La bellezza nelle arti.


Il concetto di bellezza è da noi oggi associato alla dimensione sensibile ed alla soggettività
( oggi non pare opportuno dare troppa importanza a canoni oggettivi di bellezza ). L'attenzione prestata alle forme riproducenti il bello naturale o caratterizzanti più generalmente i manufatti artistici sembrano ricollegare il bello a categorie come il gradevole, il suggestivo, il fascinoso, l'esotico, il diverso, l'originale.....E' del resto indubbio che molto a lungo
l'idea di bellezza si è associata a valenze metafisiche ( l'essere, il divino, la natura furono soprattutto considerati nel mondo classico esempi di bellezza - bontà e verità) oppure si è imposta nel rispetto di rigidi canoni estetici  di stampo classicistico ( il bello come ordine, armonia, proporzionalità, equilibrio, simmetria...).

Ogni idea di bellezza - percepita o rappresentata - porta con sé precise valutazioni ed  interpretazioni del reale. Dar corpo alla bellezza significa isolare aspetti della realtà e farne costrutti mentali, astratti, ipotetici, assoluti, svincolati dalle leggi dell'utile, dell'esperibile, del verificabile. La bellezza in altre parole è un giudizio interno dato dai nostri sensi all'esperienza e contemporaneamente una sensazione, che si associa alla realtà, integrandola in modo profondo alla nostra personalità, capace di ridare pienezza alla  vita.

La letteratura ha come obiettivo ricreare una particolare forma di bellezza, quella del piacere estetico che sconfigge i dolori innominati ( noia e malinconia ), ma individua nel bello anche l'oggetto implicito di ogni sua attenzione ed analisi, diventando contemporaneamente  finalità sottesa ad ogni creazione artistica e viaggio di scoperta sulle potenzialità conoscitive del reale.

Rintracciare la bellezza nelle cose significa ricreare spazi immaginari, operare una proiezione ideale e pura nel nostro io, svincolandoci anche dall'eccessivo condizionamento dei sensi. Bellezza come consolazione, come piacere, come gioco intellettuale, come ricerca; bellezza come vita. In tal senso il bello artistico si nutre spesso di divaricazioni impreviste dal reale, di immagini  inusuali, di libere rielaborazioni di esperienze sensibili. Il Bello viene spostato dagli oggetti alle immagini degli stessi, dalle situazioni concrete alle sensazioni che si saldano ad essi nella memoria: è rintracciabile nell'evocazione, nella celebrazione e nella memoria. In sintesi esso va inteso come distanziamento e volontaria deformazione - idealizzazione della realtà, che offre valori aggiunti al reale, interpretandolo,  arricchendolo, configurandolo originalmente,  rendendolo adatto ad essere interiormente elaborato.

Il grafo che segue, concettualmente suggerito dalla lettura del testo del filosofo  R. Bodei, Le forme del bello, isola aspetti storici dell'evoluzione e dell'interpretazione data al concetto. Ma nello stesso tempo permette di offrire un quadro strutturale delle sue principali accezioni.
 

Grafo semantico di riferimento


 

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