Il progetto Rossi e le posizioni di Cavour sull'iniziativa.
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Francesco Rossi e Camillo CavourNell’immaginario collettivo dei non addetti ai lavori il Canale Cavour fu fortemente voluto da Camillo Cavour, come s’impara anche dai testi scolastici di Storia, protesi alla esaltazione della risorgimentale figura del Conte “ grande tessitore”. In realtà la storia del canale vede un Conte assai freddo all’inizio, se non addirittura ostile; quello che è, invece, più vivace è l’intersecarsi, quasi mai sereno per altro, delle vicende di Cavour, del Rossi e del “terzo uomo”, che avrà poi il compito della nuova progettazione del canale: l’ingegner Carlo Noé. |
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Un po’ di storia
Francesco Rossi, nato a Scavarda il 21 dicembre 1794, abbandonati gli studi di Geometra, si dedicò
alla agricoltura. Assunse l’incarico di agente generale del
Marchese Michele Benso ( il
padre di Camillo ) per la Tenuta di Leri e lo mantenne per ben sedici anni, fino a quando cioè il Conte Camillo,
lasciata la vita frivola di Torino, subentrò al padre nella conduzione della
grande proprietà. Il fatto che Rossi lasciasse, dopo ben sedici anni di sereno impegno il lavoro quale Agente generale, Leri in contemporanea con l’arrivo del Conte Camillo, già può suscitare qualche dubbio sulla loro “compatibilità”dei due caratteri. Il figlio del Rossi, Antonio, nel suo libro dedicato al padre in merito dice.”…Or bene tra costui (Conte Camillo, n.d.r.) e mio padre scadeva qualche differenza, a cagione delle loro disparate opinioni sul miglior modo di coltivare quelle terre; e di quindi può l’accorto lettore scorgere un principio di grossezza tra l’uno e l’altro.”
Divergenze di opinioni, dunque, sulla
conduzione agricola. |
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Proprio in quegli anni, intorno al 1842 come
si diceva,
Francesco Rossi maturasse l’idea di derivare un
canale dal Po per l'irrigazione del basso Novarese e della Lomellina.
Egli era, infatti, convinto che esistesse un dislivello sfruttabile tra Po e
Sesia e, per provarlo, lavorò con infaticabile tenacia per cinque lunghi
anni. Percorse i territori tra i due fiumi, armato solo di un semplice
livello ad acqua, “in compagnia di un servo,…schernito quale pazzerello
dalla plebaglia saccente e ignorante…” (ibidem) e riuscì a dimostrare,
misurazioni alla mano, che il
livello del Po è superiore a quello della Sesia di circa 25 metri. Forte dei risultati ottenuti, si recò a Torino ed espose al Ministro
Revel il suo progetto ed
ottiene l'incarico di eseguire il livellamento e di dare avvio alla concreta
progettualità dell'iniziativa.
Il progetto, sottoposto prima all’esame dell’Ispettore alle Finanze Carlo Noé , Direttore allora di tutti i canali del Vercellese – poi ad un Collegio di quattro ingegneri, venne applaudito al Congresso Generale Agrario in Mortara nel 1846; il Re Carlo Alberto ricevette il Rossi, si congratulò e promise un congruo premio.Il sogno era sul punto di avverarsi quando la sorte mutò: giunse la tremenda sconfitta di Novara, l’abdicazione di Re Carlo Alberto e, in aggiunta, il sequestro al Rossi da parte del Governo provvisorio di Milano di “..una grossa quantità di riso del valore di ben diciottomila lire, di cui non videro più un baiocco né egli né la sua famiglia” (ibidem)
Il Rossi fu ridotto in totale miseria;
implorò il Parlamento di concedergli
almeno un equo compenso per tutto il lavoro svolto: otterrà
millecinquecento lire, neppure bastanti a coprire le spese sostenute; alla
Camera dei Deputati presentò una petizione perché si desse finalmente inizio
alla esecuzione del suo progetto, ma…..leggiamo quanto scrive il
figlio del Rossi, anche se
sappiamo che lo stesso, mosso da amor filiale e dal desiderio di
riconoscimento dell’opera del padre, non può essere rigorosamente obiettivo:
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