Montale, La bufera ed altro

Picasso, Guernica, 1937


La Bufera

Les princes n'ont point d'yeux pour voir grand's merveilles, leurs mains ne servent plus qu'à nous persécuter....
Agrippa d'Aubigné, A Dieu

La bufera che sgronda sulle foglie
dure della magnolia i lunghi tuoni
marzolini e la grandine,


(i suoni di cristallo nel tuo nido
notturno ti sorprendono, dell'oro
che s'è spento sui mogani, sul taglio
dei libri rilegati, brucia ancora
una grana di zucchero nel guscio
delle tue palpebre)

il lampo che candisce
alberi e muro e li sorprende in quella
eternità d'istante - marmo manna
e distruzione - ch'entro te scolpita
porti per tua condanna e che ti lega
più che l'amore a me, strana sorella, -

e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere
dei tamburelli sulla fossa fuia,
lo scalpicciare del fandango, e sopra
qualche gesto che annaspa...

Come quando
ti rivolgesti e con la mano, sgombra
la fronte dalla nube dei capelli,

mi salutasti - per entrar nel buio.


La Bufera ( la guerra )

I principi non hanno occhi per vedere queste grandi meraviglie, le loro mani non servono che a perseguitarci
Agrippa d'Aubigné ( 1552 - 1630 )
 

La bufera diventa metafora della guerra; le si attribuisce tutta la violenza della pioggia e della grandine che colpisce violentemente le foglie dure della magnolia.
 

( la grandine crea un suono di cristallo percosso - è l'eco della guerra che scoppia improvvisa - e sorprende Clizia nel suo nido sicuro in America, dove può non temere le persecuzioni razziali - un barlume luminoso si spegne sui mobili dell'interno, sulle coste dei libri rilegati....appare un rapido baleno che si ritrae ma pare anche persistere nei tuoi occhi, come grana di zucchero che brucia )

il lampo che proietta la sua luce bianca illumina alberi, muri e li sorprende in un chiarore che sembra contrassegnarli per l'eternità - freddo, dolce e vivificante, distruttivo - ...diventa in te, Clizia, luce salvifica, anche  condanna nel tempo del sacrificio, che ti lega a me più che l'amore, in uno strana fraterna rivelazione e condivisione nella negatività del vivere.

e poi lo schianto violento, sordo, i sistri, il fremere dei tamburelli sulla fossa sterminatrice, il muoversi del passo di danza dai toni trionfali, mentre qualcuno cerca di scampare allo sterminio......

Proprio come quando tu, Clizia,
cercasti di scampare alla persecuzione e con la mano, sgombrata la fronte dalla frangia dei capelli,

mi salutasti, nell'addio, per entrare nello spazio buio della memoria.
 


La poesia vive di una sua complessa trama di rimandi analogici, che ci permettono di cogliere la specificità con la quale il poeta rivive poeticamente l'evento bellico.

 "La bufera è quella guerra dopo quella dittatura...; ma è anche guerra cosmica, di sempre e di tutti ". Come al solito Montale risolve in significati esistenziali e metafisici anche gli eventi oggettivi, come, in questo caso, il secondo conflitto mondiale e la persecuzione antisemita. Per riproporre l'intensità del duplice scacco storico ed esistenziale ( il devastante scoppio del conflitto e l'allontanamento definitivo di Irma Brandeis, Clizia, la donna - angelo portatrice di salvezza ) il poeta sceglie, come al solito, alcuni correlativi oggettivi.
Una serie di immagini ha il compito di ricostruire, in una penetrante successione di significanti, la contraddittorietà del reale, che si manifesta ora con la violenta intensità di una bufera, ora con la luce sorprendente di un lampo. Quest'ultimo è capace di connotare gli oggetti in modo ambiguo e straniato, tanto da evidenziare nell'eternità di un istante la condanna dell'uomo alla sua dolorosa necessaria sofferenza.

  • Dapprima c'é la facile analogia bufera=guerra emblematizzata dallo sgrondare violento sulle foglie della magnolia di pioggia e grandine crepitante, come rumore di cristalli infranti. Irma / Clizia, la donna-angelo, fuggita in America per salvarsi dalle persecuzioni razziali è sorpresa nel suo interno dagli echi della bufera e il suo sguardo sembra trattenere l'effetto di una luce che persiste, simbolo per il poeta di una presenza  che continua enigmaticamente a riproporsi, come lontano ma tangibile effetto quando una nuova minaccia - la guerra appunto - incombe sull'uomo.
     

  • C'è poi la luce del lampo che candisce alberi e muri, imbianca di luce indifferente, freddamente stabile, ma anche dolce ed evanescente come manna eppure devastante per la distruzione che accompagna. Questo correlativo ha una profondità straordinaria proprio nella sua interna contraddittorietà. Il lampo è sì devastante come i bagliori di guerra, ma acquista anche una sua positività perché è luce di potenziale salvezza, incarnata da Irma / Clizia. Questa luce non è tuttavia operante; è simbolo piuttosto di dolore, sofferenza ( condanna ) comune che connota l'esistenza di tutti gli uomini e che rende per Montale strana sorella di condivisione negativa della vita proprio Clizia . Questo legame di negatività, di estraneità connota tutti gli esseri umani ed è quello che lega più profondamente il poeta alla donna.  Esso è più forte che non il rapporto d'amore.
     

  • Dopo la pregnanza dei correlativi visivi ecco le metafore a prevalente valenza uditiva: la bufera come schianto, come metallico ondeggiare di funerei sistri - eco pascoliano de "L'assiuolo" - il ritmo dei tamburelli sulla fossa di morte, le movenze rumorose del fandango,  trionfante marciare degli eserciti in parate e scenari di guerra.....ma anche  gesto disperato di chi annaspa per sfuggire ai massacri.
     

  • Ed è proprio questa l'ultima analogia concettuale. Il gesto di chi annaspa per salvarsi è  il gesto dell'ultimo definitivo saluto di Clizia, che si allontana per sempre dalla vita del poeta. E' un addio irrevocabile ed assoluto, che sanziona una definitiva assenza, la privazione di ogni  speranza di salvezza futura per l'uomo Montale. Il gesto d'addio è preceduto e segnato da un atto lieve e quasi sacrale: quello di allontanare dalla fronte la nube dei capelli. Clizia diventa dea o angelo salvatore, che tuttavia manca al suo compito e diviene vittima anch'essa di una negatività oggettiva, assunta - proprio attraverso la realtà della guerra - come legge storica oltre che esistenziale.

MODULI ITALIANO CLASSE 5^, DOCUMENTI