S.I.S. Piemonte - Tirocinio osservativo

Documento del Collegio dei Supervisori sul tirocinio osservativo
 

1. RIFLESSIONI GENERALI

La complessità della società attuale esige un settore formativo in grado di assicurare cittadini che abbiano adeguati strumenti di interpretazione della realtà in cui si trovano a vivere. E’ evidente quindi la necessità che il sistema educativo-scolastico metta i suoi operatori nelle condizioni migliori per operare significativamente, in modo da garantire la formazione di cittadini autonomi e consapevoli di scelte che dovranno fare in condizioni di incertezza.

Bisogna fare in modo che l’insegnante, di ogni ordine e grado, possa maturare una sua specifica professionalità. Al di là delle specificità di ciascun “mestiere”, la professionalità può essere intesa come: “Attività essenzialmente intellettuale che tende a cambiare una determinata realtà mediante calcolati interventi per evitare fino al possibile l’influenza del caso” ( SORESI G., Guida all’osservazione in classe, Giunti) e quindi lo stesso autore individua alcune fasi che caratterizzano l’attività di un professionista:
· comprensione della realtà da modificare
· individuazione ed elencazione dei problemi che la realtà stessa solleva
· elaborazione di alcune ipotesi di cambiamento e pianificazione di un intervento
· realizzazione dell’intervento
· controllo dei risultati ottenuti

Risulta così indispensabile per il professionista far ricorso a metodi di osservazione e autovalutazione del proprio lavoro al fine di migliorare continuamente il proprio standard professionale. E’ evidente che l’insegnante deve compendiare in sé almeno tre livelli di competenze in continua  relazione tra loro:


Le varie fasi di tirocinio devono ritenersi un momento importante nel processo di acquisizione della professionalità. Ciascun tirocinante ha già una immagine di docente introiettata. L’immergersi in situazione dovrà consentire al tirocinante di riflettere su questa immagine in modo consapevole ed eventualmente modificarla.

Il tirocinio non potrà comunque portare all’acquisizione completa di professionalità, ma alla mentalità che quest’ultima si realizza con una constante osservazione sui discenti, sul proprio operare, su come esso influisce sul processo di apprendimento dello studente, e con le eventuale modifica, in base all’osservazione, del proprio agire.

2. FINALITÀ DEL TIROCINIO

 Rendere espliciti i modelli di insegnante interiorizzati attraverso l’esperienza
 Rendere consapevoli della molteplicità dei fattori che influenzano la situazione di insegnamento-apprendimento nella classe ( contesto scolastico, ambiente, dinamiche interpersonali, , contenuto disciplinare,…..)
 Riflettere sulla singolarità del processo di apprendimento individuale ( fascia di età, interessi e motivazioni, risorse individuali………)

3. OBIETTIVI DEL TIROCINIO

Il tirocinio didattico, finalizzato a introdurre lo specializzando nella vita e nell'attività delle scuole secondarie per favorire l'acquisizione delle competenze proprie della professione docente nei seguenti ambiti:

 gli aspetti collegiali, programmatori, gestionali della Scuola (con esclusione di quelli relativi alla valutazione delle persone o aventi comunque carattere riservato);
 la pratica didattica riguardanti gli insegnamenti propri della classe o delle classi cui è iscritto lo studente;

perseguirà, in concreto, i seguenti obiettivi :

Con riferimento alle competenze didattiche, capacità di:

 progettazione e sperimentazione di strategie di intervento educativo;
 costruzione di unità didattiche, scelta e uso di strumenti e procedure di controllo dei risultati di apprendimento;
 costruzione, scelta e uso di materiali e procedure finalizzate al recupero, di griglie di osservazione del comportamento;
 uso di strumenti didattici;
 analisi dei libri di testo;
 controllo sperimentale di ipotesi di lavoro;
 reperimento e interpretazione d'informazioni di tipo psicologico e sociologico.
 progettazione didattica sulla base della struttura epistemologica e dei nodi concettuali della disciplina..

Con riferimento alle competenze relazionali, capacità di:

rapportarsi con i singoli studenti, con la classe e di organizzare il gruppo;
collaborazione con studenti, famiglie, colleghi e soggetti extra-scolastici;
sapersi mettere in relazione con una dimensione multiculturale e valorizzarne le
potenzialità.

Con riferimento alle competenze organizzative, capacità di:

 gestione di laboratori;
gestione di progetti anche in reti di scuole;
documentazione delle attività.
 

ORGANIZZAZIONE DEL TIROCINIO
(dal piano di fattibilità S.I.S.):

primo anno: primo modulo di pratica professionale

100 ore di laboratorio-tirocinio dedicato agli strumenti e ai metodi per l'osservazione e l'analisi dell'insegnamento: presentazione e uso.  In fase di progettazione, è necessaria la compresenza dei docenti della S.I.S. e di docenti secondari coinvolti nel tirocinio. L'insegnamento analizzato sarà di norma quello praticato dal docente di tirocinio.

secondo anno:secondo modulo di pratica professionale

200 di laboratorio-tirocinio, durante i quali i docenti della S.I.S. e quelli di tirocinio in compresenza programmano le attività di insegnamento che gli studenti della S.I.S. saranno chiamati ad attuare in una classe specifica di un istituto secondario ( la programmazione dovrà quindi fare parte effettiva dell'attività della scuola presso la quale i tirocinanti svolgeranno la loro attività ).
Con l'assistenza dei docenti di tirocinio e con la supervisione dei docenti della S.I.S. i tirocinanti svolgeranno effettive attività di insegnamento in una classe per un'unità di tempo stabilita insieme alle istituzioni scolastiche autonome (ad esempio un quadrimestre o altro periodo di tempo); parteciperanno inoltre a tutte le attività di scuola che coinvolgano i singoli docenti".

 4.1 GLI ATTORI DEL TIROCINIO

Il tirocinio è strutturato per moduli. Ogni modulo prevede per il tirocinante un impegno di 50 ore, per il tutor di 10 ore e per il supervisore un impegno variabile a seconda delle esigenze dei diversi moduli, ma comunque di almeno 10 ore per ciascun tirocinante. Questo monte ore comprende le ore di programmazione, di tirocinio in classe e quelle di elaborazione dati e stesura delle relazioni secondo quanto indicato nel modello orario del tirocinio di scienze naturali. Per la programmazione e la realizzazione del tirocinio è prevista la collaborazione tra i seguenti soggetti :

Tirocinante: è l'insegnante in formazione (Specializzando) che definisce le finalità generali e discute il risultato del tirocinio con il supervisore. Programma i contenuti del modulo di Tirocinio osservativo tirocinio con il tutor con il quale discute, al termine dell'esperienza, le proprie analisi e impressioni.

Tutor : è l'insegnante che ospita nelle proprie classi il tirocinante. Programma la struttura generale del tirocinio prima con il supervisore per definirne contenuti, tempi e metodi, poi presenta i contenuti specifici e ne concorda l'attuazione con il tirocinante. Al termine del tirocinio traccia con il tirocinante un bilancio dell'esperienza e invia una relazione finale al supervisore.

Supervisore: è l'insegnante S.I.S. responsabile del tirocinio che definisce i metodi e le finalità generali del tirocinio con i tirocinanti, ne segue il lavoro in itinere, guida il confronto tra i tirocinanti del proprio gruppo con cui discute le esperienze e segue la stesura delle tesi per l'esame finale. Collabora con i docenti universitari titolari dei laboratori didattici e armonizza la programmazione tra i laboratori e il tirocinio. Programma e organizza con i tutor il programma dei vari moduli di tirocinio. Promuove e coordina tra i tutor la costituzione di un gruppo di lavoro che permetta il confronto tra le varie esperienze e lo scambio di materiale osservativo

MODELLO BASE MODULO DI TIROCINIO STUDENTI S.I.S - 1° ANNO

MONTE ORE MODULO : 50 ORE

L'attività di tirocinio del primo anno (1999-2000) della S.I.S è strutturata in due moduli di 50 ore ciascuno.
Il modello comune di modulo per il tirocinio svolge la funzione di orientamento flessibile per l'attività dei tutor e dei supervisori e di garanzia dell’attività del tirocinante. La flessibilità è riferita alle bande di oscillazione delle singole attività, ma non al monte ore complessivo del modulo che deve comunque essere di 50 ore.
Per il primo anno sono previsti due moduli di 50 ore per un totale di 100 ore di tirocinio.
 

(*) parte delle ore individuali e parte in gruppo con gli altri tirocinanti..S.I.S. Piemonte Tirocinio osservativo

4.2 STRUTTURA DEL TIROCINIO

La struttura del tirocinio nei due anni si organizza secondo le seguenti fasi:
 
OSSERVAZIONE dei diversi aspetti della realtà scolastica (didattico-disciplinari, relazionali e organizzativi)
 
PROGRAMMAZIONE del tirocinio attivo attraverso la costruzione di moduli e unità didattiche

AZIONE nella realtà scolastica

VERIFICA dell'intervento e dell'intera attività di tirocinio 

Ciascuno delle quattro fasi si articola in tre momenti:
-
PREATTIVO, che consiste nella progettazione dell'attività e nella predisposizione dei necessari strumenti operativi;
-
INTERATTIVO, che consiste nello svolgimento in situazione dell'attività progettata;
-
POSTATTIVO, che consiste nella verifica, riflessione e rielaborazione dell'attività svolta.

Nel primo anno il tirocinio svilupperà prevalentemente la fase osservativa e si imposteranno le basi per le fasi successive che saranno più compiutamente svolte nel corso del secondo anno.

4.3 L'OSSERVAZIONE

Il lavoro del tirocinio si articola in tre momenti:
1. preparazione con il supervisore e con il tutor;
2. osservazione sul campo;
3. riflessione, confronto e rielaborazione con il tutor, il supervisore e altri tirocinanti.

Nel primo momento di presenza nella scuola gli specializzandi dovrebbero venire a conoscenza:

 della tipologia generale della scuola (indirizzi, sperimentazioni, programmi…)
 della realtà dell’Istituto(proposta educativa, problematiche, normative, risorse, qualità e grado di utilizzazione delle attrezzature, attività, organi …)
 della programmazione disciplinare a livello di dipartimento e di classe
 della situazione della classe/i in cui avverrà l’osservazione.


4.4 LINEE GUIDA PER L'OSSERVAZIONE

Il tirocinio deve far risaltare l'unitarietà dell'attività docente con una stretta integrazione culturale e professionale tra competenze disciplinari, didattiche, relazionali e organizzative. L'acquisizione di tali competenze non è raggiungibile compiutamente con la sola formazione teorica ma necessita di una "immersione" nella realtà di classe.
Risulta quindi fondamentale la funzione del tutor che accogliendo il tirocinante nelle proprie classi può guidarlo nell'individuazione degli elementi costitutivi di tali competenze e aiutarlo a farle proprie.

Il tutor che accetta questo ruolo perché in possesso di una professionalità spendibile nel processo di formazione dei docenti si pone in un'ottica di Ricerca-Azione, consapevole che il tirocinante può essere una risorsa nella riflessione sulla propria attività. Si ritiene importante, nel rispetto delle scelte personali di ogni tutor, che il tirocinante possa osservare la gamma più varia possibile di attività, tipi di interazione e uso di risorse ( attività di scoperta, lezione interattiva, lezione frontale, lavori di gruppo, utilizzo delle nuove tecnologie, attività di laboratorio, esercitazioni, momenti di verifica e di valutazione, attività di recupero…).
La durata limitata dei moduli di tirocinio non permetterà di cogliere simultaneamente la complessità dell'interazione tra tutte le competenze, apprezzabile solamente con una permanenza in classe per l'intero anno scolastico.

Si riportano pertanto alcuni principi che dovrebbero guidare l’osservatore nella sua attività:

 E’ importante innanzitutto stabilire un rapporto di fiducia reciproca tra specializzando e insegnante-tutor per una relazione autentica e proficua. A tal fine sono auspicabili brevi momenti di incontro tra osservatore e osservato prima e dopo la lezione.
 La modalità più corretta per riportare i dati dell’osservazione è descrivere ciò che si è visto. Ciò non esclude momenti di interpretazione personale, che però vanno distinti dalla descrizione “oggettiva”.
 E’ opportuno che l’osservatore conosca preventivamente gli aspetti della lezione su cui focalizzerà la propria attenzione, con quale scopo e per quanto tempo.
 L’osservatore deve cercare di interferire il meno possibile con l’attività che osserva.
 E’ utile dotarsi di strumenti (griglie di osservazione, sistemi di notazione) che facilitino la raccolta dei dati “sul campo”.
 

4.5 AMBITI DI OSSERVAZIONE

LA SCUOLA

 tipo di scuola
 indirizzi presenti
 inquadramento materia, nel quinquennio, programmi, orari, eventuale area di progetto, ecc 

LA PROGRAMMAZIONE DEL MODULO O UNITA' DIDATTICA CUI HA ASSISTITO

 Classe in cui si svolge il tirocinio
 materia insegnata
 articolazione del modulo/unità
 dove, se e come si colloca l'argomento nel curricolo annuale della disciplina
 tipi di lezione a cui ha assistito (frontale, laboratorio informatico, uscite, intervento esperti, ecc)
 materiali e strumenti didattici usati(come sono stati reperiti)
 trattazione dell'argomento sul libro di testo
 collegamenti tra argomento svolto, altre materie ,attività extracurricolari, ecc. 

LO SVOLGIMENTO DELLE SINGOLE LEZIONI

 individuazione delle fasi della lezione
 eventuali indicazioni fornite dal docente ad inizio attività sulla struttura e gli obiettivi della medesima
 eventuali collegamenti e richiami a quanto svolto in precedenza o ad altre discipline
 modalità di gestione di situazioni impreviste di carattere organizzativo, ambientale, cognitivo
 attività svolta durante la lezione (nuovo argomento, esercitazioni di laboratorio, ripasso collettivo, esercizi, recupero individualizzato, etc).
 attività svolte dagli alunni durante la lezione (prendono appunti, svolgono esercizi, sviluppano schemi, sviluppano procedure, ecc)
 modalità con cui il docente sintetizza ed evidenzia gli elementi essenziali del tema trattato
 strategie di verifica dell'apprendimento nel corso o al termine delle lezioni
 elaborazione dei contenuti da parte degli allievi (modalità e tempi)
 strumenti e tecniche per mantenere l’attenzione

 LA RELAZIONE DOCENTE/ALLIEVO

 numero allievi
 comunicazione unidirezionale, bidirezionale
 strategie per mantenere viva l'attenzione (gestualità, vocalità, uso di strumenti audiovisivi, ecc)
 forme di comunicazione usate (orale, scritta, grafica, ecc)
 numero e tipo di interventi degli allievi
 modalità e tempi con cui gli studenti possono intervenire con domande ed osservazioni
 tipologia dei chiarimenti richiesti dagli studenti all’insegnante
 modalità con cui vengono soddisfatte le richieste di chiarimenti
 modalità d’intervento del docente verso gli studenti che hanno maggiori difficoltà 

IL MOMENTO VALUTATIVO

 Forma (orale, scritta, formale, informale) e durata
 tipologia di test orale: domande brevi, esposizione libera di un argomento assegnato, ecc. (indicare alcune domande-tipo)
 tipologia di test scritto: domande aperte, saggio breve, prove strutturate, studio di casi o problemi (reperire copia del test)
 l'allievo comprende le domande - risponde autonomamente - risponde se guidato
 comunicazioni preliminari, durante e dopo la prova
 modalità, tempi e criteri di correzione (come e quando viene effettuata la correzione)
 scala di valutazione utilizzata (reperire documentazione)
 modalità di comunicazione dell'esito
 modalità di eventuali interventi di rinforzo e di recupero

 GLI ORGANI COLLEGIALI

 modalità di convocazione delle parti (scritta, orale, personale, collettiva, ecc.)
 presenza delle componenti genitori ed alunni (consigli aperti o dei soli rappresentanti)
 livello di partecipazione
 modalità di presentazione dei componenti,
 interazione fra le componenti intervenute
 tipo di comunicazione rispetto agli argomenti trattati ed alle competenze deliberative del Consiglio


N.B.
Le indicazioni sopra elencate costituiscono una guida necessariamente integrabile con altri elementi derivati dalla specifica situazione osservata. Gli elementi rilevati nel corso del tirocinio e le successive rielaborazioni con i supervisori rappresentano materiale fondamentale per la stesura della relazione conclusiva del tirocinio.

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