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Il gran Canale Cavour e
 la precedente situazione irrigua piemontese

Quanti uomini stanno sulle rive dei fiumi inebrianti
e non sanno godere del gioco
seducente di quelle onde infinite !

( Novalis )


Il Canale Cavour al casello Restituzione presso Santhià


 
Edificio di derivazione del Po a Chivasso (prospetto a valle)


Edificio di derivazione dal Po a Chivasso ( prospetto a valle )


Per comprendere la reale portata della costruzione di questa imponente via d’acqua sarà necessario analizzare alcuni aspetti dell'idrografia del Vercellese, precedenti la sua realizzazione.  

La precedente situazione irrigua del Piemonte

La storia dei canali irrigatori in Piemonte è assai lunga e ad essi si può far risalire il fondamentale fattore della ricchezza della regione. I primi canali furono scavati nel tardo Medio Evo intorno all’anno 1000, ma solo nel XV secolo si tentò  di costruire una vera e propria rete: il Canale del Rotto, derivato dalla Dora Baltea, fu aperto fin dal 1400 dai Marchesi del Monferrato; il Naviglio di Ivrea fu scavato nel 1468 per volere di Jolanda di Savoia.
 


Naviglio di Ivrea - veduta imbocco


Naviglio di Ivrea - edificio imbocco


 Verso la fine del ‘700 sotto il regno di Carlo Emanuele III e Vittorio Amedeo III vennero aperti il Canale di Cigliano, il Naviletto della Mandria ed il Naviletto di Saluggia, solo per rammentare i più vicini a noi.

L’elenco completo dei “Canali Derivati da Corsi d’Acqua” riportato dalla “Carta delle Irrigazioni Piemontesi” ( Ministero dei Lavori Pubblici – Servizio Idrografico – Ufficio Idrografico del Po; ROMA Provveditorato Generale dello Stato – Libreria – 1930  VIII ) ne comprende ben 137; la notizia documentaria più antica risale al 1220 e riguarda il Canale Moirano di cui, però, “si presume risalga al 1000 dell’Era Volgare”; la Roggia Marchesa, derivata dal Torrente Cervo, non porta data alcuna ma la dicitura recita “antichissimo”.  Il Canale Cavour è tuttavia la realizzazione più matura e complessa tra tutti gli interventi operati dall'uomo sulla rete irrigua del vercellese; proprio per la sua complessità richiede un'analisi particolare.
 


Fonte bibliografica:
- Ministero dei Lavori Pubblici – Servizio Idrografico – Ufficio Idrografico del Po; ROMA Provveditorato Generale dello Stato – Libreria – 1930  VIII
 

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