S. Mallarmé - La parola poetica come relitto vagante nella discontinuità dell'essere  
Un colpo di dadi non abolirà mai il caso



Matisse - Figura femminile


Matisse - La danza

NULLA

della memorabile crisi
se non si fosse
l'evento

 

 

 

ECCETTO
               nell'altitudine
                              FORSE
                                   così lontano che un punto

                                      IL CASO
   Cade
   la prima
         ritmica attesa del disastro
                                                   a inabissarsi
                                             nelle spume originarie
   donde già si innalzò il suo delirio sino a una vetta
                                      colpita
                      dalla neutralità identica dell'abisso

 

 compiuto in vista di ogni risultato nullo
                                                      umano

AVRA' AVUTO LUOGO
un'elevazione normale rivela l'assenza

SE NON IL LUOGO
in basso uno sciabordio come disperdere l'atto vano
che se no bruscamente                       
con la sua menzogna                       
avrebbe fondato                       
la perdizione                         
in quei paraggi                                                               
del vago                                                   
 in cui ogni realtà si dissolve      


si fonde con l'aldilà                                                    

lungi dall'interesse                              
a lui proprio                  
in generale       
secondo una data obliquità per una data pendenza
delle luci                  
verso                                                                       
forse                                                           
il Settentrione o anche Nord 


UNA COSTELLAZIONE

fredda d'oblio e di desuetudine
non tanto
che essa non enumeri
su una superficie vuota e superiore         
il colpo di successione
sideralmente
di un canto totale che si forma                 
che vigila                                                                   
dubita                                                           
rotola                                                       
brilla e medita                                     

prima di arrestarsi               
in un ultimo punto che lo consacri             


Ogni pensiero emette un Colpo di Dadi
 

La destrutturazione ( anche grafica ) del testo poetico


"Per
Mallarmé poesia e comunicazione si separano. Ciò che il verso finge è la stessa realtà del verso. La poesia instaura degli stati. Essa non rappresenta, ma si autorappresenta, per cui l’atto della produzione del testo diventa un atto di autoriflessione o di autorispecchiamento infinito. Nessuna concessione è fatta alla comunicazione. Si capisce, quindi, come la poesia visuale diventi uno strumento privilegiato per questo nuovo tipo di esperienza artistica e si capisce anche come questa poesia risulti difficile per chi cerchi in essa la comunicazione tradizionale. La storia può dunque cominciare da: Un coup de dés jamais n’ abolira le hasard (Un colpo di dadi non abolirà mai il caso) con cui nel 1897 Mallarmé fonda un’estetica tipografica della pagina. Si tratta della rappresentazione, anche grafica, del naufragio di chi ha voluto sfidare il caso.

In questo testo
lo spazio prende il posto del tempo, mentre la lettura appropriata non può più essere quella alfabetica. Marinetti inaugura l’avanguardia agli inizi del nuovo secolo. Le sue invenzioni capitali, destinate a lasciare il segno anche al di là del futurismo, sono l’astrattismo, la simultaneità, l’immaginazione senza fili, la rivoluzione tipografica, le parole in libertà, le tavole parolibere. Il futurismo italiano, aveva l’ambizione di andare al di là della letteratura e di dissolvere l’io nella materia, rivendicando il sostanziale lirismo della materia stessa, senza più mediazioni e soprattutto senza più il velo vischioso di una soggettività posta al centro d’ogni possibile conoscenza.

Quanto alla poesia, risulta difficile entrare nelle cose senza ridurla ai suoi elementi fisici costitutivi, cioè alla voce e al segno. Ed ecco che il testo da una parte diventa una sorta di spartito, traccia, guida per la declamazione, oppure viene violentemente ridotto a composizione grafica, tramite un uso senza residui di una scrittura “oggettipografica”.

Apollinaire pubblica nel 1918 i Calligrammes. “Calligramma” è una parola creata dal poeta stesso per definire le sue composizioni poetiche figurate e non c’è dubbio che Apollinaire si riconnetta alla tradizione antica dei technopaegnia e dei carmina figurata, ma il poeta mette in opera una pratica della mescolanza, dell’associazione di eterogenei, della dissonanza. E realizza una sorta di umorismo lirico in cui i segni del familiare e dell’estraneo, dell’attualità e della preistoria, sono messi in cortocircuito. Egli dà uno sviluppo in direzione magico-fantastica al futurismo. Orphisme è infatti la parola-chiave della sua poetica. Ed è ormai di surrealismo che si deve parlare. È annunciata una seconda fase dell’avanguardia. Le ragioni della ripresa della poesia figurata nell’avanguardia sono, dunque, profonde e innovatrici.

da http://www.municipio.re.it/manifestazioni/alfabetosogno/mallarme.htm
 

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