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Corot e Monet a Venezia: realismo e luce dell'ambiente lagunare


J.B.C Corot, Mattino a Venezia, 1834
 





J.B.C Corot, Studio di Venezia; la piazzetta, 1828
 

J.B.C.Corot. Venise, 1834
 

I soggiorni in Italia danno a Corot la misura dei nuovi strumenti espressivi della sua pittura. La luminosità diventa colore e caratterizza questa veduta di Venezia. La sua ricerca anticipa in qualche modo la pittura "en plein air" degli impressionisti. "La definizione del sentimento (della natura e della città) come modo di conoscenza è un passo essenziale verso la concezione della sensazione come conoscenza che sarà propria degli impressionisti.(...) Ciò che conta non e la natura, ma il sentimento della natura" (Argan)

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C. Monet, Palazzo ducale, 1908

Monet dice di Palazzo Ducale: " L'artista che concepì questo palazzo fu il primo degli impressionisti. Lo lasciò galleggiare sull'acqua, sorgere dall'acqua e risplendere nell'aria di Venezia come il pittore impressionista lascia risplendere le sue pennellate sulla tela per comunicare la sensazione dell'atmosfera. Quando ho dipinto questo quadro é l'atmosfera di Venezia che ho voluto dipingere. Il palazzo che appare nella mia composizione e stato soltanto un pretesto per rappresentare l'atmosfera. Tutta Venezia è immersa in questa atmosfera. Nuota in questa atmosfera. Venezia è impressionismo in pietra".




C.Monet, Il Canal Grande, 1908


C. Monet, Tramonto a Venezia, 1908

E' un'altra delle vedute veneziane realizzate da Monet durante i due soggiorni del periodo 1908-1909, concluse nel 1912. Sono gli stessi anni in cui Venezia diventa un mito per il Decadentismo europeo nei romanzi di Thomas Mann e di D'Annunzio, "Morte a Venezia" e "II fuoco".
La città che è rappresentata ancora talvolta nella sua atmosfera luminosa e magica dall'impressionismo, diviene luogo ove si stratificano
ricordi di bellezza antica, corrosa dal tempo e spesso degradata, angosciante emblema del tempo che tutto trasforma. Venezia diviene simbolo di una bellezza sfatta e surreale, che sembra ancora dare, talvolta, palpiti vitali, ma che ha dentro di sé anche l'ambivalenza della malattia e della morte.


C.Monet, Palazzo da Mula, 1908

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