L'allegoria della calunnia

Sandro Botticelli, La Calunnia, 1490 circa, Firenze, Uffizi
 

Nelle opere botticelliane intorno al 1490 serpeggia un senso d’irrequietezza, che si traduce talvolta in un insolito espressionismo, evidente ad esempio nell’opera profana La Calunnia. Si tratta di un’ekphrasis, ovvero di una ricostruzione di un dipinto antico noto attraverso un’opera letteraria, in questo caso uno scritto di Apelle riportato da Luciano. Le figure, tutte allegoriche, esprimono con un’esasperata animazione le loro fraudolente intenzioni, calunniare un innocente nascondendo la nuda verità. Perfino il fondale architettonico, però, è tutto un pulsare inquietante di statue e rilievi. L’opera evidenzia gli aspetti irrazionali e inquietanti presenti nel Rinascimento, a torto considerato l’epoca della perfetta armonia.

 

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