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Fernard Léger: l'anima meccanica della città

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F. Lèger, Parigi dalla finestra, 1912

 

Parigi dalla finestra, (1912 ), risale al periodo parigino della produzione di Léger, quando non era ancora pienamente approdato alle soluzioni plastiche del cubismo, ispirato all'elemento meccanico, preponderante nella società industriale. Dopo la fase post-impressionista e l'esperienza di disegnatore industriale, avvicinatesi ai Fauves tentò una prima scomposizione dell'immagine in senso cubista. Il suo stile si orientò in forme curve, coniche, cilindriche, come sezioni di corpi e di cose, presentando una colorazione primaria a stesure larghe e compatte.

Ecco come Léger richiama, attraverso questa sua riflessione il soggetto del quadro del 1912, che riprende un tema canonico della pittura urbana; la finestra.

" Debbo riconoscere che la vita moderna presenta spesso situazioni di contrasti, facilitandomi il lavoro. L'esempio che ci offre più di frequente è costituito dal cartellone pubblicitario, che con il suo linguaggio immediato, i colori violenti, i caratteri tipografici, s'inserisce ad interrompere bruscamente un paesaggio armonioso. Altro shock ci procura il contrasto di vaporose fumate che si sprigionano in un rigido ambiente meccanico o di architettura moderna. Tutti questi fenomeni sono soggetti da dipingere..".

 


F. Léger, I costruttori, 1950

 






F. Léger, Il ponte del rimorchiatore, 1920


F. Léger, La strada rossa, 1920



F. Léger, Astrazione, 1920





Fernand Léger, Elementi meccanici, 1920

 

"Come è possibile nel mondo moderno continuare a dipingere bottiglie,mele e tavolini a tre gambe, quando si è circondati da una concitata vita che nessuno ha tentato di dipingere ? L'uomo moderno vive dentro un ordine industriale e tecnico, che ha trasformato la nostra sensibilità e la nostra visione; anche l'espressione artistica deve quindi mutare, cercare di farsi interprete di una nuova concezione del reale". Se l'espressione pittorica è cambiata, è che la vita moderna l'ha reso necessario. L'esistenza degli uomini creatori moderni è assai più condensata e più complicata che non quella degli uomini dei secoli precedenti. La cosa immaginata resta meno fissa, l'oggetto in se stesso si espone meno di una volta. Un paesaggio attraversato da un'automobile o da un treno rapido perde il valore descrittivo, ma guadagna un valore sintetico: gli sportelli dei vagoni o il cristallo dell'auto, congiunti alla velocità acquisita, hanno cambiato l'aspetto abituale delle cose. La condensazione del quadro moderno, la sua varietà, la sua rottura delle forme è il risultato di tutto ciò. E' certo che l'evoluzione dei mezzi di locomozione e la loro rapidità centrano per qualcosa nel nuovo modo di vedere..."

I suoi quadri del 1919 sul tema della città sono un esempio parlante della sua poetica. Senza chiaroscuro, senza prospettiva, con colori piatti e puri, egli è riuscito, utilizzando tutti modi del cubismo sintetico, a realizzare tele, dove "la complessità urtante della vita urbana si ricapitola creativamente , dove le luci artificiali, i colori dei manifesti, le facciate delle case, le scritte delle insegne, lo scorcio di un ponte, l'entrata del metro, scale, tralicci, ringhiere, figure si compongono in un incastro dotato di energia rappresentativa e di ritmo. Non c'è sogno né allucinazione nel quadro di Léger ma emozione diretta dell'ambiente urbano." ( M. De Micheli )

 

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F. Léger, La città, 1919


F. Léger, Uomini in città, 1919
 

 

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