Le quattro forme di
bellezza nel sonetto A Zacinto:
la bellezza della natura, del divino, della poesia e del sacrificio.
A Zacinto |
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Non tornerò mai più alle rive
dell' isola dove il mio corpo
da bambino giacque, mia cara Zacinto che ti specchi nelle
onde del greco mare dal quale vergine nacque Venere che fece fertili le isole con il suo primo sorriso, e la poesia di Omero non trascurò di esaltare tue limpidi nubi e la tua vegetazione
e il diverso esilio per il quale
Cara terra natale tu non avrai altro che il canto del tuo figlio, a me il destino ha imposto la sepoltura in terra straniera. |
Sempre vivo e struggente resta in Foscolo il
pensiero della sua terra natale: Zante.
La bellezza della natura, in quanto
Zante risulta essere un paesaggio luminoso, un
La bellezza del divino in quanto vi è
una segreta relazione fra Zacinto e Venere,
La
bellezza della poesia in quanto
Foscolo rievoca il poeta Omero, il quale narrò
La bellezza del sacrificio inteso come una delle prove più alte di cui l'uomo possa essere
capace. Si contrappone la situazione di Foscolo che non toccherà mai più Zante a quella di Ulisse,
che invece ha potuto di nuovo baciare la sua pietrosa Itaca; due
peregrinazioni volute dal fato ma con esito diverso. Ad Ulisse gli dei concessero il ritorno a Foscolo non
lo concederanno. |