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Le difficoltà di finanziamenti adeguati

Se la delega agli Istituti è formalmente ampia e fiduciaria, il governo, a suon di circolari, fa continuamente la voce grossa con una raccomandazione assoluta: bisogna diventare competitivi con le altre nazioni europee. In fretta, molto in fretta.

Però la sua politica del risparmio sulle risorse umane e finanziarie di fatto rallenta il decollo dello sviluppo scientifico assegnando pressoché interamente ai comuni gli oneri finanziari maggiori e temporeggiando ogniqualvolta le municipalità chiedono interventi economici.

In questo quadro rientra perfettamente anche la storia del nostro Istituto, se possibile con una contraddizione ulteriore: infatti non vengono per nulla incentivate  la tempestività e la lungimiranza dei suoi animatori, i quali battendo sul tempo di ben due anni il Governo, in materia di Regolamento delle Scuole tecniche, avevano provveduto, fin dal 1854, su approvazione del Consiglio comunale cittadino, a darsene uno proprio, analogo, se non migliore di quello governativo, tanto è vero che il Governo lo ratifica.
Compiacimento e plauso ministeriale per lo zelo competente di Sindaco e docenti, ma intanto lo sforzo economico richiesto perfino per le più elementari dotazioni dell'Istituto viene scaricato interamente sulla comunità cittadina, gravandola di ogni responsabilità. 
Si comincia quindi in salita.
Fin dal 1861, quando si apre il primo corso della sezione commerciale amministrativa, il Comune di Vercelli sborsa  annualmente £. 3. 000 per l'istruzione tecnica.
Nel 1864 il Consiglio comunale chiede insistentemente al Ministro che «l'Istituto sia pareggiato a quelli governativi per tutti gli effetti legali, come pure in vista delle gravi spese sostenute da questo Municipio per la pubblica istruzione voglia accordargli il sussidio previsto dalle stesse Leggi e Regolamenti attese altresì le critiche circostanze in cui trovasi questo Erario per il deterioramento da vari anni avvenuto nel suo reddito daziario e in conseguenza delle enormi perdite incontrate durante la guerra nazionale del 1859.
Ricordiamo di sfuggita che le «enormi perdite», umane ed economiche, del '59 furono conseguenza delle campagne militari nel vercellese dove Camillo Cavour aveva incaricato l'ingegner Carlo Noè, quello stesso che poi realizzerà il Canale, dell'allagamento delle nostre terre per contrastare le truppe di Giulai.
A questo punto bisogna dare conto, una volta per tutte, di un'incongruenza, relativa al pareggiamento; come mai, fin dal 1861, alcune carte riportano l'intestazione  «Istituto Tecnico Comunale Pareggiato» se, in realtà, il pareggiamento non sarà concesso che molti anni dopo?
Nel volume realizzato per il centenario dell'Istituto, chi3 prima di noi ha ripercorso la vicenda storica delle origini pone la questione in questi termini: «Fin dal 1861 la Scuola e l'Istituto tecnico erano state probabilmente (dico probabilmente perché quantunque il Decreto di pareggiamento sia a varie riprese menzionato non mi è mai riuscito di rintracciarlo) pareggiate. Quando venne regificata la scuola tecnica (nel 1888) il Comune pur chiedendo, come abbiamo visto la regificazione dell'Istituto tecnico, smise di chiedere la conferma del pareggiamento di esso. In seguito a replicati richiami del Ministero veniva quindi nel 1898 iniziata una lunga pratica per il nuovo pareggiamento[…]» .
Dal momento che neppure nel corso di questa nostra ricerca il famoso decreto è saltato fuori, per quante ricerche si siano fatte, resta l'incongruenza.
Riepilogando: nei primi anni della scuola sperimentale «pareggiamento» per il Ministero significava, nel nostro caso, il riconoscimento del patrocinio, tanto più magnanimo perché a costo zero.
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3 Il testo non è firmato,  ma è lecito pensare che la ricostruzione storica fosse stata affidata a Giulio Cesare Faccio, che in occasione del Centenario aveva presentato un analogo intervento nella cerimonia di inaugurazione della Mostra del 1954. Quel contributo,  dal taglio storico,  poi confluì,  firmato,  nel volume,  edito nel 1958.
Cfr. op. cit

 

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