MACHIAVELLI E GUICCIARDINI A CONFRONTO

Vita, esperienze politiche, rapporti con i Medici  
Machiavelli
è segretario della Seconda Cancelleria presso la Repubblica di Pier Soderini. Compie importanti viaggi presso Luigi XII re di Francia, Massimiliano d'Asburgo, Cesare Borgia. Scrive relazioni a proposito di queste esperienze politiche, ma non ha responsabilità diplomatiche ufficiali per conto della città di Firenze. Nel 1512, al ritorno dei Medici, cade in disgrazia: è esiliato a S.Casciano.  Scrive il Principe nel 1513 ( dove pensa ad un principato nuovo ) interrompendo i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio di ispirazione repubblicana. Nel 1527 c'è l'allontanamento dei Medici (Repubblica popolare di Pier Capponi). Machiavelli è di nuovo emarginato e muore nello stesso anno.

 Guicciardini entra nella carriera diplomatica come ambasciatore dei Medici presso Ferdinando il Cattolico. E' fedele collaboratore dei Medici (1512). Sotto il pontificato di Leone X e di Clemente VII ( entrambi della famiglia dei Medici) fu Governatore di Modena , Reggio e Parma,  Presidente della Romagna e luogotenente delle truppe pontificie e fiorentine. Ricoprì incarichi
politici, amministrativi e militari, realizzando una notevole esperienza politica diretta.
Realizzò la famosa Lega di Cognac contro Carlo V ,ma questa fu sconfitta. Dopo il sacco di Roma (1527) i Medici furono cacciati per tre anni da Firenze e Guicciardini dovette ritirarsi a vita privata. Risale al 1537 la composizione della Storia d'Italia. Muore nel 1540 dopo aver contribuito al ritorno dei Medici a Firenze.

Concezione della storia.
Valore dei modelli storici e politici.
Rapporto tra passato e presente.
Rapporto tra virtù e fortuna.



Machiavelli
vede nella storia il ripetersi di scelte e risposte a situazioni già presentatesi nel passato. I modelli dell'agire politico possono essere tratti dal mondo antico. Valore dell'imitazione.
Occorre cercare di seguire le tracce dei grandi uomini del passato, che seppero abilmente sfruttare la fortuna, come occasione per dar modo alla loro virtù politica di operare. Virtù politica e virtù morale non si identificano, in quanto la natura malvagia dell'uomo non consente sempre di operare onestamente ed equamente. La virtù umana può porre argine agli  ostacoli che la fortuna ( il caso ) imprevedibile oppone anche all'uomo più prudente. Ottimismo sostanziale di Machiavelli nelle capcità dell'agire umano.

Per Guicciardini non esistono modelli assoluti di azione da imitare in ogni tempo. Vale solo l'esperienza di ogni singolo uomo politico. Egli non ritiene che il passato si ripresenti nel presente sempre nelle stesse forme.  L'uomo non può semplicemente imitare le azioni degli uomini politici di altri tempi. E' importante la discrezione (capacità di discernere,"dividere" , individuare le particolari specificità delle singole situazioni), basandosi sulla diretta esperienza politica, prima di agire. La Virtù , da sola , non serve a prevenire dagli imprevisti del caso (Fortuna).pessimismo sostanziale di Guicciardini.

Il tipo di produzione letteraria prevalente nei due autori:
analisi politica in Machiavelli / storiografia in Guicciardini.
Machiavelli ha dato il meglio di sé in opere di analisi politica di tipo scientifico (Il Principe, Discorsi sopra la Prima Deca di Tito Livio) riguardanti i problemi legati alla vita dello stato o legati ai problemi militari ( Dell'arte della guerra ). Le opere storiche sono di livello minore (Istorie fiorentine). Gli interessi prevalenti in Machiavelli riguardano grandi problemi legati alla formazione e al mantenimento degli stati. Soprattutto si occupa del principato nuovo, come organismo politico capace di ridare solidità e sicurezza all'Italia. In tali analisi c'è anche un notevole slancio ideale a favore della possibile libertà italiana.

Guicciardini è invece soprattutto uno storico < Storia d'Italia e Storie fiorentine >. Analizza con spirito critico gli avvenimenti legati alla fine della libertà italiana a causa delle invasioni straniere ( dopo la morte di Lorenzo il Magnifico fino al sacco di Roma). Parla di grandi personalità, che risultano le vere protagoniste della storia.( Il Magnifico, Leone X, Clemente VII, Martin Lutero ) Collega agli avvenimenti italiani alcuni fatti della storia europea (luteranesimo, scoperta dell'America). Non compaiono teorie generali sullo stato. A livello di riflessione politica non c'è nulla di sistematico. Solo alcuni pensieri contenute nei Ricordi e la contestazione della teoria dell'imitazione del passato sostenuta da Machiavelli.

Quale è il ruolo dello Stato della Chiesa e del Pontefice in Italia ? La forma di stato ideale nell'area italiana è una
federazione di stati regionali o  uno stato nazionale unitario ?



Machiavelli accusa la Chiesa di aver impedito l'unificazione italiana 
(troppo debole lo stato pontificio per operarla in prima persona, troppo forte per consentire a qualche signore di realizzare l'unificazione dell'area italiana da solo ). La frantumazione degli stati regionali rende l'Italia debole di fronte agli stranieri. Occorre un principe nuovo ( Lorenzo de' Piero Medici) che realizzi l'unità delle regioni del Nord Italia, dopo il fallimento di Cesare Borgia.

Guicciardini non vede in modo critico la frantumazione politica degli stati regionali italiani. Anzi è stata la politica di equilibrio tra le varie signorie che ha permesso il perdurare della libertà italiana. Solo la morte di Lorenzo .il Magnifico ha incrinato tale equilibrio ed ha aperto la strada alle invasioni straniere.
E' utopistico pensare ad una riunificazione dell'area italiana.

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