Il problema , uno strumento per imparare a ragionare

Il presente lavoro nasce dall’esigenza di ricercare quali strategie didattiche siano più efficaci nel favorire la comprensione del testo e la risoluzione dei problemi.

Le attività, svolte nel corso del 2° quadrimestre , hanno coinvolto gli alunni di tutte le classi elementari e della 1° e 2° media . Il gruppo di lavoro , costituito dalle maestre e da due insegnanti di matematica della scuola media si è avvalso dell’intervento formativo della prof. Paola Bruno Longo del politecnico di Torino, con la quale si sono impostate le linee di lavoro e discusse le difficoltà rilevate durante le attività con i ragazzi.

Il confronto di esperienza tra i due ordini di scuola è stato molto utile, in particolare riguardo le modalità con cui generalmente gli insegnanti affrontano didatticamente i problemi.

E' emerso che il ragionamento degli allievi viene guidato spesso inconsapevolmente in modo eccessivamente rigido, secondo scansioni temporali che non sempre tengono conto delle diversità di maturazione cognitiva di ciascuno.

Gli allievi che giungono alla prima media si sono già costruiti modelli mentali e modalità di approccio ai problemi saldamente radicate; alcuni si attengono a quanto appreso nei precedenti anni in modo molto "fisso" e ci appaiono difficilmente malleabili, altri agiscono quasi in modo "anarchico" e casuale.

Risulta fondamentale l’impronta , anche di carattere emozionale, che nei confronti della matematica si è sviluppata nei primi anni scolastici, che nella media non va quindi trascurata.

Queste riflessioni hanno portato il gruppo a rilevare il bisogno di rivedere alcuni percorsi didattici a partire dai primi anni delle elementari ed in particolare quelli finalizzati all’apprendimento delle operazioni , dalle quali dipende la costruzione di molte conoscenze future.

I problemi potrebbero costituire uno strumento efficace per dare un senso ai procedimenti e alle proprietà connesse alle 4 operazioni.

Poiché alcuni concetti vengono appresi lentamente , con un processo di costruzione che richiede tempi non uguali per tutti, è importante che la scansione sia il più graduale possibile.

Le considerazioni emerse dal confronto delle nostre esperienze trovano risposta nelle ricerche di Vergnaud secondo le quali:

- ogni apprendimento matematico significativo è un percorso a lungo termine;

- Un concetto matematico si sviluppa affrontando molte situazioni diverse che lo rendono significativo e comprende l’insieme delle proprietà, delle relazioni, delle operazioni che vengono gradualmente individuati dagli allievi nonchè la loro traduzione in linguaggio simbolico.

 

Per concludere: questo lavoro nato con l’ambizione di essere una ricerca-azione da fare in classe con i ragazzi, è poi proseguito in modo diverso, mettendo in evidenza le difficoltà di comunicazione fra insegnanti di ordini di scuole diversi. Esso è sicuramente servito per avviare un discorso di continuità in verticale, per incominciare a conoscersi e a conoscere le modalità didattiche degli altri, per comunicarci le nostre difficoltà nel trovare strategie efficaci a far apprendere ...per rilevare bisogni....in pratica il lavoro con i ragazzi non può ritenersi esaurito, ma ha fornito spunti di riflessione.