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L'immaginario urbano e l'animazione della folla

C. Monet, Rue Montorgueil imbandierata ( 1878 )

Anche nell'immaginario ottocentesco le folle animavano la fantasia pittorica dell'artista e più in generale dei narratori.      Viali, strade e piazze della grande città industriale vedono nascere un  nuovo soggetto collettivo, che anima di colore e di forme ondeggianti, di  incredibile originalità la vita urbana. La fotografia che sta allora affermandosi come strumento espressivo della realtà non riesce  però a rendere il vero dinamismo di una strada pavesata di bandiere.......

Monet interpreta il soggetto pittorico della strada affollata soprattutto come una festa di colori, di luminosità che non rispettano affatto, prospetticamente, le lontananze e le vicinanze. La suggestione urbana connota tutta la pittura  impressionista ; gli effetti di concitazione e di movimento sono resi dall' accentuazione delle macchie di colore....che sono depositarie di un dinamismo quasi atmosferico.

Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa, canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne......

U. Boccioni, La città che sale ( 1910-1911)

Le forze umane e materiali che popolano la nuova città futurista non sono più solo attraenti spettacoli di colori e  gioiose resse festanti. Nella "Città che sale" c'è vera tensione, esasperato sforzo per dare propulsione ad un nuovo ambiente di vita. Tutto è emblematico nel quadro: di un espressionismo simbolico e pregnante. Sono quasi potenze invisibili quelle che cavalcano i cavalli imbizzarriti - bestie inferocite - scatenanti un turbine che con furia travolgente crea vortici, dislocando e infiammando corpi e criniere. E' uno stato di angoscia quello di Boccioni, scaricato come un peso insopportabile......La nuova città che sale trasformando il suo volto ordinario, scatena anch'essa forze nascoste, quelle di un lavoro febbrile che non dà più spazio ad una falsa quiete.

I fitti pali geometrici paralleli delle impalcature dei palazzi in costruzione, al margine di una lotta sfrenata contro una massa turbolenta, rappresentano la parte lucida che osserva una trasformazione epocale. E' uno dei quadri più esasperati della pittura del nostro tempo,perché in esso tutto è lotta. La società del primo '900 riconoscerà in essa un proprio stato d'animo.

U. Boccioni , Rissa in galleria ( 1910 )

E' il primo dei quadri dipinti da Boccioni tra il 1910 e il 1911, incentrati sul tema dello scontro tra dimostranti e forze dell'ordine. L'opera si inserisce ancora nella fase tardo divisionista e rimane uno dei migliori esempi di rappresentazione delle emozioni della folla. La scena è ambientata nella Galleria Vittorio Emanuele di Milano. Il riferimento teorico è ancora costituito da alcune parti del manifesto dei pittori futuristi: "Tutto si muove, tutto corre, tutto si volge rapido: una figura non è mai stabile di fronte a noi ma si muove incessantemente...Noi proclamiamo che il moto e la luce distruggeranno la materialità dei corpi". I dipinti anteriori al 1910 sono tra i più arditi nel senso della deformazione divisionista della luce. Il dinamismo universale deve essere reso come sensazione dinamica. Sono questi gli anni dell'età giolittiana, in cui si fanno strada ideologie e forme di pensiero irrazionaliste che hanno in comune l'esaltazione della forza e dell'attivismo: il sindacalismo rivoluzionario di Sorel, il nazionalismo, l'irredentismo ed il massimalismo socialista.

Il Futurismo a livello artistico si inserisce all'interno di questo clima culturale, affiancandosi anche all'intuizionismo di Bergson alla filosofia del superuomo di Nietzsche ed all'imperante dannunzianesimo.

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