Il Vercellese nel basso medioevo e
il dominio dei Visconti fino al 1427
Il documento è tratto da R. Ordano, Sommario della storia di Vercelli, Vercelli 1955


L'Italia settentrionale nell'età basso medioevale -
Cartogramma tratto dall'Atlante storico del mondo - Touring Club Italiano


Aree
controllate di fatto


Limiti dell'egemonia
 signorile


Isole giurisdizionali


strade
 


Il dominio dei Visconti ( 1335 - 1427 )

La costruzione del Castello su una preesistente costruzione longobarda si fa risalire al 1290 e alla volontà di Matteo Visconti. Tale testimonianza architettonica ci testimonia del controllo sul Vercellese da parte della signoria viscontea ( alleata alla famiglia vercellese filoimperiale e ghibellina dei Tizzoni ) fin dal secolo XIII.


Il Castello fatto costruire da Matteo Visconti, poi divenuto residenza sabauda. Oggi Palazzo di Giustizia

Sotto la signoria di Azzone Visconti, e poi, dopo la sua morte ( 1339 ), sotto quella di Luchino e Giovanni Visconti, Vercelli fu in complesso tranquilla e bene amministrata. I nuovi signori seppero essere al di sopra delle vecchie fazioni.
Numerose controversie tuttavia si registrarono nei territori circostanti: quelle con Ivrea per Piverone e per altre località di comune influenza, i dissidi  fra il vescovo Lombardo della Torre e Pietro di Borgomasino, le beghe fra lo stesso vescovo e Luchino Visconti, le  lotte dei vescovi vercellesi Emanuele e Giovanni Fieschi con i Biellesi, conclusesi con la dedizione di Biella a Giovanni Visconti (1351). Tuttavia questi eventi non dovettero scuotere troppo la vita cittadina di Vercelli.

Alla morte di Luchino le città dominate dai Visconti - tra cui Vercelli - giurarono fedeltà all'arcivescovo Giovanni; in questa occasione il consiglio generale di Milano affermò l'ereditarietà della signoria viscontea. Atto grave, per cui il Comune cedette per sempre la sua sovranità, divenendo un istituto esclusivamente amministrativo. Giovanni Visconti morì nel 1354. Vercelli passò poi sotto la signoria di Galeazzo Visconti.
 


 Il dominio dei Visconti sull'area italiana è destinato ad espandersi fino al 1402, data della morte di Gian Galeazzo Visconti. Nel cartogramma si nota come fino alla metà del 1300 l'area espansiva gravitasse su Vercelli, Ivrea ed Asti.

Guerre e scontri con il Marchese di Monferrato e le coalizioni antiviscontee.

Nel 1355 contro lo stato visconteo, incominciarono a coalizzarsi tutte le signorie che si sentivano minacciate. In Piemonte il marchese di Monferrato Giovanni II Paleologo, alleatesi con i Gonzaga di Mantova e i Beccaria di Pavia, riuscì, sul principio del 1356 ad occupare Asti e ad ottenerne la signoria. Verso il principio del 1357  Novara era totalmente espugnata, e  Giovanni II, l'avversario dei Visconti, poté far entrare la sua gente nel territorio vercellese, occupando Casalvolone e Borgovercelli. Un'altra scorreria sarebbe avvenuta su Gattinara,   Arborio,   Cavaglià. Furono espugnate anche Cigliano e Desana.
Nel 1361 il marchese di Monferrato concluse con Genova e con il Papa un'altra alleanza contro i Visconti;  Nel settembre del 1361 impiegò milizie mercenarie Inglesi che si portarono nel Canavese e quindi nel Vercellese e nel Novarese. Fu una terribile guerra di devastazione e di saccheggio. Una nuova pace fra il marchese di Monferrato e i Visconti si ebbe nel 1364. Negli anni di pace che seguirono, fra il 1367 e il 1372 Galeazzo fece costruire in Vercelli la cittadella, potente fortezza posta sul lato sud-orientale della città.
Ma nel 1372 vi fu ancora guerra. Una nuova coalizione  schierò contro i Visconti potenti forze militari capitanate da Amedeo VI, conte di Savoia: fu uno dei più duri attacchi che dovette sopportare lo stato visconteo. Anche questa volta il Vercellese fu travolto dal conflitto. Il vescovo Giovanni Fieschi e gli Avogadro ne approfittarono per sollevare le popolazioni contro Galeazzo;
Vercelli fu presa e saccheggiata, ma la cittadella continuò a resistere fino al 1° agosto 1374. Due anni dopo la pace generale fu nuovamente ristabilita, e Vercelli ritornò a vivere tranquilla sotto il reggimento visconteo.


Si affaccia  la potenza sabauda: Vercelli passa ai Savoia nel 1427


Il Biellese era zona contesa fra i Visconti, la chiesa vercellese ed il conte Amedeo VI di Savoia. La città dopo varie vicende passò alla fine del XIV secolo  sotto l'influsso sabaudo.
Anche altri territori vercellesi e biellesi s'erano già dati al conte di Savoia : Tronzano, S. Germano, Santhià, Buronzo, Candelo, Carisio e Villarboit. La questione delle zone d'influenza nella regione vercellese, biellese e monferrina,  contesa fra i Savoia e i Visconti portò al  controllo dei Savoia sulle terre nelle diocesi di Ivrea e di Vercelli e dei Visconti su Asti.

Vercelli era passata sotto il governo di Gian Galeazzo l'8 gennaio 1375, quando il padre Galeazzo II lo emancipò affidandogli le terre ad occidente del Ticino. Sotto il governo del nuovo principe la città non fu scossa da
avvenimenti politici e militari rilevanti. Nel 1395 Gian Galeazzo ottenne dall'imperatore Venceslao il titolo ducale; nel successivo diploma del 1396, in cui venne delimitato il nuovo stato, Vercelli si trovò in esso compresa.

All'inizio del XV secolo lo Stato sabaudo esercitò su tutto il Vercellese una forte pressione politica e già nel 1404 gli Avogadro si posero sotto la protezione di Amedeo VIII. Quindi dopo una lunga trattativa diplomatica fra il Duca di Savoia e Filippo Maria Visconti, nel dicembre del 1427 si firmarono i patti di alleanza e si concordò il matrimonio di quest'ultimo con la figlia di Amedeo VIII, unitamente alla donazione di Vercelli al Duca di Savoia.

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