Discipline nomotetiche ed idiografiche


Una prima definizione

Nel momento di proporre la modellizzazione di un'unità di insegnamento ed apprendimento dobbiamo tenere presente la distinzione tra discipline idiografiche e nomotetiche ( o nomologiche ) . Si contrappone ( ma spesso pure si intreccia  ) un approccio cosiddetto idiografico (in cui l'oggetto di studio è unico [ idios = particolare ], irripetibile, come nelle scienze umane) ad uno nomotetico ( in cui è possibile formulare leggi generalizzabili [ nomos = legge ], come nelle scienze naturali).

Le discipline nomotetiche sono eminentemente normative, concettuali, formalizzatrici, definitorie di leggi e categorie scientifiche; traggono dall'esperienza una serie di dati verificabili e confrontabili quantitativamente al fine di approdare a leggi certe e convergenti, tali da operare una semplificazione delle singole variazioni di stato dei fenomeni. Oppure tali da poter misurare e regolare matematicamente le variabili di processo. Tutte le discipline si avvalgono di procedimenti in qualche misura quantitativi e quindi nomologici ( teorie verificabili sperimentalmente, poi codificate in apporti conoscitivi condivisi ).

Le discipline idiografiche sono eminentemente interpretative, narrative, rivolte alla ridefinizione continua di caratteri e peculiarità dei fenomeni studiati o delle realtà rappresentate, storicizzanti, capaci di riflettere su rapporti e relazioni di carattere spazio-temporale ma anche di tipo analogico, sulle similarità e sulle differenze di piccoli particolari, e sui sempre possibili apporti  di carattere critico, legati all'originale contributo del singolo studioso. E' la particolarità dell'ambito di conoscenza che si vuole preservare, sotto forma di specificazione, di peculiare contestualità spazio-temporale.

Alcuni esempi di ibridazione di logiche conoscitive

Nel settore delle organizzazioni e degli studi organizzativi come in quello della psicologia della personalità e della psichiatria fenomenologica, si va profilando dagli anni '50 un nuovo approccio, moderno ed interdisciplinare, che tende ad integrare più ambiti di saperi.

Si fa riferimento nel primo caso ora a discipline di tipo prescrittivo ( economia, logica formale ...) ora a saperi di tipo descrittivo ( sociologia, psicologia, antropologia .... ) con filoni decisionali, situazionali, etnometodologici, di learning organization e di reengineering.

Nel secondo ambito gli studi sulla personalità stanno all'incrocio di almeno quattro aree di indagine psicologica: la psicologia generale, la psicologia sociale, la psicometria ( assessment ), la psicologia dinamica. Quello che tradizionalmente era terreno di indagine per filosofia, religione, diritto, psichiatria, saperi in buona misura interpretativi, diviene via via terreno per studi più integrati che prevedono l'impiego di quantificazioni e teorie sistemiche. Storicamente sono emersi tre modelli concettuali che si sono di volta in volta sostituiti l'uno all'altro: quello di tipo meccanicistico, quello teleologico ed il terzo, il più attuale, di impostazione sistemica. Nel primo prevale l'accento sulle cause pregresse del comportamento; nel secondo quello sugli obiettivi che il comportamento si propone; nel terzo ( che vuole essere una sintesi degli altri due ) quello dell'uomo come sistema ad autoregolazione che interagisce inevitabilmente con tutti gli altri sistemi coi quali entra in contatto ( biologici, individuali, sociali ), in connessione con i relativi concetti basali di: tempo, trasformazione, emergenza, interazione, crisi, continuità, stabilità, coerenza.

In questo secondo esempio si legge nettamente il passaggio dalla fruizione di teorie e metodi di indagine deduttivamente accettati, all'individuazione di categorie di analisi, di prospettive di indagine variamente focalizzate alla luce dell'interscambio di variabili, sempre più esattamente quantificabili e gestibili, attraverso l'impiego di modelli interpretativi, simulativi e previsionali.

Se prendiamo infine in esame lo studio della storia a carattere strutturale ( siamo decisamente sul piano delle scelte epistemologiche ), possiamo notare il tentativo degli studiosi di assumere alcuni comportamenti propri delle discipline nomotetiche. Confrontando il grafo noteremo come ci si sposti costantemente dal piano della pura narratività degli eventi verso la creazione di modelli interpretativi relativamente stabili, di carattere storiografico, che tentano di normare, attraverso alcune categorizzazioni areali ( socio-economiche, geo-ambientali, giuridico-istituzionali, antropologico-culturali... )  la variabilità e l'intreccio di eventi e fenomeni.
 

 


Implicazioni nella progettualità didattica

Più in generale all'interno della progettualità didattica ed in particolare della fase preliminare, che riguarda l'analisi dei contenuti disciplinari e delle mediazioni metodologiche, necessarie in interventi caratterizzati dal trattamento di contenuti pluridisciplinari, si deve tener conto dei seguenti parametri:

  • L'analisi disciplinare deve tener conto dell'omogeneità strutturale relativa all'organizzazione dei contenuti ed alle modalità cognitive del soggetto in condizione di apprendimento

  • La probabile forma di rappresentazione interna ( mentale ) delle conoscenze ( apporti delle scienze cognitive, stili cognitivi.. ) con la necessità di una loro modellizzazione e preventiva organizzazione in schemi anticipatori: impiego di mappe concettuali e cognitive  ( Ausubel, Novak, Gowin )

  • La creazione di modelli simbolici e di rappresentazioni analogiche e formali, come strumenti per facilitare l'organizzazione interna dei dati

  • Le chiara definizione delle peculiarità delle discipline nomotetiche e di quelle idiografiche e dei loro possibili intrecci.

  • Il livello di situazionalità dei fenomeni affrontati, con la possibilità di affiancare una simulazione esperienziale per gli aspetti troppo astratti e concettualizzati

  • La necessaria categorizzazione delle variabili, per approdare ad una corretta concettualizzazione, contestualizzazione, formalizzazione, ed eventuale attualizzazione del problema

  • Per le discipline interpretative, la proposta è quella di creare modelli analogico-rappresentativi.

  • Per le discipline eminentemente nomotetiche e formalizzanti ( matematica ) è necessario un rimando alla situazionalità ed alla conseguente rappresentazione simbolica e figurale ( variabili spaziali e geometriche ).

  • E' importante in generale alternare narratività e rappresentazione alla modellizzazione-formalizzazione.

 

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