Ricerca metodologico-disciplinare
Questa pagina illustra cosa si intende per Ricerca Metodologico
Disciplinare e attinge ampiamente dal testo di F.Ciampolini,
La didattica breve, Il Mulino, 1993.
In particolare i rilievi qui proposti, che si rifanno ad interventi del Prof.
F.Ciampolini, si trovano alla pp.25-31 dell'opuscolo divulgativo : Progetto inter-IRRSAE M.P.I , Un percorso di "Didattica
Breve" verso la qualità del recupero scolastico e nella Ricerca metodologico
Disciplinare" a cura di Stefano Contadini. IRRSAE Emilia Romagna
"Venendo ora allaspetto propositivo sul come si fa la DB, io credo che il
segreto della DB stia in tre parole-chiave: "ricerca-metodologia-disciplina'.
sintetizzate nella sigla RMD, che vuol dire "ricerca metodologica disciplinare'.
Chiarire il significato delle parole suddette significa chiarire il significato della DB,
dal momento che quest'ultima si identifica di fatto nella RMD.
Ricerca
Iniziamo dunque a commentare la prima delle suddette parole:"ricerca". Che cosa
significhi "ricerca' è noto a tutti: è un'attività che punta ad avere idee
innovativi sostanzialmente migliori delle precedenti; è un'attività fondamentalmente
"libera" e quindi sottratta il più possibile da ogni tipo di condizionamento
che possa provenire dal passato, da opinioni preconcette, da previsioni eccessivamente
ottimistiche o pessimistiche ecc.. Essere "ricercatori" significa rimettersi
continuamente in discussione, accogliere le critiche costruttive che da altri possono
provenire, non dichiararsi mai troppo soddisfatti dei risultati ottenuti, (... ) insomma
"andare sempre avanti'. E' dunque un'attività, quella del ricercatore, sostenuta da
una forma mentis che non ti abbandona per tutta la vita; un modo d'essere dinamico, fatto
di analisi pazienti, di induzioni, di deduzioni, di sintesi periodiche, di verifiche
continue in attesa che finalmente a te (o ai colleghi che con te collaborano nella
ricerca) venga "lidea buona" , che ti fa fare un sostanziale passo in
avanti. Un processo sereno ma travagliato, che trova la sua gratificazione in quegli
sprazzi, spesso improvvisi, rappresentati appunto dalle idee buone.
La ricerca è dunque 'lunga" per sua stessa natura; di conseguenza "lunga"
è pure la D.B. che, come già abbiamo anticipato, si incarna nella RMD. Più esattamente
la D.B. è breve e lunga al tempo stesso: è 'breve" se la guardiamo dalla parte
dell'utenza (lo studente che segue un corso D.B.) è 'lunga", talvolta lunghissima,
se la guardiamo dalla parte dei progettisti, vale a dire dei docenti che vogliono
convertire il proprio corso di insegnamento da una versione tradizionale a una in D.B..
Qualcuno ha paragonato la D.B. stessa a un iceberg, ove la parte che emerge
(corrispondente a ciò che in definitiva si vede, ovvero, la brevità del corso) è molto
più piccola della parte sott'acqua (che non si vede corrispondente al lungo lavoro di
ricerca che la conversione in D.B. ha richiesto).
Quanto lunga è la ricerca per la DB? Nessuno può dirlo a priori, anche perché la
lunghezza è da porsi in relazione con molti fattori, non ultimo l'entità del guadagno
temporale che si raggiunge. Non è la stessa cosa ottenere un guadagno del 20% ovvero
guadagni prossimi al 50%, e nemmeno può dirsi che i tempi corrispondenti siano in
proporzione ai guadagni stessi. Certo è che i migliori risultati che la D.B. ha fino ad
oggi acquisito, hanno richiesto spesso molti anni di ricerca nell'ambito della disciplina
trattata.
Metodologia
La seconda parola-chiave che compone la sigla RMD, chiarisce cosa la RMD stessa in effetti
ricerca. Cerca metodologie di insegnamento e di apprendimento che possano migliorare la
qualità sia sul versante dei docenti (insegnamento), sia su quello degli studenti
(apprendimento). Metodologie che mettano in conto anche la variabile "tempo' e che,
intendendola come "durata' dell'insegnamento e dell'apprendimento, si prefiggano
anche di minimizzarla.
Se però ci fermassimo a questa seconda parola-chiave, e di conseguenza identificassimo la
DB in una generica ricerca di metodi di insegnamento-apprendimento, e nulla più, daremmo
luogo a un grave equivoco; un equivoco in cui sono incorsi, e continuano a incorrere,
taluni critici della didattica breve. Se infatti DB=RM fosse lequazione che
definisce la DB, in base alla suddetta identificazione, ciò significherebbe che noi,
ricercatori DB, ci presenteremmo ai docenti che andiamo ad aggiornare come se fossimo dei
pedagogisti e che inviteremmo tutti i nostri interlocutori a diventare pedagogisti loro
stessi. E' infatti nell'ambito della pedagogia classica che trovano ampia collocazione
metodologie di tipo generale, quasi sempre trans-disciphnari.
E qui desidero non essere frainteso. Ho il massimo rispetto della pedagogia in genere e
dei pedagogisti in particolare, tra cui annovero anche valenti amici, con i quali talvolta
mi onoro di collaborare. Credo nell'utilità della pedagogia, penso dovrebbe entrare
maggiormente anche nella Secondaria Superiore (ove invece trova frequenti resistenze
preconcette), sono lusingato, ma anche imbarazzato, quando qualcuno mi scambia per un
pedagogista; tutto questo è vero, ma non deve dare luogo a fraintendimento banali sulla
DB, e quindi sulla RMD che ne è il cuore.
Il carattere disciplinare della Ricerca Metodologica.
In che cosa dunque consiste la peculiarità specifica della RMD, quella peculiarità che
ci autorizza a cercare di coinvolgere nella D.B. 'tutti" i docenti (non solo quelli
che eventualmente coltivino studi pedagogici)? Essa è indicata dalla lettera "D' che
conclude la sigla RMD. Tale lettera vuole significare che i metodi di insegnamento che si
vanno ricercando in ambito RMD, sono quelli che traggono la loro origine dai contenuti
specialistici della disciplina che si sta trattando. Più esplicitamente: sono i
"contenuti specifici" di una materia di insegnamento, che, a seguito di
un'attenta e paziente ricerca sui medesimi, finiscono con il "suggerire" i
metodi per ottimizzare l'insegnamento della materia in questione.Ciò è visualizzato
tramite il seguente schema :
Contenuti -> Metodi -> contenuti in DB
Esso sta a sintetizzare una metodologia di ricerca,
non certo obbligatoria (già si è detto che la ricerca è, per sua natura, 'libera"
e non sopporta quindi prescrizioni troppo vincolanti), ma pur tuttavia volta
ad evidenziare una procedura frequentemente seguita nelle ricerche-DB fin qui svolte. Tale
procedura si articola nei seguenti passaggi:
l. si comincia con lo 'smontare" la materia nei suoi contenuti "C", che vanno attentamente esaminati sotto il maggior numero di punti di vista possibili, non dimenticando di fare altrettanto con i legami originari che collegavano i contenuti prima dello smontaggio.
2. sono proprio i contenuti 'C' o, meglio, l'analisi prolungata e
paziente che su di essi si conduce, a suggerire alla fine i metodi 'M" con i quali si
procede poi al rimontaggio " della materia stessa nella versione "breve'.
3. tale rìmontaggio è indicato dalla seconda freccia dello schema
sopra riportato. Esso produce dunque la contrazione, non dei contenuti in quanto tali, ma
del tempo necessario ad insegnarli. Ad indicare simbolicamente questa contrazione, i
contenuti presenti nella versione-D.B. (gli stessi della versione tradizionale) sono
indicati nello schema, con una "c" minuscola.
Può
a prima vista sorprendere non poco che una procedura siffatta, che va dai contenuti ai
metodi, e poi da questi di nuovo ai contenuti, possa essere in grado di ridurre, talvolta
drasticamente, i tempi dell'insegnamento e quelli dell'apprendimento, senza alterare il
rigore e senza far tagli ai contenuti stessi. Ma proprio in questo sta la principale
novità della D.B., il cui compito è far toccare con mano ai dubbiosi (e all'inizio lo
sono, legittimamente, un po' tutti (... ) lo ero anch'io quando ho cominciato a occuparmi
di D.B.) che non si tratta di utopia. Questo la D.B. può farlo solo attraverso degli
esempi relativi a ricerche svolte nello specifico disciplinare di talune materie già
trattate in D.B. ma poiché tali esempi richiedono una buona conoscenza della materia da
cui sono tratti,
Concludiamo il commento relativo alla lettera "D" della RMD, osservando che non
infrequentemente accade che un metodo, suggerito dai contenuti di una disciplina
specifica, si rivela poi appliabile anche in altre discipline.
Contenuti->Metodologie->C1/C2/C3
.
ove C, c rappresentano i contenuti (prima e dopo la "cura") della materia che ha
suggerito il metodo "M"; Cl, C2, C3, gli ulteriori contenuti di
materie diverse, su cui il metodo è di fatto ricaduto, consentendo un beneficio
"multiplo' di regola molto efficace. E' chiaro che, quando questo accade, il metodo
stesso acquista una valenza trans-disciphnare e, come tale, si avvicina forse un po' più
alla pedagogia classica. Penso però che si debba considerare ancora specifico della RMD,
in quanto nato dalla conoscenza di una particolare disciplina, approfondita nei suoi
dettagli specialistici."
Filippo Ciampolini