Seconda giornata
Dalle antiche società orientali alla polis greca -
Luisa Facelli e Margherita Isola
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DISTILLAZIONE SECONDA GIORNATA: DALLE SOCIETA’ ANTICHE DEL VICINO ORIENTE ALLA POLIS GRECA
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Categorie funzionali di tipo giuridico. ( attualizzazione sincronica ) |
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Eventi nodo |
Fenomeni |
Tipologie di statualità |
Territorialità |
Economia
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Società |
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Preistoria |
Consiglio degli anziani |
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Nomadismo / sedentarietà |
Rivoluzione agricola |
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Assenza di statualità |
Imperi orientali |
Sacerdoti |
Impero teocratico |
Accentramento /
Decentramento |
Scambio
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Schiavismo
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Suddito / libero |
Grecia antica |
Aristocrazia |
Monarchia |
Pressione
demografica
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Grecia |
Apella, Gherusia
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Diarchia
Politeia
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Agricoltura ( Guerra )
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Iloti
Spartiati, |
Uguaglianza / Disuguaglianza |
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Grecia
Solone |
Areopago
Bulè |
“Demo-crazia” ( governo dei molti) |
Talassocrazia
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(Censo) Liturgia |
Pentacosiomedimni
Cavalieri,
Meteci
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Magistrature antiche /
Magistrature moderne Separazione dei poteri |
L’intervento della seconda giornata tende a ripercorrere sul piano storico e
antropologico l’excursus evolutivo dei più antichi insediamenti umani,
dalle società semplici della fase preistorica < villaggio neolitico del VI
millennio a.C.> fino alle prime forme di insediamento urbano delle società
complesse, strutturate nella città-stato, veri modelli centralistici di
gestione del potere e di redistribuzione delle risorse locali. |
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Ne consegue che la città realizza la supremazia del centro rispetto alla ricchezza prodotta sul territorio.
Città = controllo delle risorse economiche
L’evoluzione delle civiltà del vicino Oriente e
dell’Egitto conobbe modalità storiche, politiche, economiche che possono
ricondursi ai modelli elencati, pur con forti differenze e specificità.
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Lo stato – polis si distingue dallo stato-etnico sulla base della presenza o assenza di questi elementi:
1.
Centro urbano unico A- Lo stato – polis è organizzato intorno ad un’unica città che dà nome sia al territorio sia agli abitanti ( i cittadini ) e rappresenta il centro e l’unità politica dello stato. B- Lo stato etnico può:
1.
Non avere un centro urbano A- Lo stato - polis può essere di tipo arcaico o di tipo moderno in base a tre elementi:
1.
La distinzione tra liberi e non liberi |
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Penetrati nel Peloponneso, i
Dori si spinsero a
sud fin nella Laconia,
facendo di Sparta, nella valle dell’Eurota, il centro della loro potenza.
Sottomesse le popolazioni originarie, i conquistatori fondarono uno stato
rigidamente diviso in classi: gli
spartiati che
godevano di tutti i diritti, i perieci,
liberi ma privi di diritti politici, e gli
iloti, schiavi
senza diritti civili e politici.
Periodo monarchico ed aristocratico
Parole chiave |
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Costituzione di Solone ( VI secolo a. C. ) Solone arconte nel 594 abolì la schiavitù per debiti ; fu l’iniziatore delle prime riforme democratiche. Istituì un tribunale popolare, l’ Eliea, costituito da cittadini di tutte le classi scelti a turno, che si affiancò al vecchio organo giudiziario, l’Areopago. Solo le prime due classi potevano accedere all’arcontato. Era dunque fortemente censitario l’accesso alle maggiori cariche dello stato. Tutte le classi invece godevano del diritto elettorale attivo e partecipavano all’assemblea generale, l’Ecclesia. Sul piano politico la sua riforma fu timocratica. Egli divise la cittadinanza in base al censo delle varie classi.
Pentacosiomedimni : coloro che ricavavano dai loro
possedimenti non meno di 500 medimni di cereali.
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I cittadini più ricchi dovevano infatti provvedere
a proprie spese all’armamento.
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Costituzione di Clistene ( fine VI secolo ) Dopo la parentesi della tirannide dio Pisistrato e dei suoi figli ( dopo il 510 a.C. ) con le riforme di Clistene si afferma più nettamente la democrazia in Atene. Egli divise l’Attica in dieci tribù territoriali, ripartite in distretti e demi: essi erano circoscrizioni amministrative simili ai nostri comuni.Il criterio della divisione era puramente geografico; all’interno della stessa tribù si trovavano a convivere cittadini di diversa estrazione sociale e di diversa condizione economica. Era così sostanzialmente ostacolata la formazione di interessi particolaristici e si affermava il principio della ripartizione del territorio statale a fini amministrativi. Clistene allargò la base di effettiva partecipazione popolare alle cariche pubbliche ed anticipando il sistema di governo rappresentativo stabilì che ognuna delle dieci tribù inviasse cinquanta membri al Consiglio dei Cinquecento ( Bulè ). Essa diveniva il vero centro direttivo della politica ateniese; preparava le proposte da sottoporre all’Ecclesia, esercitava vari poteri giudiziari, espletava funzioni amministrative. Le dieci sezioni della Bulè ( pritanie ) reggevano a turno la presidenza per la decima parte dell’anno.
Una novità assoluta era data dal fatto che le tribù non eleggevano i membri da inviare come loro rappresentanti alla Bulè, ma li sorteggiavano. Il sorteggio annullava praticamente il privilegio aristocratico della nascita, ma anche quello plutocratico della ricchezza. Il censo ( livello di ricchezza ) non veniva più computato secondo i proventi delle proprietà terriere ( rendita terriera ) ma in denaro. A livello giudiziario continuavano ad esistere i tribunali popolari dell’ Eliea.
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Costituzione di Pericle ( V secolo )
Dopo le guerre persiane che avevano visto un ritorno di
politica conservatrice, caratterizzata dalla rinnovata autorità dell’Aeropago,
la costituzione ateniese subì nuovi sviluppi in senso democratico
ad opera di Efialte
e di Pericle. Rilievi giuridici - I limiti della democrazia ateniese. Rilievi in chiave di confronto sincronico con le moderne categorie sociologiche e giuridiche dello stato contemporaneo - ( Margherita Isola )
Una prima significativa differenza che non ci consente di identificare il concetto greco di demos con quello di popolo, inteso come totalità dei cittadini abitanti su uno stesso territorio statale, è data dalla portata più limitata del demos, che esclude meteci, schiavi e donne. La democrazia della polis si restringe in modo esclusivo a coloro che sono riconosciuti come cittadini. I molti stranieri che vivono nell’Attica da quando Atene ha intrecciato rapporti commerciali con tutte le regioni dell’Oriente ( meteci ) godono delle stesse libertà degli Ateniesi, ma solo in casi del tutto eccezionali ottengono il diritto di cittadinanza. Nessuno pensa di mettere in discussione l’istituto della schiavitù, che anzi è sempre più praticata col progredire delle attività artigianali e industriali. L’uguaglianza tra cittadini si fonda sul più radicale egoismo collettivo. Chi non appartiene alla polis – greco o barbaro, alleato o nemico – è riguardato come un estraneo, oggetto di un possibile sfruttamento.
Oggi noi siamo abituati a definire del tutto positivamente gli stati democratici in quanto identifichiamo in essi una delle principali conquiste della società moderna: la sovranità popolare, cioè l’esercizio del potere da parte del popolo nelle forme dell’ordinamento giuridico statale. Parlando della democrazia ateniese filosofi e storici, quali Aristotele e prima di lui Platone, vedevano invece in essa una forma degenere di governo. “Democrazia” era per Aristotele potere dei più, dei poveri esercitato al di sopra delle leggi: “il popolo diveniva padrone delle leggi”. La democrazia , la tirannide (governo esclusivo di uno solo esercitato a vantaggio del monarca) e l’oligarchia ( governo dei pochi esercitato a vantaggio dei ricchi) erano considerate deviazioni e degenerazioni delle tre forme corrette di governo: la monarchia ( governo di uno solo che ha di mira l’interesse generale ), l’aristocrazia ( il governo dei migliori che persegue ciò che è meglio per lo stato ) ed infine la politeia ( governo della moltitudine nell’interesse generale ). Le attribuzioni positive più importanti dello stato democratico, riconosciute dagli antichi scrittori erano l’isonomia ( uguaglianza di fronte alla legge, regime di libertà e legalità ) e l’isegoria ( il diritto di parola ) , che costituiscono anche ai nostri giorni due degli attributi più significativi dello stato di diritto, introdotto in Europa in seguito alla Rivoluzione francese. La valutazione negativa del concetto di democrazia, come governo che esercita “il potere dei poveri e dei più “ non nell’interesse generale, ma scavalcando la legge e configurandosi in forme arbitrarie e talvolta quasi totalitarie, può far pensare alle democrazie popolari dell’Est europeo, recentemente crollate insieme al regime dell’URSS. Queste ultime si configuravano infatti come regimi di classe, in cui il popolo esercitava una vera “dittatura di una classe contro le altre“.
Nello Stato greco ha luogo un illimitato regime di
dittatura di assemblea: gli organi collegiali popolari hanno funzioni
non nettamente delimitate. Esercitano promiscuamente il potere
legislativo, esecutivo e giudiziario, mentre gli organi individuali, quali
l’arcontato dipendono esclusivamente da essi. Infatti l’assemblea
procede ad intervalli di tempo assai brevi alla riconferma o alla revoca
dei magistrati. Piuttosto che tripartizione
ordinata di poteri < come avviene nello stato contemporaneo > si registrò
piuttosto la convergenza degli interessi di classe sulle varie
istituzioni. Ecclesia ed Eliea erano organi del popolo, l’Areopago era lo
strumento della nobiltà. |