La nuova percezione della
realtà.
Dall'Impressionismo al Simbolismo.
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La poesia
decadente.
La dimensione percettiva e sensitiva vengono potenziate, aprendo vere e proprie teorizzazioni sui modi e sulle forme del sentire, del ricordare, del
richiamare plurime suggestioni anche di carattere inconscio.
Le nuove graduali scelte espressive,
privilegiano sempre più frequentemente i simboli. La poesia offre
un'immagine diversa della realtà attraverso una rete di
analogie che si
interpongono tra il reale e il
mondo delle immagini poetiche. La poesia presenta un uso molto frequente di
similitudini, metafore, sinestesie,
onomatopee. Esponenti di questa nuova poesia sono i poeti francesi Baudelaire, Rimbaud, Merimée, Verlaine e gli italiani Pascoli e D'Annunzio. I Fiori del male ( 1857 ) di Baudelaire sono la prima opera ad inaugurare una poetica assimilabile al simbolismo.
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La tecnica impressionista nasce dalla scelta di
rappresentare solo e soltanto la
realtà sensibile. Evita qualsiasi riferimento alla costruzione ideale
della realtà, per occuparsi solo
dei fenomeni ottici della visione.
E per far ciò cerca di riprodurre la sensazione ottica con la maggior
fedeltà possibile.
Le rivoluzioni tecniche sul colore e sulla luce La grande specificità del linguaggio pittorico impressionista sta soprattutto nell’uso del colore e della luce. Il colore e la luce sono gli elementi principali della visione: l’occhio umano percepisce inizialmente la luce e i colori, dopo di che, attraverso la sua capacità di elaborazione cerebrale distingue le forme e lo spazio in cui sono collocate. La maggior parte della esperienza pittorica occidentale, tranne alcune eccezioni, si è sempre basata sulla rappresentazione delle forme e dello spazio. Il colore che percepiamo dagli oggetti è luce riflessa dagli oggetti stessi. I colori posti su una tela agiscono sempre operando una sintesi sottrattiva: più i colori si mischiano e si sovrappongono, meno luce riflette il quadro. L’intento degli impressionisti è proprio evitare al minimo la perdita di luce riflessa, così da dare alle loro tele la stessa intensità visiva che si ottiene da una percezione diretta della realtà. Per far ciò adottano le seguenti tecniche:
I soggetti urbani Sul piano dei soggetti l’impressionismo si presenta con un’altra notevole caratteristica: quella di rappresentare principalmente gli spazi urbani. E lo fa con una evidente esaltazione della gradevolezza della vita in città. Questo atteggiamento è una novità decisa. Fino a questo momento la città era stata vista come qualcosa di malefico e di infernale. Soprattutto dopo lo sviluppo della Rivoluzione Industriale, i fenomeni di urbanesimo avevano deteriorato gli ambienti cittadini. La nascita delle industrie avevano congestionato le città. Erano sorti i primi effetti dell’inquinamento. I centri storici si erano affollati di immigrati dalle campagne, le periferie sorgevano come baraccopoli senza alcuna qualità estetica ed igienica. Le città erano dunque viste come entità malsane. L’impressionismo è il primo movimento pittorico che ha un atteggiamento positivo nei confronti della città. E di una città in particolare: Parigi. La capitale francese, sul finire dell’Ottocento è, sempre più, la città più importante e gaudente d’Europa. In essa si raccolgono i maggiori intellettuali ed artisti, ci sono i maggiori teatri e locali di spettacolo, si trovano le cose più eleganti e alla moda, si possono godere di tutti i maggiori divertimenti del tempo.
Tutto questo fa da sfondo alla pittura degli
impressionisti, e ne fornisce molto del suo fascino. I luoghi raffigurati,
nei quadri impressionisti, diventano tutti seducenti: le strade, i viali, le
piazze, i bar, gli stabilimenti balneari lungo la Senna, i teatri (da
ricordare soprattutto le ballerine di Degas), persino le stazioni,
come nel famoso quadro di Monet
raffigurante «La Gare Saint-Lazare». |
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