Pensieri - XIII
Bella ed amabile illusione è quella per la
quale i dì anniversari di un avvenimento, che per
verità non ha a fare con essi più che con qualunque altro dì dell'anno,
paiono avere con quello un'attinenza particolare, e che quasi un'ombra del
passato risorga e ritorni sempre in quei giorni, e ci sia davanti:
onde è medicato in parte il tristo pensiero dell'annullamento di ciò che fu,
e sollevato il dolore di molte perdite, parendo che
quelle ricorrenze facciano che ciò che è passato, e che più non torna, non
sia spento né perduto del tutto. Come trovandoci in luoghi dove sieno
accadute cose o per se stesse o verso di noi memorabili, e dicendo, qui
avvenne questo, e qui questo, ci reputiamo, per modo di dire, più vicini a
quegli avvenimenti, che quando ci troviamo altrove;
così quando diciamo, oggi è l'anno, o tanti anni, accadde la tal cosa,
ovvero la tale, questa ci pare, per dir così, più presente, o meno passata,
che negli altri giorni. E tale immaginazione è sì radicata nell'uomo,
che a fatica pare che si possa credere che l'anniversario sia così alieno
dalla cosa come ogni altro dì: onde il celebrare
annualmente le ricordanze importanti, sì religiose come civili, sì pubbliche
come private, i dì natalizi e quelli delle morti delle persone care, ed
altri simili, fu comune, ed è, a tutte le nazioni che hanno, ovvero ebbero,
ricordanze e calendario. Ed ho notato, interrogando in tal proposito
parecchi, che gli uomini sensibili, ed usati alla solitudine, o a conversare
internamente, sogliono essere studiosissimi degli
anniversari, e vivere, per dir così, di rimembranze di tal genere,
sempre riandando, e dicendo fra sé: in un giorno dell'anno come il presente
mi accadde questa o questa cosa.
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G. Leopardi, Operette morali
- Dialogo di un venditore di
almanacchi e di un passeggere ( 1832 )
Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano,
signore, almanacchi?
Passeggere. Almanacchi per l'anno nuovo?
Venditore. Si signore.
Passeggere. Credete che sarà felice quest'anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo si, certo.
Passeggere. Come quest'anno passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggere. Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo.
Passeggere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno
nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.
Passeggere. Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete
almanacchi?
Venditore. Saranno vent'anni, illustrissimo.
Passeggere. A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse
l'anno venturo?
Venditore. Io? non saprei.
Passeggere. Non vi ricordate di nessun anno
in particolare, che vi paresse felice?
Venditore. No in verità, illustrissimo.
Passeggere. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Venditore. Cotesto si sa.
Passeggere. Non tornereste voi a vivere
cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che
nasceste?
Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggere. Ma se aveste a rifare la vita
che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri
che avete passati?
Venditore. Cotesto non vorrei.
Passeggere. Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch'ho fatta
io, o quella del principe, o di chi altro?
O non
credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come
voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta,
nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore. Lo credo cotesto.
Passeggere. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non
potendo in altro modo?
Venditore. Signor no davvero, non tornerei.
Passeggere. Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me
la mandasse, senz'altri patti.
Passeggere.
Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non
si sa dell'anno nuovo?
Venditore. Appunto.
Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti.
Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno, ha trattato tutti
male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione
che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a
patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male,
nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita
che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la
futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e
me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore. Speriamo.
Passeggere. Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete.
Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Passeggere. Ecco trenta soldi.
Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi
nuovi; lunari nuovi. |