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Le catalogazioni degli anni '50
Le origini della biblioteca - La nuova biblioteca

 La catalogazione Magrassi degli anni Cinquanta.    

Dopo il periodo nero della guerra solo nei primi anni Cinquanta, alla ripresa della normalità nella vita scolastica, la biblioteca dell'Istituto registra una svolta fondamentale sia per l'incremento del patrimonio sia per il lavoro di riordino, sia per un'apertura più dinamica dei prestiti ad allievi e docenti. Ciò si deve a Piero Magrassi e alla collaborazione di Guglielmo Ivaldi, nel 1951 dipendente comunale presso l'Istituto. In un suo articolo («La Sesia», 1970, in occasione dell'incarico di presidenza di Magrassi all'IPSIA) - confermato dalla testimonianza di Maria Pia Magrassi - Ivaldi precisa che Umberto Martinetti, il preside subentrato nel 1953 a Scafile, operò un radicale cambiamento dell'Istituto: il pretesto era per il centenario, che cadeva nel 1954. Chiesto un finanziamento al ministero creò ex-novo la biblioteca, incaricando del suo ripristino Piero Magrassi, all’epoca vicepreside, e lo stesso Ivaldi. Nacque un nuovo schedario e un sistema moderno distributivo dei volumi agli insegnanti e agli alunni. Fu utilizzato un bollettario per i prestiti: l’entità del patrimonio crebbe e soprattutto fu arricchito il patrimonio di letteratura moderna italiana e straniera.
Dell'imponente lavoro realizzato da Magrassi rimangono tracce sia nella gran quantità di acquisti indubitabilmente dell'epoca, sia nella impostazione di una biblioteca “centrale” di carattere “umanistico” che ha continuato su quella scia per oltre un trentennio. Inoltre il sistema dei prestiti studiato ed organizzato con criteri d’avanguardia per quei tempi fruttò per l’idea assolutamente moderna di Magrassi di dislocare in biblioteca Ivaldi per un certo numero di ore, convinto com’era che una biblioteca debba garantire un servizio e un bibliotecario stabile.

Dai primi anni ’70 alla metà degli anni ’80 si continuò sulla scia dell’attività descritta, ma la biblioteca attraversò una fase di stallo, terminato con la dinamica ripresa delle attività a cominciare dal 1884-85 essendosi reso necessario il trasferimento delle collezioni dal locale del primo piano ai due più grandi e idonei del pianterreno, modernamente attrezzati. 
 

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