I TRE MOSCHETTIERI

DIZIONARIO DELLE OPERE BOMPIANI

Romanzo storico, scritto in collaborazione con Adrien Maquet, che ne stese l'abbozzo, pubblicato nel 1844, primo di una celebre trilogia in cui è seguito da "Vent'anni dopo" e "Il visconte di Bragelonne ". E’ il racconto delle avventure, accadute sotto il regno di Luigi XIII, di quattro uomini d'arme, amici inseparabili, ognuno dei quali rappresenta un tipo definito: Athos, in realtà conte di La Fère , gentiluomo rovinato da un matrimonio tragico con un'avventuriera, fattosi moschettiere per disperazione, espressione romantica della nobiltà d'animo sempre altera nella sua sorte disgraziata; Porthos, il cui vero nome è Du Vallon, gigante bonario e ingenuamente vanitoso; Aramis o cavaliere d'Herblay strappato alla vocazione ecclesiastica e gettato nelle armi da un'avventura galante e sempre ondeggiante fra un vago misticismo, una sottigliezza gesuitica, segreti amori aristocratici e una bella foga di soldato. A questi si aggiunge d'Artagnan , guascone coraggioso e scaltro che giunge dalla natia provincia con molte aspirazioni e pochi soldi e finirà col divenire il vero protagonista dell'opera. Aspirante moschettiere, egli conosce gli altri tre attraverso una triplice sfida a duello che si concluderà in un comune, vittorioso assalto contro le guardie del cardinale Richelieu, eterne antagoniste dei moschettieri del Re. Una sua avventura con una agente segreta del cardinale, Milady, già moglie di Athos, fa entrare questa terribile donna nel cerchio delle vicende dei quattro, che resteranno fino all'ultimo sotto l'incubo delle sue vendette. Il suo amore per Costanza Bonacieux, cameriera fedele della regina Anna, dà origine all'episodio centrale del romanzo: la regina, infatti, ha donato all'amato Buckingham dodici fermagli di diamanti, regalo del re; il cardinale, che vuol perdere la regina austriaca e austriacante, consiglia Luigi XIII di pregarla di ornarsi di quei fermagli durante un ballo di Corte. Toccherà ai quattro compagni, intermediaria la fedele Costanza, di arrischiarsi nel pericoloso viaggio in Inghilterra, superando gli agguati degli emissari del cardinale, per ricuperare i gioielli. Tre rimangono feriti per via, d'Artagnan porta a termine il compito. Nelle ultime avventure predomina la figura di Milady che tenta di avvelenare i moschettieri, riesce a far pugnalare Buckingham dal fanatico Felton, avvelena Costanza Bonacieux e infine, caduta nelle mani dei quattro a cui si aggiunge lord Winter, fratello del suo secondo marito, da lei ucciso, viene da loro condannata a morte e giustiziata. I Tre Moschettieri ebbero un successo che si può paragonare a quello ottenuto dal Robinson Crusoe più di un secolo prima. Allora, agli allori dell'Illuminismo, l'eroe del giorno era l'uomo che ritrovava la sua schietta natura; adesso esso risultava dal felice integrarsi di quattro tipi diversi che, dall'elementarità di Porthos, all'intelligente ardimento di d'Artagnan, all'elegante sottigliezza di Aramis, al nobile fallimento di Athos, costituivano un unico clima di vita intensa, avventurosa e consapevole, capace di soddisfare pienamente un secolo raffinato dal primo e dal secondo romanticismo, desideroso di avventure umane più che spaziali, pronto a entusiasmarsi per un tipo di uomo trionfatore specialmente se adombrato appena, e di riflesso, dal sentore di qualche intima disgrazia. Nella formula di questo romanzo vi era così tutto ciò che più si affermava vivo nell'animo e nell'emotività del suo tempo, e tutto tenuto in una sfera di facilità che non sempre si può identificare con la superficialità, tutto armonizzato con una tecnica così abile da non aver forse eguale in alcun'altra opera del genere.

Fonte dei Tre Moschettieri sono quelle Memorie di d'Artagnan di G. Courtilz de Sandras che il Quérard, nelle sue Soperchierie letterarie svelate additò come un originale indegnamente plagiato; in realtà Il Dumas, che in un suo racconto accenna bonariamente a questa accusa, diede una vita del tutto originale a un materiale storico-romanzesco che ormai non viveva più.

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