune istituzioni religiose del '600.
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