La bellezza nelle arti.
Ogni idea di bellezza - percepita o
rappresentata - porta con sé precise valutazioni ed interpretazioni del
reale. Dar corpo alla bellezza significa
isolare aspetti della realtà e farne
costrutti mentali, astratti, ipotetici, assoluti, svincolati dalle leggi
dell'utile, dell'esperibile, del verificabile.
La bellezza in altre parole è un
giudizio interno dato dai nostri sensi all'esperienza e contemporaneamente
una sensazione, che si associa
alla realtà, integrandola in modo profondo alla nostra personalità, capace
di ridare pienezza alla vita. Rintracciare la bellezza nelle cose significa ricreare spazi immaginari, operare una proiezione ideale e pura nel nostro io, svincolandoci anche dall'eccessivo condizionamento dei sensi. Bellezza come consolazione, come piacere, come gioco intellettuale, come ricerca; bellezza come vita. In tal senso il bello artistico si nutre spesso di divaricazioni impreviste dal reale, di immagini inusuali, di libere rielaborazioni di esperienze sensibili. Il Bello viene spostato dagli oggetti alle immagini degli stessi, dalle situazioni concrete alle sensazioni che si saldano ad essi nella memoria: è rintracciabile nell'evocazione, nella celebrazione e nella memoria. In sintesi esso va inteso come distanziamento e volontaria deformazione - idealizzazione della realtà, che offre valori aggiunti al reale, interpretandolo, arricchendolo, configurandolo originalmente, rendendolo adatto ad essere interiormente elaborato.
Il grafo che segue, concettualmente
suggerito dalla lettura del testo del filosofo
R. Bodei, Le forme del
bello,
isola aspetti storici dell'evoluzione e dell'interpretazione data al
concetto. Ma nello stesso tempo permette di offrire un
quadro strutturale
delle sue principali accezioni. |
Grafo semantico di riferimento |