La cartografia  La concezione del mondo nel medioevo Il mappamondo medioevale di Vercelli I pellegrinaggi I pellegrini Gli itinerari
I modellini della Terrasanta La devozione della croce

I Sacri Monti

Bibliografia Il progetto. Collaborazioni

Il mondo tabernacolo di Cosma l'Indicopleuste

Cosma soprannominato l'Indicopleuste, mercante di Alessandria d'Egitto, intorno al 520 d.C. intraprese per ragioni di commercio lunghi viaggi specialmente in Arabia ed in Africa Orientale. Tornato in patria si diede a vita eremitica ed alla compilazione di opere letterarie, delle quali solo una è giunta fino a noi: la Topografia cristiana. L'opera consta di dodici libri, l'ultimo dei quali frammentario: è un lavoro di grande importanza storico- culturale, perché ci pone in grado di raffigurarci, attraverso di esso,  le concezioni geografiche del V secolo dopo Cristo. Egli immagina la Terra come un grande rettangolo, circondato da ogni lato da mura, che riunendosi sopra di esso, costituiscono il firmamento o volta del cielo. Fin dal suo tempo l'opera suscitò particolare interesse per i racconti di viaggi inseriti nella narrazione, la descrizione della grande isola posta nel mare indiano, dagli Indi detta Sielediva, dai Greci Tabrobane ( Ceylon ).





Nel planisfero di Cosma Indicopleuste la massa delle terre è un rettangolo.  Esso è circondato da un Oceano parimenti rettangolare, contornato a sua volta da un bordo di terra « dove vivevano gli uomini prima del Diluvio». Nel lato est di questa « terra-marginale » v'è un vasto lago rettangolare e da questa il Nilo o il Gihon, com'è chiamato nella Bibbia, scorre attraverso il bordo sud della terra marginale. Di qui, attraverso o sotto l’Oceano, si perviene al mondo abitato e al Mediterraneo.  Cosma rappresenta l'Asia Minore, il Mar Nero e l'Adriatico, ma della parte occidentale del Mediterraneo sembra sapesse soltanto che si restringeva in uno stretto verso l'Oceano.  L'Eufrate e l'Indo sono disegnati con esattezza, relativamente alle loro posizioni, ma l'Indo, come un canale, taglia un angolo del rettangolo più interno, e il Caspio è divenuto, ancora una volta, una baia dell'Oceano.  Le figure che soffiano nei corni sono i quattro venti.

Il mondo tabernacolo di Cosma Indicopleuste

  Per i più eminenti esponenti della Chiesa la rappresentazione del mondo che i filosofi, gli astronomi ed i geografi pagani dell’età classica erano venuti gradualmente delineando, era qualcosa di assolutamente inadeguato. Benché i loro principali interessi riguardassero un regno che trascende questo mondo, i cristiani avevano bisogno di una concezione del mondo reale, in cui vive l'uomo. E la trassero dalla Bibbia.

Dio sul monte Sinai aveva spiegato esattamente a Mosé come costruire il tabernacolo e quando si scoprì negli scritti di S. Paolo un passo, secondo il quale il tabernacolo poteva essere inteso come una rappresentazione del mondo, fu del tutto naturale considerare questo come una vasta tenda a  base rettangolare, di lunghezza doppia della larghezza, con un tetto a volta, sostenuto da quattro colonne. Successivamente ci si convinse che il mondo era diviso in tre piani: il primo comprendeva la terra, il mare, gli abitanti del mondo e gli angeli che si libravano vicini al tetto, sostenendo il sole, la luna e le stelle. Nel secondo vi erano gli angeli e i santi e, al culmine, sedeva Cristo circondato dai massimi santi. Al nord della terra così concepita, sorgeva l’alto Monte del Mondo, che là si trovava, perché il sole avesse un luogo ove andare la notte.

  Naturalmente vi fu chi si oppose a questa teoria, e volle difendere la concezione classica della terra sferica, ma fu deriso ed invitato a considerare la verità della Bibbia. Intervenne persino il padre della Chiesa Agostino, che scrisse:« Quanto all'idea degli Antipodi, vale a dire di che si trovi sulla parte opposta della terra dove il sole sorge quando da noi tramonta, dove gli uomini camminano con le piante dei piedi rivolte verso di noi, un uomo di buon senso non le attribuirà alcun valore”.

La nuova rappresentazione cristiana del mondo ricevette il suo maggior conforto da un uomo di nome Cosma, onorato del titolo di Indicopleuste, cioè il viaggiatore dell'India, un mercante che in seguito divenne monaco.  Come mercante, all'inizio del VI sec. aveva compiuto molti viaggi, ma si è posto in dubbio che sia giunto sino in India. Molti sono convinti che abbia navigato soltanto nelle acque che bagnano l'Arabia.  Egli comunque parla sia dell'India sia di Ceylon con molta precisione, tanto da far ritenere reale la sua presenza in queste terre. Poiché sembra che fosse un acuto e intelligente osservatore, sorprende il fatto che la rappresentazione del mondo, da lui in seguito proposta, si basi esclusivamente sull'Idea del tabernacolo. 

Home page