S. Mallarmé - La parola poetica come relitto vagante nella discontinuità dell'essere. Il simbolismo ontologico- esistenziale.


« La letteratura consiste nel sopprimere il tal dei tali che la scrive .... scrivere significa annientare un giorno della vita ovvero morire un po'».
« Ho avvertito
dei sintomi inquietanti, causati dal solo atto di scrivere ».

L'esperienza poetica si rivela come tensione costantemente operante e costantemente irrisolta di dominio su un linguaggio che si offre come puro funzionamento, indipendente dall'esistenza di un soggetto che ne determini la logica.  Incontrando il meccanismo inconscio del linguaggio, la cui esistenza nullifica il soggetto, Mallarmé sperimenta il vuoto.  Di qui la sua continua esigenza di uno specchio per ricostituirsi, per percepirsi integro:

« Confesso del resto - scrive a Cazalis il 4 febbraio 1869 - ... che ho ancora bisogno, tanto grandi sono state le vessazioni del mio trionfo, di guardarmi in questo specchio per pensare, e che, se non ci fosse lo specchio davanti al tavolo su cui ti scrivo questa lettera, ridiventerei il Niente.  Questo per comunicarti che ora sono impersonale e non più lo Stéphane che tu hai conosciuto, ma un'attitudine che ha l'universo Spirituale di vedersi e svilupparsi, attraverso ciò che fu di me ».
 

S. Mallarmé - Un colpo di dadi non abolirà mai il caso
( ultima parte )



Matisse - Nudo blu
 
 


Matisse - La danza

NULLA

della memorabile crisi
se non si fosse
l'evento

 

 

 

 

 

 

ECCETTO
               nell'altitudine
                              FORSE
                          così lontano che un punto

 

 

 

 

 

 

 

 

                                      IL CASO
   Cade
   la prima
         ritmica attesa del disastro
                                                   a inabissarsi
                                             nelle spume originarie
   donde già si innalzò il suo delirio sino a una vetta
                                      colpita
                      dalla neutralità identica dell'abisso

 

 compiuto in vista di ogni risultato nullo
                                                      umano


AVRA' AVUTO LUOGO
un'elevazione normale rivela l'assenza
 


SE NON IL LUOGO
in basso uno sciabordio come disperdere l'atto vano
che se no bruscamente                       
con la sua menzogna                       
avrebbe fondato                       
la perdizione                         

in quei paraggi paraggi  
del vago                                                   
 in cui ogni realtà si dissolve      


si fonde con l'aldilà                                                    

lungi dall'interesse                              
a lui proprio                  
in generale       
secondo una data obliquità per una data pendenza
delle luci                  
verso                                                                       
forse                                                           
il Settentrione o anche Nord 
 


UNA COSTELLAZIONE

fredda d'oblio e di desuetudine
non tanto
che essa non enumeri
su una superficie vuota e superiore         
il colpo di successione
sideralmente
di un canto totale che si forma                 
che vigila                                                                   
dubita                                                           
rotola                                                       
brilla e medita                                     

prima di arrestarsi               
in un ultimo punto che lo consacri             


Ogni pensiero emette un Colpo di Dadi
 


Costruito attorno ad una frase centrale che ne forma la struttura portante ( "Un colpo di dadi non abolirà mai il caso") il poema si svolge attraverso frasi secondarie, dipendenti, incisi, apposizioni. In esse si sviluppano i simboli e le metafore che illustrano analogicamente il presupposto filosofico di una casualità totale che presiede i destini dell'uomo, indipendentemente dall'azione, che resta comunque indifferente. Il discorso metafisico del Colpo di dadi,  la scelta che ha il protagonista del poema tra l'azione e la morte, si articola attorno a simboli che si alternano e si intrecciano: il naufragio, il pugno levato del navigante sommerso che stringe i dadi della sorte, la piuma che volteggia sull'abisso, il profilo di Amleto, la sirena che subito si immerge, la rivelazione nel vuoto cielo lontano delle sette stelle dell'Orsa.

Anche se l'eroe avesse gettato i dadi prima di scomparire nel mare e anche se il numero fosse apparso, il Caso non sarebbe stato eliminato. Il minimo atto, il minimo pensiero mettono in gioco il caso e lasciano incunearsi l'incertezza. Tutto è indifferente, nulla sarà avvenuto, anche se resta l'apparizione magica nel cielo notturno di una costellazione, che riproduce il numero del colpo di dadi in dimensioni cosmiche.

La disposizione del testo è su due pagine e l'impostazione grafica assume particolare importanza per il poeta. La disposizione a gradini delle parole allude alla discontinuità dell'esistenza, mentre lo scorrimento dei versi da una pagina all'altra ne indica la contingente fluidità, che il lettore deve cercare di abbracciare con un solo sguardo.

( liberamente elaborato da Baldi, Giusso, Razetti, Zaccaria, Dal testo alla storia, dalla storia al testo, Vol III/2, p.43 )
 

La destrutturazione grafica del testo poetico


"Per
Mallarmé poesia e comunicazione si separano. Ciò che il verso finge è la stessa realtà del verso. La poesia instaura degli stati. Essa non rappresenta, ma si autorappresenta, per cui l’atto della produzione del testo diventa un atto di autoriflessione o di autorispecchiamento infinito. Nessuna concessione è fatta alla comunicazione. Si capisce, quindi, come la poesia visuale diventi uno strumento privilegiato per questo nuovo tipo di esperienza artistica e si capisce anche come questa poesia risulti difficile per chi cerchi in essa la comunicazione tradizionale. La storia può dunque cominciare da: Un coup de dés jamais n’ abolira le hasard (Un colpo di dadi non abolirà mai il caso) con cui nel 1897 Mallarmé fonda un’estetica tipografica della pagina. Si tratta della rappresentazione, anche grafica, del naufragio di chi ha voluto sfidare il caso.

In questo testo
lo spazio prende il posto del tempo, mentre la lettura appropriata non può più essere quella alfabetica. Marinetti inaugura l’avanguardia agli inizi del nuovo secolo. Le sue invenzioni, destinate a lasciare il segno anche al di là del futurismo, sono la simultaneità, l’immaginazione senza fili, la rivoluzione tipografica, le parole in libertà, le tavole parolibere. Il futurismo italiano, aveva l’ambizione di andare al di là della letteratura e di dissolvere l’io nella materia, rivendicando il sostanziale lirismo della materia stessa, senza più mediazioni e soprattutto senza più il velo vischioso di una soggettività posta al centro d’ogni possibile conoscenza.

Quanto alla poesia, risulta difficile entrare nelle cose senza ridurla ai suoi elementi fisici costitutivi, cioè alla voce e al segno. Ed ecco che il testo da una parte diventa una sorta di spartito, traccia, guida per la declamazione, oppure viene violentemente ridotto a composizione grafica, tramite un uso senza residui di una scrittura “oggettipografica”.

Apollinaire pubblica nel 1918 i Calligrammes. “Calligramma” è una parola creata dal poeta stesso per definire le sue composizioni poetiche figurate e non c’è dubbio che Apollinaire si riconnetta alla tradizione antica dei technopaegnia e dei carmina figurata, ma il poeta mette in opera una pratica della mescolanza, dell’associazione di eterogenei, della dissonanza. E realizza una sorta di umorismo lirico in cui i segni del familiare e dell’estraneo, dell’attualità e della preistoria, sono messi in cortocircuito. Egli dà uno sviluppo in direzione magico-fantastica al futurismo. Orphisme è infatti la parola-chiave della sua poetica. Ed è ormai di surrealismo che si deve parlare. È annunciata una seconda fase dell’avanguardia. Le ragioni della ripresa della poesia figurata nell’avanguardia sono, dunque, profonde e innovatrici.

da http://www.municipio.re.it/manifestazioni/alfabetosogno/mallarme.htm
 

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