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Evoluzione del fenomeno aziendale in  provincia

La coltivazione del riso, come è noto, è stata introdotta nel vercellese dal Medioevo, tuttavia sia per la scarsità di canali di irrigazione, sia per il nocivo impatto sulla salute della popolazione, l’estensione delle terre coltivate a riso era decisamente ridotta rispetto all’attuale e la produzione di riso si alternava spesso ad altre colture (grano, mais, lino, prato).
La quantificazione esatta delle terre coltivate a riso non è semplice poiché nei secoli i catasti hanno aggiunto o eliminato Comuni e neppure i dati provinciali di questo secolo sono immediatamente comparabili in quanto fino al 1926  la nostra zona faceva parte della provincia di Novara e negli anni ’90 alcuni comuni produttori di riso sono passati alla nuova provincia di Biella.

Il Pugliesi  nei suoi studi sull’agricoltura nel Vercellese ha per primo proposto un confronto tra superfici coltivate a risaia nel 1710 e nel 1809 rendendo omogenei i dati di due diversi Catasti; come si nota dalla tabella 1  le risaie in un secolo sono aumentate, non solo andando ad occupare terre precedentemente incolte, ma anche sottraendo spazio ad altre colture asciutte che sono scese così al 70% del totale. Le cause di questa espansione sono probabilmente riconducibili

  • ad una sottostima delle superfici coltivate a riso dichiarate nel censimento del 1710 a causa di severe e proibitive leggi emanate dal Governo Piemontese per limitare il diffondersi della malaria

  • ad un effettivo aumento delle risaie durante il Governo Francese che, non conoscendo a fondo tale coltivazione, fece cessare le norme restrittive

 

Tabella 1  -  Superfici coltivate a riso quantificate da Pugliesi

ANNO

Superfici coltivate a risaia (ettari)

Percentuale su altre colture

Totale superfici coltivate (ettari)

1710

6.851

9,2

85.950

1809

29.909

30

112.96

Fonte: “La risicoltura e la malaria nelle zone risicole d’Italia”
 

Durante la prima metà del secolo scorso e fino al 1860 le superfici coltivate diminuirono lievemente perché trascurate durante le guerre di Indipendenza, mentre la costruzione del Canale Cavour nel 1866 diede un nuovo impulso alla coltivazione irrigua del Vercellese. Al riguardo riportiamo nella tabella 2 alcuni dati dell’Associazione d’irrigazione Ovest Sesia relativi solo ai principali distretti del medio e basso Vercellese (quindi dati non comparabili con la precedente tabella); il dato interessante è l’aumento percentuale delle superfici coltivate a riso che giunsero ad occupare più del 70% delle superfici irrigate dal canale.

Tabella 2 – Superfici coltivate a riso  nel medio e basso Vercellese dopo la costruzione del Canale Cavour
 

ANNO

Superfici coltivate a riso (ettari)

Percentuale su superfici irrigate

1878

12.160

51,0

1884

8.004

58,6

1901

10.060

71,0

1924

14.128

68,7


Nel ventesimo secolo l’istituzione della provincia di Vercelli nel 1927 ha definito con esattezza le superfici, rendendole comparabili, ed inoltre la creazione dell’Ente Nazionale Risi nel 1931 ha permesso una sistematica raccolta di dati da cui abbiamo elaborato la seguente tabella 3 relativa sia all’estensione delle superfici coltivate, sia al numero di aziende dedite alla coltivazione del riso.
Si precisa che

  • i dati del 2003 riguardano un’area più ristretta perché alcuni comuni sono passati alla provincia di Biella

  • nelle nostre elaborazione abbiamo optato per escludere la frazione di Pizzarrosto (facente parte del comune di Palestro
    e quindi della provincia di Pavia) per alcuni anni compreso nelle cifre pubblicate dall’Ente Risi.

 

Tabella 3 – Superfici coltivate a riso ed aziende agricole Vercellesi nel XX secolo
 

EVOLUZIONE DELLE AZIENDE AGRICOLE DELLA PROVINCIA DI VERCELLI  PER CLASSI DI AMPIEZZA  (in ha)
 

ANNO

da   0,01 a  3

da  3,01 a  10

da 10,01 a  25

da  25,01 a 50

Da  50,01 a  100

più di  100

TOTALE

 

Nr.

Ha

Nr.

Ha

Nr.

Ha

Nr.

Ha

Nr.

Ha

Nr.

Ha

Nr.

Ha
 

1939

5586
 

6312

2093

11679

581

8893

263

9152

146

10062

57

8179

8726

54277

1952

6058
 

6755

2275

12494

714

10876

288

10045

162

11278

70

10445

9567

61893

1971

3080
 

3912

1324

7494

886

13998

409

14450

181

13003

100

15151

5980

68008

1988

758
 

1243

564

3329

672

11272

487

17132

289

19102

100

16079

2860

68157

2003

42
 

76

132

862

237

4060

357

13218

345

24632

172

27063

1285

69911


Gli anni analizzati sono stati:

  • il 1939 perché riflette la situazione precedente la seconda guerra mondiale,

  • il 1952 perché descrive la situazione immediatamente successiva alla ricostruzione post-bellica,

  • il 1971 perché indicativo di un momento successivo all’esodo dalle campagne e all’introduzione della meccanizzazione in tutte le fasi della coltivazione del riso,

  • il 1988 perché influenzato da diversi anni di politiche agricole comunitarie riguardanti il riso,

  • il 2003  per descrivere la situazione attuale.

I dati della tabella mostrano chiaramente che le superfici coltivate (in ettari) sono cresciute in modo via via decrescente; l’incremento più consistente si è avuto tra il ’39 ed il ’52, mentre dal ’71 ad oggi la crescita è minima e, come illustrato dal grafico 1, non costante.
A fronte di un trend positivo nelle superfici coltivate il numero di aziende dal ’52 in avanti si è drasticamente ridotto, tanto che oggi sono meno del 15% rispetto al ’52. Disaggregando il dato complessivo ed osservando il numero di aziende suddivise per  classi di ampiezza il fenomeno risulta più articolato: il calo ha coinvolto solo le aziende più piccole ed in modo inversamente proporzionale alla superficie; le aziende marginali sono diminuite del 99,3% rispetto al ‘52, mentre quelle appena più grandi (3 – 10 ettari) sono diminuite del 95% , quelle comprese tra 10 e 25 ettari sono scese del 67%. Passando alle classi d’ampiezza successive inizia invece un aumento del numero di aziende risicole via via più consistente con l’aumentare della dimensione (le aziende da 50 a 100 ettari sono raddoppiate, quelle maggiori ai 100 ettari sono più che triplicate).

 L’Ente Risi ha elaborato alcuni grafici - che qui riportiamo - relativi al periodo 1982 – 2002 che meglio illustrano quanto già sopra evidenziato; in particolare il grafico 1 mostra:

  • superfici coltivate con andamento oscillatorio intorno ai 69.000 – 70.000 ettari

  • riduzione sistematica nel numero delle aziende dedite alla coltivazione del riso
     

GRAFICO 1 – VARIAZIONI NEL NUMERO E NELLA SUPERFICIE DELLE AZIENDE DAL 1982 AL 2002  - FONTE: ENTE RISI
 


 

Il grafico 2 evidenzia invece il consistente calo delle aziende più piccole e l’aumento della aziende di più grande dimensione; i motivi del fenomeno possono essere ricondotti a

  • una politica agricola comunitaria estremamente protettiva che ha diffuso un clima di sicurezza in cui i risicoltori hanno fatto nuovi investimenti descritti nei due punti successivi

  • razionalizzazione delle risaie, con livellamento dei terreni, scomparsa dei piccoli appezzamenti ed acquisizione di risaie confinanti per creare risaie di dimensione maggiore atte all’uso dei mezzi agricoli meccanici

  • meccanizzazione di tutte le fasi di coltivazione, che ha creato economie di scale ed aumentato la dimensione ottimale di un’azienda agricola; ora, per ammortizzare correttamente mietitrebbia, trattori, ecc la superficie coltivata deve essere superiore ai 50 ettari
     

GRAFICO 2 – DETTAGLIO RELATIVO ALLA VARIAZIONE DI AZIENDE RISICOLE SUDDIVISE PER CLASSI DI AMPIEZZA   .   FONTE: ENTE RISI

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