L'Italia settentrionale nell'età basso
medioevale -
Cartogramma tratto dall'Atlante storico del mondo - Touring Club Italiano |
Aree
controllate di fatto
Limiti dell'egemonia
signorile
Isole giurisdizionali
strade
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Il dominio dei Visconti ( 1335 - 1427 )
La costruzione del Castello su una preesistente costruzione
longobarda si fa risalire al 1290 e alla volontà di
Matteo Visconti.
Tale testimonianza architettonica ci testimonia del controllo sul
Vercellese da parte della signoria viscontea ( alleata alla famiglia
vercellese filoimperiale e ghibellina dei
Tizzoni ) fin dal
secolo XIII.
Il Castello fatto costruire da Matteo
Visconti, poi divenuto residenza sabauda. Oggi Palazzo di Giustizia
Sotto
la signoria di
Azzone Visconti, e poi, dopo la sua morte ( 1339 ), sotto
quella di
Luchino e Giovanni
Visconti, Vercelli fu in complesso tranquilla e bene
amministrata. I nuovi signori seppero essere al di sopra delle vecchie
fazioni.
Numerose controversie tuttavia si registrarono nei territori circostanti:
quelle con Ivrea per Piverone e per altre località di comune
influenza, i dissidi fra il vescovo
Lombardo della Torre e Pietro di
Borgomasino, le beghe fra lo stesso vescovo e Luchino Visconti,
le lotte dei vescovi vercellesi Emanuele e Giovanni Fieschi con i
Biellesi, conclusesi con la dedizione di Biella a Giovanni
Visconti (1351). Tuttavia questi eventi non dovettero scuotere troppo la vita cittadina di
Vercelli.
Alla
morte di Luchino le città dominate dai Visconti - tra cui Vercelli -
giurarono
fedeltà all'arcivescovo
Giovanni;
in
questa occasione il consiglio generale di Milano affermò l'ereditarietà
della signoria viscontea. Atto grave, per cui
il Comune cedette per sempre la
sua sovranità, divenendo un istituto esclusivamente
amministrativo.
Giovanni Visconti morì nel
1354. Vercelli passò poi sotto la signoria di
Galeazzo Visconti.
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Il dominio dei Visconti sull'area italiana è
destinato ad espandersi fino al 1402, data della morte di Gian Galeazzo
Visconti. Nel cartogramma si nota come fino alla metà del 1300 l'area
espansiva gravitasse su Vercelli, Ivrea ed Asti. |
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Guerre e scontri con il Marchese di
Monferrato e le coalizioni antiviscontee.
Nel
1355 contro lo stato visconteo, incominciarono a coalizzarsi tutte le
signorie che si sentivano minacciate. In Piemonte il marchese di
Monferrato Giovanni II
Paleologo, alleatesi con i
Gonzaga
di Mantova e i Beccaria
di Pavia, riuscì, sul principio del 1356 ad occupare Asti e ad
ottenerne la signoria. Verso il principio del 1357 Novara
era totalmente espugnata, e Giovanni II, l'avversario dei Visconti,
poté far entrare la sua gente nel territorio vercellese, occupando
Casalvolone e Borgovercelli. Un'altra scorreria sarebbe avvenuta su
Gattinara, Arborio, Cavaglià. Furono espugnate anche Cigliano e
Desana.
Nel 1361 il marchese di Monferrato concluse con Genova e con il Papa
un'altra alleanza contro i Visconti; Nel settembre del 1361
impiegò milizie mercenarie Inglesi che si portarono nel Canavese e
quindi nel Vercellese e nel Novarese. Fu una terribile guerra di
devastazione e di saccheggio. Una nuova pace fra
il marchese di Monferrato e i Visconti si
ebbe nel 1364. Negli anni di pace che seguirono, fra il 1367 e il 1372
Galeazzo fece costruire in Vercelli
la
cittadella, potente fortezza posta sul lato sud-orientale della città.
Ma nel 1372 vi fu ancora guerra. Una nuova coalizione
schierò contro i Visconti potenti forze militari capitanate da
Amedeo VI,
conte
di
Savoia: fu uno dei più duri attacchi che dovette sopportare lo
stato visconteo. Anche questa volta il Vercellese fu travolto dal
conflitto. Il vescovo
Giovanni
Fieschi e gli
Avogadro
ne approfittarono per sollevare le popolazioni contro Galeazzo;
Vercelli fu presa e saccheggiata, ma la cittadella continuò a
resistere fino al 1° agosto 1374. Due anni dopo
la
pace generale fu nuovamente ristabilita, e Vercelli ritornò a vivere
tranquilla sotto il reggimento visconteo.
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Si affaccia la potenza sabauda: Vercelli passa ai Savoia nel 1427
Il Biellese era zona
contesa fra i Visconti, la chiesa vercellese ed il conte
Amedeo VI di Savoia.
La città
dopo varie vicende passò alla fine del XIV secolo sotto
l'influsso sabaudo.
Anche altri territori vercellesi e biellesi s'erano già dati al conte di Savoia : Tronzano, S.
Germano, Santhià, Buronzo, Candelo, Carisio e Villarboit. La
questione delle zone
d'influenza nella regione vercellese, biellese e monferrina,
contesa fra i Savoia e i Visconti portò al controllo dei Savoia
sulle terre nelle diocesi di Ivrea e di Vercelli e dei Visconti su Asti.
Vercelli era passata sotto il governo di
Gian Galeazzo l'8
gennaio 1375, quando il padre
Galeazzo II lo emancipò affidandogli le terre ad occidente del
Ticino. Sotto il governo del nuovo principe la città non fu scossa da
avvenimenti politici e militari rilevanti.
Nel
1395 Gian Galeazzo ottenne dall'imperatore
Venceslao
il titolo ducale;
nel successivo diploma del 1396, in cui venne delimitato il nuovo stato,
Vercelli si trovò in esso
compresa.
All'inizio del XV secolo lo Stato sabaudo esercitò su tutto il
Vercellese una forte pressione politica e già nel 1404 gli Avogadro si
posero sotto la protezione di Amedeo VIII. Quindi dopo una lunga
trattativa diplomatica fra il Duca di Savoia e
Filippo Maria Visconti,
nel dicembre del 1427 si firmarono i patti di alleanza e si
concordò il matrimonio di quest'ultimo con la figlia di Amedeo VIII,
unitamente alla donazione di Vercelli
al Duca di Savoia.
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