S.I.S. Piemonte - Tirocinio osservativo

La modalità dell'ascolto
( rilievi di carattere generale )

Ascoltare significa prestare attenzione a ciò che qualcuno dice e cercare di capire quanto ci dice.
Non sempre, però, sappiamo veramente ascoltare.  Le cause possono essere di diverso tipo:

-
dipendono da chi parla, che si esprime in un modo difficile o contorto, o dice cose che non hanno per noi alcun interesse.  Succede così che ben presto non ci preoccupiamo più di seguire il discorso, mettendoci a pensare ad altro
-
dipendono da chi ascolta, che non sa assumere un atteggiamento corretto nei confronti del discorso che viene proposto.  La buona riuscita dell'ascolto è spesso ostacolata dal fatto che ci lasciamo facilmente disorientare da altri pensieri. Perdiamo allora di vista la prospettiva entro la quale si snoda l'esposizione, e ci riesce difficile, poi, rimetterci “in modalità di ascolto attivo”. Non meno spesso, si verifica che non sappiamo bene a che cosa ci serva ascoltare perché non ci siamo posti, all'inizio, domande di questo genere: «Di che cosa tratterà questo discorso?», «Che utilità avrà per me?».
Insomma, non ci siamo chiariti lo scopo per cui vale la pena di  ascoltare.  E, quando facciamo una cosa senza uno scopo, è fatale che non la facciamo bene.


Ciò che si deve fare prima ancora di ascoltare

Per ascoltare in modo efficace un discorso, e in particolare un discorso di un certo impegno, è necessario:

1.
 che cerchiamo di farci un'idea sin dall'inizio degli argomenti di cui tratterà il discorso.  Sarà un resoconto di fatti che sono avvenuti?  Una lezione sulla vita politica ad Atene?  La presentazione di un progetto su cui esprimere un giudizio?  La nostra idea non potrà che essere generica, ovviamente, dal momento che scopriremo con precisione che cosa ci viene detto solo nel momento in cui ci verrà detto.  Tuttavia, possiamo ricavare indicazioni orientative:
a)
dalle circostanze in cui il discorso viene pronunciato: a scuola, al telegiornale alla inaugurazione di una mostra.. );
b)
dalla persona che parla (un professore, un giornalista, un uomo politico ...)

c) dalle prime battute del discorso, in cui vengono presentati di solito gli argomenti che ci si propone di svolgere.
Considerando questi elementi, potremo capire in via di massima qual è il genere di argomenti che verrà trattato: ci «prepariamo», in questo modo, ad ascoltare;


2. che ci chiariamo la ragione per cui ascoltiamo
, ossia lo scopo che dà un senso al nostro ascolto.

Gli scopi possono variare a seconda delle circostanze.  Possiamo ascoltare, ad es.
a) per venire a conoscenza di notizie che non ci sono note (come    quando seguiamo il telegiornale);
b) per imparare (come avviene in genere a scuola);
c)
 
per sapere che cosa ne pensa una persona di certi fatti o problemi (come quando ascoltiamo un dibattito);
d)
 
per essere in grado, dopo aver ascoltato, di fare qualcosa (come quando dobbiamo eseguire un esercizio in base alle spiegazioni che ci dà l'insegnante ). Il discorso avrà una modalità prevalentemente regolativa.

Una volta che ci è chiaro perché ascoltiamo, ci sarà più facile prestare attenzione cercando di cogliere via via ciò che ci interessa.  Se ascoltiamo per essere informati di qualcosa, cercheremo di cogliere soprattutto fatti e notizie.  Se ascoltiamo per sapere che cosa pensa o propone una persona, baderemo a tutto ciò che può rivelarci il suo punto di vista.  Se ascoltiamo per imparare a eseguire operazioni, cercheremo di fissare le operazioni e i procedimenti.

Che cosa si deve fare durante l'ascolto

La fase dell'ascolto è, ovviamente, la più complessa, quella che richiede il maggior impegno sotto un profilo cognitivo. Infatti la nostra mente è impegnata contemporaneamente nel memorizzare ( cercare di catturare e ritenere nella memoria di lavoro ) nuovi dati ed informazioni, riconfigurandoli ed  inserendoli all'interno delle mappe mentali e delle aree di significato già in nostro possesso. In particolare, mentre si ascolta bisogna:

1.
 Prestare la massima attenzione, per poter recuperare in ogni momento lo sviluppo argomentativo del discorso ed essere in grado di seguire "attivamente" la trattazione della tematica in oggetto.

2.
 Mantenere un comportamento corretto ( di ascolto interiormente attivo ), in modo da non disturbare né chi parla né gli altri che ascoltano. Il rilievo non è solo di opportunità, ma riguarda lo sforzo di tenere a freno le osservazioni verbali, i commenti, le richieste di chiarimenti... che, spontaneamente, potrebbero nascere nel momento in cui si sviluppa l'argomentazione di chi parla.

3.
Mirare a comprendere nella sua vera essenza ciò che si sta ascoltandoQuesto significa non soltanto sforzarsi di intuire il senso generale di ciò che si ascolta, ma anche di:
-
  identificare lo scopo reale dell'emittente, per capire, per esempio, se il testo che si ascolta è un testo informativo o un testo regolativo,  un testo persuasivo o argomentativo. Quindi, per sapere con quale disponibilità e modalità mentale porsi di fronte all'ascolto·      
individuare gli snodi logici del discorso, la sua interna articolazione e segmentazione in parti. Ogni discorso è un progetto di rielaborazione personale delle informazioni, che lascia intuire la sua struttura interna: essenzialmente narrativa, descrittiva, procedurale, argomentativa, regolativa, valutativa........

selezionare mentalmente le informazioni, le nozioni e i concetti che vengono proposti, in modo da distinguere il rilievo preponderante di quelli principali rispetto a quelli secondari 

- distinguere, nella trattazione dell'argomento, le informazioni e i concetti oggettivi ( dati fattuali ) dalle riflessioni, dai giudizi e dalle opinioni personali dell'emittente.

4.  Prendere appunti.  Questa operazione è fondamentale sia per aumentare la capacità di seguire la trattazione dell'argomento, sia per fissare la segmentazione del discorso nei i suoi punti essenziali, nei suoi rapporti di causa ed effetto, sia per favorire la memorizzazione di ciò che si sta ascoltando. La modalità del prendere appunti è molto complessa ed impegnativa ( se ben attuata ); essa prevede una grande varietà di tecniche di stesura degli appunti più o meno adeguate a seconda dei compiti di sintesi del discorso. Inoltre prendere appunti è attività che implica un forte carico cognitivo nell'attivare costantemente la memoria di lavoro ( a breve termine ) ad interagire con l'informazione, processandola in tempo reale e riconfigurandola linguisticamente in forma sintetica

 

Dopo aver ascoltato

Dopo l'ascolto, bisogna fare in modo di trasformare quanto di interessante e di importante si è ascoltato in una acquisizione personale duratura, fissando cioè nella memoria i dati, le informazioni, i concetti o le istruzioni che si sono apprese.  Per fare ciò, bisogna:

1. Riflettere su ciò che si è ascoltatoIn pratica, si deve:
·
  verificare se si è colto il significato complessivo di ciò che si è ascoltato, cioè se si ha ben chiaro lo sviluppo del discorso nel suo insieme e se si sono capiti bene i suoi contenuti generali;
·
  verificare se si è maturata un'opinione personale su ciò che si è ascoltato e sulla finalità-intenzionalità della comunicazione.

2. Valutare se ciò che si è ascoltato ha soddisfatto il bisogno, la domanda o l'esigenza per cui ci si è messi ad ascoltare il testo e ci ha in qualche modo arricchiti di informazioni, conoscenze, concetti o idee nuove

3. Rivedere e riordinare gli appunti eventualmente presi.

I compiti di ascolto attivo e consapevole vanno naturalmente ripensati alla luce della pratica del tirocinio osservativo ed in particolare in rapporto alla realizzazione dell'evento didattico. Occorre pertanto riflettere più specificatamente sulle varie tipologie di situazioni comunicative, all'interno delle quali andranno precisati ruoli, forme di interazione, codici, registri verbali, contesti ambientali e strategie d'azione.

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