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Noi canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche....


      

Giacomo
Balla, 
Lampada ad arco , 1909-1911



La seduzione della luce artificiale che si diffonde nello spazio notturno della città basta da sola a costruire una ragione di ricerca per i Futuristi.. Essi studiano scientificamente come le particelle di colore-luce invadano i volumi di iridescenti prismi luminosi. La tecnica è ancora quella divisionistica: colori puri primari e secondari, accostati secondo la legge del completamento congenito. La concreta sostanza della luce, il suo movimento pervasivo è un'altra componente dell'immaginario della città futurista.

"Fuori dell'atmosfera in cui viviamo noi Futuristi, non esistono che tenebre. Noi Futuristi ascendiamo verso le vette più eccelse e più radiose e ci proclamiamo signori della luce, poiché già beviamo alle fonti vive del sole".

Luigi Russolo,  Solidità della nebbia, 1912


Si tratta di un'altra ricerca futurista dell'immersione dei corpi nello spazio luminoso. Questa volta è la nebbia ad essere penetrata dalla luce che emana da una sorgente iridescente. La nebbia appare un corpo solido, che si fa attraversare a strati dalla luce di una lampada elettrica. Il movimento dei corpuscoli luminosi è studiato con un metodo vagamente analitico di rappresentazione secondo una successione spazio-temporale, che ricorda le ricerche di Giacomo Balla.

Carlo Carrà, La stazione di Milano, 1911

"Noi canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche, le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano...le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio..."

F.T. Marinetti, Manifesto del Futurismo

In quest'immagine la struttura dello spazio diventa più frammentata. L'artista rappresenta un aspetto della vita cittadina attraverso il coinvolgimento nello spazio atmosferico delle tensioni dinamiche. I colori scuri, ravvivati da poche macchie luminose, tendono a fondersi in una visione unica, dove la rappresentazione del dinamismo si muove secondo uno schema di forze centrifughe.

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