L’osservazione è una forma di rilevazione finalizzata
all’esplorazione/conoscenza di un determinato fenomeno. Consiste nella
descrizione il più possibile fedele e completa delle caratteristiche di un
particolare evento/comportamento e delle condizioni in cui si verifica.
Non è possibile osservare tutto, poiché solo l’attenzione mirata e
intenzionale, ci permette di “vedere” e quindi di “scoprire” qualcosa.
L’oggetto e la metodologia dell’osservazione si fissano in funzione degli
obiettivi della rilevazione. Nella nostra esperienza abbiamo utilizzato,
integrandoli, due diversi approcci all’osservazione:
1.
Osservazione strutturata (sistematica)
2.
Osservazione con basso grado di strutturazione ( esperienziale )
Si riporta qui uno schema di
classificazione delle modalità di osservazione, tratto da “Dispensa
per il corso di Pedagogia sperimentale”
A.A. 2000/2001, del prof. Roberto Trinchero (Università di Torino –
Facoltà di Scienze della Formazione)
Alcuni esempi di schede d’osservazione utilizzate in questi anni:
OSSERVAZIONE A BASSO GRADO DI STRUTTURAZIONE
OSSERVAZIONE STRUTTURATA
GUIDA PER OSSERVARE LA
VALUTAZIONE
Premessa
Insegnare comporta misurare e valutare. Anche se
valutare implica sempre anche sondare e misurare gli apprendimenti,
l'insegnamento comporta talvolta anche una distinzione tra le due
operazioni, come per esempio nelle fasi di verifica dei prerequisiti di una
classe o del feed back. Misurare le conoscenze e le competenze degli
allievi serve prevalentemente per costruire quadri diagnostici, necessari
agli insegnanti per adeguare gli interventi didattici ai destinatari. La
valutazione invece consiste nel definire e classificare l'apprendimento
dei discenti nel suo procedere e nella sua acquisizione rispetto agli
obiettivi.
Il docente usa abitualmente due tipi di valutazione:
una esplicita ed una implicita. La prima è sempre consapevole, mentre la
seconda nella maggior parte dei casi è quasi involontaria, e, specialmente
per un insegnante esperto, automatica. La valutazione esplicita si effettua
tramite le prove di verifica e viene espressa in voti e/o giudizi. La
valutazione implicita invece il più delle volte consiste in un giudizio
inespresso che si forma nella mente di chi insegna. Quest'ultimo, anche se
non concorre di solito alla definizione di un voto, agisce notevolmente sul
processo interattivo dell' insegnamento-apprendimento. Infatti proprio per
mezzo delle valutazioni implicite il docente si forma le aspettative nei
confronti dei singoli discenti, che tanto influiscono sulle risposte dei
relativi apprendimenti.
Ma l'insegnante esperto non valuta soltanto
gli allievi, ma anche il grado di efficacia del proprio progetto,
verificato sperimentalmente con l'intervento didattico in classe.
CHE COSA MISURA E
VALUTA L'INSEGNANTE :
A.
L'apprendimento di argomenti e concetti
disciplinari:
-
come processo(=valutazione formativa, in itinere)
-
come prodotto(valutazione sommativa, con prove di
verifica)
B.
Lo sviluppo delle competenze e abilità:
-
come processo
-
come prodotto
C.
Lo sviluppo cognitivo, la crescita umana e
culturale dei singoli discenti:
-
come processo
-
come prodotto
D.
L'efficacia comunicativa della propria
didattica e dei singoli interventi(valutazione del proprio progetto sia
sul piano quantitativo, sia qualitativo, attraverso la misurazione globale
dei risultati dell'apprendimento della classe e/o specifici test anonimi)
E.
La motivazione dei discenti:
-
nei confronti dello studio scolastico
-
nei confronti della disciplina
-
nei confronti dei singoli argomenti
-
nei confronti dei metodi didattici
F.
La partecipazione dei singoli discenti al dialogo
educativo e didattico e la disponibilità ad apprendere:
-
la qualità
-
la continuità
G.
La capacità dei discenti di apprendere cooperando
tra pari:
-
il grado di socializzazione dei singoli e del
gruppo classe
-
l'interdipendenza positiva nei gruppi di lavoro
H.
La capacità dei singoli discenti di autovalutarsi. L'insegnante rileva dati per misurare e
valutare la classe e le ricadute della propria azione docente:
a.
Durante lo svolgimento della lezione quanti
studenti intervengono a proposito e/o ascoltano?
b.
Quanti studenti si mostrano interessati alla
lezione?
c.
Quanti studenti della classe nelle verifiche
mostrano di non aver appreso?
d.
Quanti studenti mostrano(nelle risposte a domande
e nelle verifiche) di imparare con particolare facilità?
e.
Quanti studenti riescono a correggere o
migliorare il proprio apprendimento?
f.
Statisticamente qual è lo scarto tra le intenzioni
pedagogico - didattiche dell'insegnante e la percezione dell'insegnamento da
parte della classe(sondaggio tramite test strutturato anonimo)?
L'insegnante rileva dati per misurare e valutare i
singoli discenti:
a.
Lo/la studente risponde correttamente o con
difficoltà a domande di sondaggio della comprensione e delle conoscenze ?
b.
Rivela un particolare stile cognitivo?
c.
Interviene a proposito durante la lezione?
d.
Chiede spiegazioni quando non capisce?
e.
Tende a sottrarsi alle prove di verifica?
f.
Nelle verifiche dimostra una sufficiente
conoscenza degli argomenti?
g.
Nelle verifiche si mostra confuso, pur dichiarando
di aver studiato, mostrandosi quindi privo di un metodo di studio?
h.
Nelle verifiche dimostra una facilità di
apprendimento molto superiore a quella della media della classe?
i.
Riesce a correggere gli errori, se guidato?
j.
Riesce ad autovalutarsi, confrontando il proprio
apprendimento a quello dei compagni di classe?
k.
Dimostra di migliorare il proprio apprendimento?
COME VALUTA L'INSEGNANTE
1.
In base a quali obiettivi?
2.
Con quali criteri ? Espliciti e comunicati alla
classe prima dell'esecuzione delle verifiche o impliciti?
3.
Sulla base di quali requisiti per la soglia
della sufficienza:
- soltanto relativi al rigore scientifico richiesto dallo statuto della
disciplina?
-
esclusivamente relativi alla media delle risposte
di apprendimento della classe?
-
prevalentemente relativi all'indirizzo cui
appartiene la classe?
-
relativi al tempo scolastico avuto a disposizione
dal docente della disciplina?
-
commisurati con tutti i vincoli precedentemente
indicati ?
4.
Sulla base di quali requisiti per assegnare le
valutazioni più elevate:
- soltanto relativi al rigore scientifico richiesto dallo statuto della
disciplina?
- esclusivamente
relativi alla media delle risposte di apprendimento della classe?
- prevalentemente
relativi all'indirizzo cui appartiene la classe?
- relativi
al tempo scolastico avuto a disposizione dal docente della disciplina?
- commisurati
con tutti i vincoli precedentemente indicati ?
5. Quale
metodo:
- Oggettivo/quantitativo
e/o formativo/qualitativo, individualizzato?
- Basato
anche sull'osservazione del processo di apprendimento o soltanto sul
prodotto?
6. Le valutazioni sono sempre comunicate agli studenti?
7. Il docente si auto-valuta , valutando gli allievi
↑
Griglia di osservazione
DELLA SCUOLA ED ASPETTI RELAZIONALI (bozza)
Sezione I -
Aspetti relazionali all'interno della classe
1.
Quali sono i comportamenti tenuti dagli studenti e
dal docente quando quest'ultimo entra in classe? Come prende avvio il tempo
di lezione?
2.
Quali posizioni, intonazioni vocali e movimenti
vengono adottati dal docente durante le spiegazioni,?
3.
Quali comportamenti gli studenti mettono in atto
durante la spiegazione? Tali comportamenti sono nell'insieme omogenei o
eterogenei?
4.
Accade che gli studenti vengano richiamati dal
docente, collettivamente o individualmente? Secondo quali modalità e con
quali esiti?
5.
Come viene impostata la situazione della verifica
orale? (al posto o alla cattedra? individualmente o a gruppi? secondo uno
schema fisso o con elementi di imprevedibilità? in forma biunivoca
docente-studente o in forma aperta (dialogo a più voci, interventi,
interruzioni)?
6.
Quali relazioni si possono osservare fra gli
studenti durante la lezione?
7.
Sono rilevabili forme di cooperazione e di
collaborazione fra gli studenti sul piano scolastico? Quali? Sono
incoraggiate dall'insegnante?
8.
In che modo vengono esplicitate dall'insegnante le
valutazioni sull'operato e sul comportamento dei singoli allievi? Accade
che esse diventino argomento di discussione con gli allievi? Se sì, in che
forma e per quali motivi?
9.
E' riconoscibile un livello di relazioni emotive
fra il docente e gli studenti? Come potrebbe essere descritto?
10.
Esistono durante il tempo di lezione spazi di
dialogo, anche molto brevi, fra docente e allievi dedicati ad argomenti non
strettamente disciplinari?
11.
Come si potrebbe descrivere, attraverso una serie
di aggettivi, il comportamento del docente durante la lezione?
12.
Come si potrebbe descrivere, attraverso una serie
di aggettivi, il comportamento degli studenti durante la lezione?
Sezione II - Le
attività collegiali e progettuali della professione docente
OSSERVAZIONE DI UN CONSIGLIO DI CLASSE
1.
Collocare il consiglio di classe all'interno del
calendario annuale (apertura d'anno, commento dei risultati intermedi,
adozione dei libri di testo...).
2.
Parte riservata ai soli docenti: come sono
distribuiti e rispettati i ruoli (presidente, segretario, eventuali
relatori)? su quali temi si concentra maggiormente la discussione? vi sono
momenti formali (voti di delibera, verbalizzazioni...)? se sì, su quali
argomenti? quali sono i risultati concreti raggiunti al termine della
riunione?
3.
Parte aperta a studenti e genitori: c'è un
riepilogo, in avvio, degli esiti essenziali della discussione svoltasi nella
parte riservata? da chi viene proposto tale riepilogo e come? quali
problematiche (generali o disciplinari) vengono messe in luce dai singoli
docenti nei loro interventi? su cosa vertono gli interventi dei genitori e
degli studenti? quali campi di cooperazione fra le varie componenti
emergono? in quali campi emergono invece discordanze e come esse vengono
mediate?
4.
Verbalizzazione: secondo quali modalità
viene steso il verbale? quali rapporti si individuano fra l'evento del
consiglio di classe e la sua rappresentazione scritta nel verbale?
OSSERVAZIONE DI UNA RIUNIONE DIPARTIMENTALE
1.
Collocare la riunione dipartimentale all'interno
del calendario annuale (programmazione annuale, gruppo di lavoro su
obiettivi specifici, adozione dei libri di testo...).
2.
E' previsto un ruolo di coordinatore? Quale metodo
di discussione viene adottato nel corso della riunione?
3.
Vi sono momenti formali (voti di delibera,
verbalizzazioni...)? su quali argomenti?
4.
Quali sono gli aspetti della disciplina che sono
oggetto di più ampia discussione?
5. Si
individua un modello sostanzialmente cooperativo, fondato su un accordo
preliminare, o entrano in conflitto posizioni contrapposte? Nel secondo
caso: quali? con quali punti di mediazione?
6.
Quali sono i risultati concreti raggiunti al
termine della riunione? Quali le tappe successive previste?
OSSERVAZIONE DI UN COLLEGIO DEI DOCENTI
1.
Elenca e dividi per tipologie le informazioni rese
pubbliche nel corso del collegio.
2.
Individua i ruoli svolti, nell'ambito della
seduta, dai seguenti soggetti: preside, vicario, collaboratori di
presidenza, funzioni-obiettivo, RSU.
3.
Quali sono i momenti deliberativi? quali temi
riguardano? esistono dinamiche conflittuali fra posizioni diverse?
4.
Esiste un momento di lettura dei verbali (del
collegio precedente o di quello stesso su cui avviene l'osservazione)?
5.
Quali sono i risultati concreti raggiunti al
termine del collegio? quali le tappe successive previste?
OSSERVAZIONE DEL PIANO DI LAVORO ANNUALE DEL TUTOR
1.
Come è strutturato il piano di lavoro del tutor?
2.
Come è collegato tale piano di lavoro al Piano
dell'Offerta Formativa?
3.
Quali aspetti della disciplina vengono messi
maggiormente in risalto dal piano di lavoro?
4.
Come viene affrontato il problema della tempistica
(rapporto ore/programma previsto) in fase di pianificazione?
↑
Sezione III - Impostazione didattica disciplinare: ITALIANO
METODO E
STRATEGIE
1.
Quale tipo di didattica viene privilegiata
(lezione frontale, lezione-dialogo con gli studenti, percorsi individuali,
laboratori e multimedialità)? Esiste un'integrazione fra le diverse forme di
didattica?
2.
Secondo quale criterio (tematico, storico, per
generi letterari) vengono individuate e distinte le unità didattiche?
3.
In che modo vengono esplicitati dal docente i
legami fra i diversi piani del discorso (quadro storico, evoluzione delle
forme letterarie, poetiche, dati biografici, analisi dei testi, storia della
critica)?
4.
Su quale/i registro/i linguistico/i si svolge la
lezione in classe? In che modo viene introdotto e utilizzato il lessico
specialistico?
5.
Come viene impostata l'analisi di un testo
letterario? Il docente propone modalità differenti per tipologie diverse di
testo (antico o contemporaneo; in versi o in prosa...)?
6.
Esistono tempi dedicati al riepilogo delle parti
già svolte e alla ripresa delle linee portanti dell'unità didattica? Come
vengono gestiti tali tempi?
7.
Secondo quali modalità il docente ascolta le
difficoltà di comprensione, i dubbi e le curiosità degli studenti e offre
loro risposta?
8.
Quali sono le difficoltà cognitive incontrate più
spesso dagli studenti durante la lezione o nell'attività di studio
individuale?
9.
Viene svolto in classe un lavoro specifico di
preparazione alla prova scritta di italiano? Come viene organizzato?
10.
Quali sono le carenze e gli errori rilevati con
maggiore frequenza nei compiti di italiano scritto? Quali gli orientamenti
proposti e le correzioni notificate dal docente?
STRUMENTI DIDATTICI E ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO
1.
Come viene utilizzato il manuale dal docente
durante la lezione? E dagli studenti?
2.
Gli studenti prendono appunti? Guidati o no dal
docente? In forma di annotazioni sul manuale o su un apposito quaderno?
3.
Il docente fa ricorso a schemi? a mappe
concettuali? Usa la lavagna (nera o luminosa)? strumenti multimediali?
4.
Vengono utilizzati materiali per la preparazione e
per lo svolgimento della prova scritta? Se sì, secondo quali modalità?
5.
In che modo il docente indirizza lo studio a casa
degli allievi? Come avviene la pianificazione delle verifiche?
VERIFICHE E VALUTAZIONE
1.
Quali tipologie di verifica sono previste per il
voto orale?
2.
Quali tipologie di prova sono previste per il voto
scritto?
3.
Come vengono esplicitati i criteri di valutazione
e la loro correlazione con la scala numerica dei voti?
4.
Come vengono esplicitate e motivate le valutazioni
individuali?
5.
Quali strategie sono messe in opera per il
recupero degli esiti insufficienti?
6.
Secondo quale metodica viene elaborato il voto
proposto dal docente in sede di scrutinio?
↑
NOTE SUL METODO DELL’INTERVISTA AL
TUTOR
-
I soggetti che intervengono nella scuola, insegnanti e studenti, sono
soggetti sessuati, uomini e donne di diverse età, con storie individuali che
fortemente caratterizzano il loro modo di porsi nella relazione didattica.
-
Nella scuola, per ragioni che sarebbe utile indagare, sottolineandone
l’importanza, è presente una forte femminilizzazione del corpo insegnante:
un fenomeno che prende avvio dalla figura della “maestrina”, figura che
compare a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento, e che si evolve , a
partire dagli anni Cinquanta, con una sempre più massiccia presenza di
donne soprattutto negli ordini della scuola dell’obbligo.
-
L’essere uomini e l’essere donne, nella pratica dell’insegnamento, è
spesso un fattore che viene posto come non essenziale nell’individuazione
della relazione docente - discente: la pratica didattica è per lo più
ritenuta neutra e neutrale, avulsa dall’individuo. Questo pone spesso il
docente in condizione di “superiorità”: un individuo la cui professionalità
nulla a che fare con la propria storia di soggetto, al di sopra del
giudizio, proprio perché inattaccabile sul piano delle emozioni e della
soggettività.
-
Noi sappiamo che tutto ciò è falso ed irreale: si scontra con le
emozioni che quotidianamente un docente prova nella relazione con gli
allievi, in rapporto diretto con il proprio vissuto. Parimenti sappiamo
quanto sia importante per il giovane allievo instaurare un rapporto empatico
con il proprio prof. per affidarsi con fiducia alle sue cure.
Queste brevi e sintetiche note servono per
spiegare perché è invece importante conoscere la storia personale del
docente tutor con il quale si entra in rapporto in classe, non soltanto
osservandolo nella sua pratica quotidiana con gli allievi.
L’utilizzo dell’intervista si rifà al metodo
della storia orale, un metodo particolarmente utile ed utilizzato nella
scrittura della storia delle donne e della storia di genere, perché permette
di partire dai soggetti e di far emergere la parzialità, in alternativa ad
una visione universalistica della storia.
La storia orale dà infatti grande importanza
alla narrazione, in cui il soggetto non rappresenta la tipologia storica di
una condizione, ma esprime un’esperienza della storia:
La memoria viene analizzata come
interpretazione della storia personale e generale e non come fedele riflesso
del reale.
La forma del racconto orale è inoltre meno soggetta ai vincoli e ai limiti
della narrazione scritta e dà libero spazio alla memoria, che spesso procede
per analogie senza un rigido filo conduttore. Anche le parole usate nel
racconto orale riproducono con maggiore precisione, nella loro immediatezza,
le emozioni dei ricordi:
L’intervista in profondità sembra uno dei
materiali che più felicemente possono prestarsi ad esperimenti di
letture su più livelli: ricostruzione cronologica di avvenimenti, inventari
di oggetti di dialogo, di atteggiamenti, di orientamenti
progettuali e di scale di valori. La parola registrata rivela
motivazioni psicologiche, evidenzia sostrati affettivi e relazionali e,
particolare non trascurabile, diviene in alcuni casi espressione che ha un
certo valore – o per lo meno interesse – letterario.
Con queste note si vuole di suggerire
soltanto alcuni spunti, per una riflessione di più ampio respiro.
Possono essere utili alcune indicazioni bibliografiche.
A.
Cavarero,
Tu mi guardi, tu mi racconti, Feltrinelli, Milano, 1997
L. Passerini, L’incontro della storia delle donne con le fonti orali,
in AA.VV., Tematiche femminili, Il Segnalibro, Torino, 1988
F. Collin, Pensare, raccontare Hannah Harendt, in “DWF” 3, 1986
M.T. Sega, Soggetto, soggettività, soggettivizzazione, in
Generazioni, Trasmissione della storia e tradizione delle donne,
Rosemberg & Sellier, Torino, 1993
L. Passerini, Storia orale: dalla denuncia dell’esclusione
all’interpretazione della soggettività, in M.C. Marcuzzo, A. Rossi Doria,
La ricerca delle donne, Rosemberg &Sellier, Torino, 1987
L. Derossi, Storie di vita e forme narrative della soggettività, in
M.C. Marcuzzo, A. Rossi Doria, op. cit.
INTERVISTA AL TUTOR
Obiettivi dell’intervista:
1.
imparare dalle esperienze di un’insegnante con una notevole esperienza quali
possono essere le difficoltà e le soddisfazioni di questo mestiere;
2.
le
strategie da affrontare nelle situazioni maggiormente problematiche;
3.
ascoltare e apprendere una storia che possa essere utile a docenti in
formazione, per affrontare nel modo migliore e più professionale il ruolo
futuro di educatori e di insegnanti.
Suggerimenti di domande:
1.
Qual è
stato il suo percorso di studio e di insegnante?
2.
Perché
ha scelto di fare l’insegnante?
3.
Perché
ha scelto di fare la tutor, collaborando con la SIS?
4.
Quali
sono le gratificazioni, quali le fatiche e le delusioni del suo mestiere?
5.
Cosa
consiglierebbe ad un insegnante giovane che dovesse avere un approccio per
la prima volta con una classe, che dovesse impostare per la prima volta un
rapporto sia didattico sia umano?
6.
Ho
osservato un particolare problema (indicare quale) in una classe. Può
spiegarmene la ragione?
7.
Nel
ripensare alla sua carriera trova che siano intervenuti cambiamenti negli
studenti? E negli insegnanti?
8.
Come
imposta la preparazione di una lezione?
9.
Quali
possono essere le strategie di recupero e di incoraggiamento riguardo a
ragazzi particolarmente carenti nella sua materia?
10.
Come si può
adattare la necessità della programmazione alla specifica e a volte
difficile realtà di ogni classe?
11.
Quali
aspetti mi consiglierebbe di osservare nelle sue classi, se fosse in me?
(domanda da fare se il tirocinio osservativo è ancora in corso)
12.
Come
affronta i problemi inerenti il comportamento?
13.
Che cosa
pensa ci sia di positivo oggi nella scuola? E di negativo?
Modalità dell’intervista:
Può essere svolta nella forma tradizionale della domanda-risposta, limitando
il fluire della narrazione; oppure è possibile sottoporre all’intervistato
una scaletta di possibili domande, alle quali il tutor può rispondere
secondo l’ordine che preferisce, lasciando libero spazio alla memoria e alle
riflessioni: i prodotti saranno molto diversi.
Commento all’intervista:
1 o 2 cartelle, da utilizzare nella relazione (sezione relativa al tutor), o
da allegare alla relazione.
L. Passerini, L’incontro della storia delle donne con le fonti orali,
in AA:VV., Tematiche femminili, Il Segnalibro, Torino, 1988, p.386
R. Fossati, femminismo e storia orale, M.C. Marcuzzo, A. Rossi
Doria, La ricerca delle donne, Rosemberg & Sellier, Torino, 1987,
p.265
↑
ANCORA SULL'OSSERVAZIONE
- L’osservazione permette all’insegnante di sviluppare
la capacità di accogliere ciò che l’allievo gli comunica sul piano verbale e
non verbale.
- L’insegnante deve essere consapevole che esiste sia nell’allievo sia in
se stesso un piano interno ricco di aspetti emotivi che intervengono sia nei
processi di apprendimento sia nell’interazione del docente con gli allievi
- E’ difficile tollerare di non sapere a priori se si vedrà, cosa si vedrà,
come si vedrà
- E’ possibile guardare, registrare i fatti senza interpretarli, sentire
ciò che avviene dentro di sé senza ricorrere immediatamente a spiegazioni
teoriche o a valutazioni intempestive
- Occorre confrontarsi con i propri sentimenti di disagio, isolamento e
solitudine, che sono gli stessi che prova un allievo quando apprende
qualcosa di nuovo e non ha a disposizione nuovi simboli per rappresentarli
- Occorre sapere quanto sono importanti le valenze personali presenti nella
propria osservazione e nelle proprie operazioni cognitive, la consapevolezza
della soggettività ne assicura paradossalmente l’oggettività
NEL TRACCIARE IL
PROFILO DELL’INSEGNANTE “IDEALE” DOBBIAMO TENERE CONTO CHE METTIAMO
INSIEME: “L’INSEGNANTE CHE HO AVUTO
(IL MIGLIORE E IL PEGGIORE)
L’INSEGNANTE “AGITO” ( COME LAVORO IO, SE INSEGNO GIA’ COME LAVOREREI IO, SE
NON INSEGNO ANCORA)
L’INSEGNANTE OSSERVATO (DURANTE IL
TIROCINIO)”
NON FACCIAMO L’ERRORE DI ADERIRE A UN MODELLO
OSSERVARE LE COMPETENZE RELAZIONALI DELL’INSEGNANTE VUOL DIRE METTERE
IN CAMPO LA PROPRIA SOGGETTIVITA’
COSA FA UN INSEGNANTE
Un insegnante sostanzialmente deve saper fare due cose: promuovere
l’apprendimento e gestire relazioni
LE COMPETENZE
RELAZIONALI
Le competenze
relazionali sono quelle in sintesi qui di seguito raggruppate
capacità di:
-
osservare
-
ascoltare
-
sentire gli altri e se stessi
-
comunicare
-
pensare (prima di fare)
-
avere pazienza
-
essere in contatto con i sentimenti
dell’allievo e propri
-
tollerare la frustrazione
-
essere tolleranti verso se stessi
-
contenere l’ansia
-
collaborare
-
apprendere dall’esperienza
-
cambiare
-
assumersi le responsabilità sul
lavoro e verso gli altri
MODALITA’
Come sviluppare le capacità relazionali?
Lo sviluppo delle
capacità può avvenire a quattro livelli:
-
teorico
-
di analisi e discussione di casi
-
di osservazione in classe
-
di supervisione
COSA POSSIAMO OSSERVARE? QUANDO
L’INSEGNANTE INSTAURA UNA BUONA RELAZIONE
Aspetti che riguardano la comunicazione:
-
scherza, usa l’ironia
-
prende in giro gli allievi
-
prende in giro se stesso
-
sa quando non è il caso di scherzare
-
stimola la curiosità
-
suscita l’interesse con domande
-
chiama i suoi allievi per nome
-
si ricorda i nomi degli allievi
-
non confonde i loro nomi
-
si informa sul loro stato di
agio(benessere)/disagio
-
dimostra di capire i loro stati
d’animo
-
sa ascoltare gli allievi
-
lascia spazio al dialogo
-
lascia spazio al dialogo tra gli
allievi
-
sa stare zitto ed ascoltare
-
accoglie le domande degli allievi
-
risponde alle domande degli allievi
-
incoraggia quando gli allievi fanno
bene
-
stimola atteggiamenti di
cooperazione
-
rispetta i tempi di ciascuno
-
individualizza la situazione di
apprendimento
-
usa un linguaggio comprensibile a
tutti
-
decodifica per gli allievi più
deboli
-
tollera l’incertezza (es. non
risponde al posto dell’allievo)
Aspetti che riguardano sentimenti ed emozioni:
-
dimostra simpatia verso tutti i suoi
allievi
-
guarda negli occhi i suoi allievi
-
gira fra i banchi durante la lezione
-
dimostra contentezza quando i suoi
allievi ottengono risultati positivi ( bei voti, miglioramenti,..)
-
dimostra stima verso gli allievi
-
incoraggia ad esprimere i propri
sentimenti (soprattutto negativi: frustrazione, rabbia,..)
-
presidia il clima della classe
-
mette in risalto le risorse
individuali
-
gestisce il conflitto
-
………………………………………..
-
…………………………………………
-
…………………………………………
-
è felice di insegnare
COME SI POTREBBE DESCRIVERE, ATTRAVERSO UNA SERIE DI AGGETTIVI E VERBI, IL
COMPORTAMENTO DEL DOCENTE DURANTE LA LEZIONE?
QUANDO L’INSEGNANTE NON INSTAURA UNA BUONA RELAZIONE
-
scherzando non si rende conto di toccare punti
deboli dell’allievo
-
dimostra simpatia solo verso alcuni allievi
-
non entra in contatto con i suoi allievi (sta
sempre in cattedra, non li guarda negli occhi,…)
-
non ascolta le richieste / domande degli allievi
-
confonde i nomi dei suoi allievi
-
parla solo/prevalentemente lui
-
si arrabbia facilmente / perde la pazienza (per
motivi futili)
-
scoraggia gli allievi
-
non è sincero
-
………………………………..
-
………………………………..
-
………………………………….
-
non è felice di insegnare
COME SI
POTREBBE DESCRIVERE, ATTRAVERSO UNA SERIE DI AGGETTIVI E VERBI, IL
COMPORTAMENTO
DEL DOCENTE DURANTE LA LEZIONE? COME
REAGISCONO GLI ALLIEVI ALLA RELAZIONE CHE L’INSEGNANTE INSTAURA CON LORO?
(nell’osservare il comportamento degli allievi bisogna tenere presente l’età
degli allievi e la scuola in cui si opera)
(INDICATORI DI UN CLIMA positivo)
-
entrano volentieri in classe
-
chiedono spiegazioni
-
intervengono nelle discussioni
-
non dimostrano paura per interrogazioni/verifiche
-
dimostrano di sentirsi a proprio agio
-
si comportano in modo omogeneo
-
ascoltano in silenzio con interesse
-
apportano contributi alla lezione, attingendo
dalla propria esperienza
-
parlano tra di loro dello stesso argomento
proposto dall’insegnante
-
propongono approfondimenti
-
intervengono confrontandosi in modo costruttivo
con i contributi dei compagni
-
manifestano piacere
nell’esprimersi/nell’apprendere
-
manifestano fiducia nel poter acquisire nuove
conoscenze
-
si relazionano in modo positivo/propositivo nei
confronti di compagni in situazione di svantaggio
-
……………………………………………….
-
………………………………………………...
-
……………………………………………….
COME SI POTREBBE DESCRIVERE, ATTRAVERSO UNA SERIE DI AGGETTIVI E VERBI,
IL COMPORTAMENTO DEGLI ALLIEVI DURANTE LA LEZIONE?
(INDICATORI DI UN CLIMA negativo)
-
si attardano fuori dell’aula prima
di entrare
-
chiedono sovente di uscire dall’aula
durante la lezione
-
parlano tra di loro di argomenti non
inerenti la lezione
-
stanno in silenzio apparendo
distratti/annoiati
-
si comportano in modo eterogeneo
-
non rispondono alle stimolazioni
dell’insegnante
-
rispondono con lo scherno alle
domande dell’insegnante
-
deridono i compagni /l’insegnante
-
intervengono opponendosi a quanto
dicono i compagni/l’insegnante
-
assumono atteggiamenti trasgressivi
-
………………………………………
-
………………………………………
-
………………………………………
COME SI POTREBBE
DESCRIVERE, ATTRAVERSO UNA SERIE DI AGGETTIVI E VERBI, IL COMPORTAMENTO
DEGLI ALLIEVI DURANTE LA LEZIONE?
BIBLIOGRAFIA
-
a cura di Elena Rosci “Fare male farsi male” Franco Angeli 2003
· a cura di A.Maggiolini “Sballare per crescere” Franco Angeli 2003
· a cura di G. Pietropolli Charmet “Ragazzi sregolati” Franco Angeli
2001
· G. Pietropolli Charmet “I nuovi adolescenti” Raffaello Cortina 2000
· G. Pietropolli Charmet – A. Marcazzan “Piercing e tatuaggio” Franco
Angeli 2000
· G. Pietropolli Charmet “Segnali d’allarme” Mondadori 1999
· A.Maggiolini – E.Riva “Adolescenti trasgressivi” Franco Angeli 1999
· G. Pietropolli Charmet “Amici, compagni, complici” Franco Angeli 1997
· E.Riva “Figli a scuola” Franco Angeli 1997
· A.Maggiolini “Counseling a scuola” Franco Angeli 1997
· G. Pietropolli Charmet - E.Riva “Adolescenti in crisi, genitori in
difficoltà” Franco Angeli 1995
· G.Blandino – B. Granieri “La disponibilità ad apprendere” Raffaello
Cortina 1995
· G.Blandino – B. Granieri “le risorse emotive nella scuola” Raffaello
Cortina 2002
da Blandino, Giorgio; Granieri, Bartolomea (1995) La disponibilità ad
apprendere Raffaello Cortina Milano
da Blandino, Giorgio; Granieri, Bartolomea (1995) La disponibilità ad
apprendere Raffaello Cortina Milano
↑
ATTIVITA’ DI ASCOLTO
DI UN TESTO:
Narrativo
Informativo Regolativo Argomentativo
(cerchiare la tipologia di testo presa in considerazione)
Data dell’osservazione……………
Scuola………………………………
Classe………………..
Osservatore………………………..
1.
Azioni
dell’insegnante:
1.1.
esplicita gli obiettivi
dell’attività. Quali?
1.2.
esplicita le prestazioni
richieste. Quali?
1.3.
si assicura che gli allievi
abbiano compreso le consegne. Come?
1.4.
assegna a sé e agli allievi tempi
di esecuzione dell’attività
1.5.
organizza le azioni tenendo conto
delle reazioni degli allievi
2.
Richieste
dell’insegnante:
2.1.
chiede prevalentemente agli
allievi di individuare le informazioni esplicite
2.2.
chiede prevalentemente agli
allievi di individuare le informazioni implicite
2.3.
chiede che vengano presi appunti.
In quale forma?
Ø
Libera
Ø
Con schemi
Ø
Attraverso una scaletta
Ø
altro
2.4.
richiede generalizzazioni ed
astrazioni per raggruppare le informazioni
2.5.
fa riconoscere le relazioni
(causa/effetto, opposizione,…) tra i concetti
2.6.
richiede una sintesi attraverso :
Ø
riassunto
Ø
mappe cognitive
Ø
scalette di sequenze
Ø
altro
2.7.
Chiede le difficoltà incontrate e
aiuta gli alunni ad esplicitarne la ragione
3.
Atteggiamento degli alunni:
Atteggiamento tenuto |
%
approssimativa degli alunni
|
seguono con attenzione
|
|
propongono
|
|
eseguono le consegne
con facilità ed interesse
|
|
eseguono tutto
manifestando difficoltà (quali?)
|
|
eseguono solo in parte
manifestando disagio per…
|
|
abbandonano l’attività
e si distraggono
|
|
ricordano tutto con
facilità ed interesse
|
|
ricordano solo in
parte
|
|
↑
Data dell'osservazione……………….
Osservatore……………………………………
Scuola……………………………………….
Classe………………………….
·
Verbalmente
·
Alla lavagna
·
Altro
Come ricapitola il percorso precedente?
·
Verbalmente
·
Alla lavagna
·
Con domande agli allievi
·
Con riferimenti al libro di testo
·
Con sussidi
·
altro
Quale percorso logico segue nell'esposizione?
Segnala con chiarezza la scansione delle
parti?
· Con
sottolineature della voce
Con appunti alla lavagna
Con lucidi
Altro
Come esplicita le connessioni tra le parti?
·
Con scalette
·
Con mappe concettuali
·
Con disegni
·
Altro
Ha usato ridondanza e
rinforzo per i concetti complessi? Come?
Ha utilizzato esempi,
analogie e metafore alla portata degli allievi?
Ha usato sussidi
didattici? (materiali) Quali?
Fa frequenti sommari in
itinere di quanto detto fino ad un certo punto ?
Gli studenti sono invitati
a porre domande ?
Come vengono prese in
considerazione le richieste degli allievi?
Per mantenere desta
l'attenzione e l'interesse degli allievi sono stati utilizzati:
·
Diversi toni di voce
·
Diversi ritmi di spiegazione
·
La gestualità
·
Spostamenti nello spazio
Per quanto tempo ha parlato senza
interrompersi?
Ci sono state interruzioni? Se sì:
·
Organizzate dall'insegnante
·
causate dagli allievi
·
da agenti esterni
All'interno
dell'unità oraria quanto è durata l'esposizione dell'insegnante?
L'insegnante ha
sollecitato contributi degli allievi?
Le domande poste agli
allievi sono risultate efficaci?
L'insegnante ha colto i
loro contributi utilizzandoli nel corso della lezione?
Gli allievi hanno
partecipato e mostrato interesse per la lezione?
·
Quasi tutti
·
La maggior parte
·
Una minoranza
·
Quasi nessuno
Ha cambiato il piano nel corso della lezione?
Perché?
↑
Data dell'osservazione……………….
Osservatore……………………………………
Scuola……………………………………….
Classe………………………….
1.
Il lavoro di gruppo è
organizzato in modo da prevedere una fase di
preparazione
iniziale e una fase di discussione conclusiva?
2.
Il lavoro di gruppo prevede
l’uso di materiali di lavoro
Quali?
·
Libri di testo/libri
·
Strumenti di consultazione
·
Lucidi esplicativi
·
Strumentazione scientifica
·
Strumenti informatici e
telematici
·
Altro……………………………………………………………………………
3.
L’obiettivo e le procedure
del lavoro sono sufficientemente chiare?
4.
Il lavoro di gruppo prevede
come procedura una serie di attività che confluiranno in un prodotto
finale?
Se sì, quale?………………………………………………………………………….
5.
Il prodotto del lavoro di
gruppo si rivolge anche ad un pubblico diverso dalla classe?
6.
Sono stati indicati i tempi
relativi alle diverse fasi
7.
Le risorse e i materiali per
il lavoro di gruppo sono adeguati?
8.
I tempi indicati sono
risultati sufficienti?
Se no, perché…………………………………………………………………
9.
La disposizione dei banchi
favorisce la comunicazione all’interno dei gruppi?
10.
Quali sono stati i criteri
scelti per la composizione dei gruppi?
q
Gruppi omogenei per abilità
e competenze
q
Gruppi misti
|
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no |
11.
La composizione dei gruppi è
risultata efficace?
12.
Quali cambiamenti
proporresti? (utilizzabile esclusivamente durante il colloquio con gli
specializzandi dopo l’osservazione)
………………………………………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………………………………………
13.
Il numero dei componenti del
gruppo è adeguato al compito assegnato?
14.
Gli alunni mostrano di
accettare le regole del gruppo?
15.
L’insegnante partecipa al
lavoro dei gruppi?
Se sì, per
Ascoltare e osservare
Dare informazioni su
richiesta
Dare informazioni non
richiesta
Correggere alcune
interpretazioni
Altro…………………………………………………………………………………………………
16.
Come si relazionano i gruppi
con l’insegnante?
chiedono spiegazioni
chiedono conferme
sono autonomi
avvertono disagio
nell’esercizio del compito
17.
La progressione dei lavori
nei vari gruppi risulta controllabile?
18.
Alla fine del lavoro è
percepibile l’apprendimento ottenuto?
19.
L’insegnante al termine del
lavoro fa relazionare i gruppi e analizza con gli studenti gli aspetti
positivi e negativi del lavoro svolto?
20.
La classe è coinvolta e
motivata durante il bilancio delle attività svolte in gruppo?
|
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no
si
no |
↑ |