L. Pirandello - L'identità irrapresentabile del personaggio
Sei personaggi in cerca d'autore ( 1921 )


La vicenda dei sei personaggi non può essere scritta e rappresentata poiché gli strumenti abituali di rappresentazione teatrale sono disadatti a tradurre autenticamente una realtà tanto crudele e psicologicamente oscura. Il copione, i ruoli degli attori la finzione scenica: tutto è troppo convenzionale. Questo dramma può solo essere rivissuto dall'interno dalla coscienza duramente segnata dei personaggi stessi ( idee tragiche di un'esistenza potenzialmente minacciosa per la buona coscienza borghese ). Il modo di rivivere tale vicenda può solo essere quella di un incubo surreale.

 

Parte seconda - Il confronto tra attori e personaggi

I campanelli del teatro avviseranno che la rappresentazione ricomincia.
Dai camerini, dalla porta e anche dalla sala ritorneranno sul palcoscenico gli Attori, il direttore di scena, il Macchinista, il suggeritore, il Trovarobe e, contemporaneamente, dal suo camerino il direttore-Capocomico coi Sei Personaggi.
Spenti i lumi della sala, si rifarà sul palcoscenico la luce di prima.

Il capocomico: Su, su, signori! Ci siamo tutti? Attenzione, attenzione. Si comincia! - Macchinista!
Il macchinista: Eccomi qua!
Il capocomico: Disponga subito la scena della saletta. Basteranno due fiancate e un fondalino con la porta. Subito, mi raccomando!

Il Macchinista correrà subito ad eseguire, e mentre il capocomico s'intenderà col Direttore di scena, col Trovarobe, col Suggeritore e con gli Attori intorno alla rappresentazione imminente, disporrà quel simulacro di scena indicata: due fiancate e un fondalino con la porta, a strisce rosa e oro.

Il capocomico: (al Trovarobe) Lei veda un po' se c'è in magazzino un letto a sedere.
Il trovarobe: Sissignore, c'è quello verde.
La figliastra: No no, che verde! Era giallo, fiorato, di "peluche", molto grande! - Comodissimo.
Il trovarobe: Eh, così non c'è.
Il capocomico: Ma non importa! Metta quello che c'è.
La figliastra: Come non importa? La greppina famosa di Madama Pace!
Il capocomico: Adesso è per provare! La prego, non s'immischi! (Al Direttore di scena): Guardi se c'è una vetrina piuttosto lunga e bassa.
La figliastra: Il tavolino, il tavolino di mogano per la busta cilestrina!
Il direttore di scena: (al Capocomico). C'è quello piccolo, dorato.
Il capocomico: Va bene, prenda quello!
Il padre: Una specchiera.
La figliastra: E il paravento! Un paravento, mi raccomando: se no, come faccio?
Il direttore di scena: Sissignora, paraventi ne abbiamo tanti, non dubiti.
Il capocomico: (alla figliastra) Poi qualche attaccapanni, è vero?
La figliastra: Sì, molti, molti!
Il capocomico: (al Direttore di scena) Veda quanti ce n'è, e li faccia portare.
Il direttore di scena: Sissignore, penso io!

Il direttore di scena correrà anche lui a eseguire: e, mentre il capocomico seguiterà a parlare col Suggeritore e poi coi Personaggi e gli Attori, farà trasportare i mobili indicati dai Servi di scena e li disporrà come crederà più opportuno.

Il capocomico: (al Suggeritore) Lei, intanto, prenda posto. Guardi: questa è la traccia delle scene, atto per atto. (Gli porgerà alcuni fogli di carta). Ma bisogna che ora lei faccia una bravura.
Il segretario: Stenografare?
Il capocomico: (con lieta sorpresa) Ah, benissimo! Conosce la stenografia?
Il segretario: Non saprò suggerire; ma la stenografia...
Il capocomico: Ma allora di bene in meglio! (Rivolgendosi a un Servo di scena): Vada a prendere la carta nel mio camerino. - molta, molta - quanta ne trova!

Il Servo di scena correrà, e ritornerà poco dopo con un bel fascio di carta, che porgerà al Suggeritore.

Il capocomico: (seguitando, al Suggeritore) Segua le scene, man mano che saranno rappresentate, e cerchi di fissare le battute, almeno le più importanti! (Poi, rivolgendosi agli Attori): Sgombrino, signori! Ecco, si mettano da questa parte (indicherà la sinistra) e stiano bene attenti!
La prima attrice: Ma, scusi, noi...
Il capocomico: (prevenendola) Non ci sarà da improvvisare, stia tranquilla!
Il primo attore: E che dobbiamo fare?
Il capocomico: Niente! Stare a sentire e guardare per ora! Avrà ciascuno, poi, la sua parte scritta. Ora si farà così alla meglio, una prova! La faranno loro!

Indicherà i Personaggi.

Il padre: (come cascato dalle nuvole, in mezzo alla confusione del palcoscenico) Noi? Come sarebbe a dire, scusi, una prova?
Il capocomico: Una prova - una prova per loro!

Indicherà gli Attori.

Il padre: Ma se i personaggi siamo noi...
Il capocomico: E va bene: "i personaggi"; ma qua, caro signore, non recitano i personaggi. Qua recitano gli attori. I personaggi stanno lì nel copione (indicherà la buca del Suggeritore) - quando c'è un copione!
Il padre: Appunto! Poiché non c'è e lor signori hanno la fortuna d'averli qua vivi davanti, i personaggi...
Il capocomico: Oh bella! Vorrebbero far tutto da sè? recitare, presentarsi loro davanti al pubblico?
Il padre: Eh già, per come siamo.
Il capocomico: Ah, le assicuro che offrirebbero un bellissimo spettacolo!
Il primo attore: E che ci staremmo a fare nojaltri, qua, allora?
Il capocomico: Non s'immagineranno mica di saper recitare loro! Fanno ridere... (Gli Attori, difatti, rideranno). Ecco, vede, ridono! (Sovvenendosi): Ma già, a proposito! Bisognerà assegnar le parti. Oh, è facile: sono già di per sè assegnate: (alla Seconda Donna): lei signora, la madre. (Al Padre) Bisognerà trovarle un nome.
Il padre: Amalia, signore
Il capocomico: Ma questo è il nome della sua signora. Non vorremo mica chiamarla col suo vero nome!
Il padre: E perché no, scusi? se si chiama così...Ma già, se dev'essere la signora... (Accennerà appena con la mano alla Seconda Donna). Io vedo questa (accennerà alla madre) come Amalia, signore. Ma faccia lei... (Si smarrirà sempre più). Non so più che dirle...Comincio già... non so, a sentir come false, con un altro suono, le mie stesse parole.
Il capocomico: Ma non se ne curi, non se ne curi, quanto a questo! Penseremo noi a trovare il tono giusto! E per il nome, se lei vuole "Amalia", sarà Amalia; o ne troveremo un altro. Per adesso designeremo i personaggi così: (all'Attor Giovane): lei "Il Figlio", (alLa prima attrice): lei, signorina, s'intende, "La figliastra".
La figliastra: (esilarata) Come come? Io, quella lì? (Scoppierà a ridere).
Il capocomico: (irato) Che cos'ha da ridere?
La prima attrice: (indignata) Nessuno ha mai osato ridersi di me! Pretendo che mi si rispetti, o me ne vado!
La figliastra: Ma no, scusi, io non rido di lei.
Il capocomico: (alla figliastra) Dovrebbe sentirsi onorata d'esser rappresentata da...
La prima attrice: (subito, con sdegno) "quella lì!"
La figliastra: Ma non dicevo per lei, creda! dicevo per me, che non mi vedo affatto in lei, ecco. Non so, non...non m'assomiglia per nulla!
Il padre: Già, è questo; veda, signore! La nostra espressione -
Il capocomico: - ma che loro espressione! Credono d'averla in sè, loro, l'espressione? Nient'affatto!
Il padre: Come! Non abbiamo la nostra espressione?
Il capocomico: Nient'affatto! La loro espressione diventa materia qua, a cui dan corpo e figura, voce e gesto gli attori, i quali - per sua norma - han saputo dare espressione a ben più alta materia: dove la loro è così piccola, che se si reggerà sulla scena, il merito, creda pure, sarà tutto dei miei attori.
Il padre: Non oso contraddirla, signore. Ma creda che è una sofferenza orribile per noi che siamo così come ci vede, con questo corpo, con questa figura -
Il capocomico: (troncando, spazientito) - ma si rimedia col trucco, si rimedia col trucco, caro signore, per ciò che riguarda la figura!
Il padre: Già; ma la voce, il gesto -
Il capocomico: - oh, insomma! Qua lei, come lei, non può essere! Qua c'è l'attore che lo rappresenta; e basta!
Il padre: Ho capito, signore. Ma ora forse indovino anche perché il nostro autore, che ci vide vivi così, non volle poi comporci per la scena. Non voglio fare offesa ai suoi attori. Dio me ne guardi! Ma penso che a vedermi adesso rappresentato... non so da chi...
Il primo attore:con alterigia alzandosi e venendogli incontro, seguito dalle gaje giovani Attrici che rideranno). Da me, se non le dispiace.
Il padre: (umile e mellifluo). Onoratissimo, signore. (S'inchinerà). Ecco, penso che, per quanto il signore s'adoperi con tutta la sua volontà e tutta la sua arte ad accogliermi in sè... (Si smarrirà).
Il primo attore: Concluda, concluda.

Risata delle Attrici.

Il padre: Eh, dico, la rappresentazione che farà - anche forzandosi col trucco a somigliarmi... - dico, con quella statura... (tutti gli Attori rideranno) difficilmente potrà essere una rappresentazione di me, com'io realmente sono. Sarà piuttosto - a parte la figura - sarà piuttosto com'egli interpreterà ch'io sia, com'egli mi sentirà - se mi sentirà - e non com'io dentro di me mi sento. E mi pare che di questo, chi sia chiamato a giudicare di noi, dovrebbe tener conto.
Il capocomico: Si dà pensiero dei giudizi della critica adesso? E io che stavo ancora a sentire! Ma lasci che dica, la critica. E noi pensiamo piuttosto a metter su la commedia, se ci riesce! (Staccandosi e guardando in giro): Su, su! È già disposta la scena? (Agli Attori e ai Personaggi): Si levino, si levino d'attorno! Mi lascino vedere. (Discenderà dal palcoscenico). Non perdiamo altro tempo! (Alla figliastra): Le pare che la scena stia bene così?
La figliastra: Mah! io veramente non mi ci ritrovo.
Il capocomico: E dàlli! Non pretenderà che le si edifichi qua, tal quale, quel retrobottega che lei conosce, di Madama Pace! (Al Padre): M'ha detto una saletta a fiorami?
Il padre: Sissignore. Bianca.
Il capocomico: Non è bianca; è a strisce; ma poco importa! Per i mobili, su per giù, mi pare che ci siamo! Quel tavolinetto, lo portino un po' più qua davanti! (I Servi di scena eseguiranno). (Al Trovarobe): Lei provveda intanto una busta, possibilmente cilestrina, e la dia al signore. (Indicherà il padre).
Il trovarobe: Da lettere?
Il capocomico: e Il padre: Da lettere, da lettere.
Il trovarobe: Subito! (Escirà).
Il capocomico: Su, su! La prima scena è della Signorina. (La prima attrice si farà avanti). Ma no, aspetti, lei! dicevo alla Signorina. (Indicherà la figliastra). Lei starà a vedere -
La figliastra: (subito aggiungendo) - come la vivo!
La prima attrice: (risentita) Ma saprò viverla anch'io, non dubiti, appena mi ci metto!
Il capocomico: (con le mani alla testa) Signori miei, non facciamo altre chiacchiere! Dunque, la prima scena è della Signorina con Madama Pace. Oh, (si smarrirà, guardandosi attorno e risalirà sul palcoscenico) e questa Madama Pace?
Il padre: Non è con noi, signore.
Il capocomico: E come si fa?
Il padre: Ma è viva, viva anche lei!
Il capocomico: Già! Ma dov'è?
Il padre: Ecco, mi lasci dire. (Rivolgendosi alle Attrici): Se loro signore mi volessero far la grazia di darmi per un momento i loro cappellini.
Le attrici: (un po' sorprese, un po' ridendo, a coro)
- Che?
- I cappellini?
- Che dice?
- Perché?
- Ah, guarda!
Il capocomico: Che vuol fare coi cappellini delle signore?

Gli Attori rideranno.

Il padre: Oh nulla, posarli per un momento su questi attaccapanni. E qualcuna dovrebbe essere così gentile di levarsi anche il mantello.
Gli attori: (c.s.)
- Anche il mantello?
- E poi?
- Dev'esser matto!
Qualche attrice: (c.s.)
- Ma perché?
- Il mantello soltanto?
Il padre: Per appenderli, un momentino...Mi facciano questa grazia. Vogliono?
Le attrici: (levandosi i cappellini e qualcuna anche il mantello, seguiteranno a ridere, ed andando ad appenderli qua e là agli attaccapanni).
- E perché no?
- Ecco qua!
- Ma badate che è buffo sul serio!
- Dobbiamo metterli in mostra?
Il padre: Ecco, appunto, sissignora: così in mostra!
Il capocomico: Ma si può sapere per che farne?
Il padre: Ecco, signore: forse, preparandole meglio la scena, attratta dagli oggetti stessi del suo commercio, chi sa che non venga tra noi... (Invitando a guardare verso l'uscio in fondo della scena): Guardino! guardino!

L'uscio in fondo s'aprirà e verrà avanti di pochi passi Madama Pace, megera d'enorme grassezza, con una pomposa parrucca di lana color carota e una rosa fiammante da un lato, alla spagnola; tutta ritinta, vestita con goffa eleganza di seta rossa sgargiante, un ventaglio di piume in una mano e l'altra mano levata a sorreggere tra due dita la sigaretta accesa. Subito, all'apparizione, gli Attori e il capocomico schizzeranno via dal palcoscenico con un urlo di spavento, precipitandosi alla scaletta e accenneranno di fuggire per il corridojo. La figliastra, invece, accorrerà a Madama Pace, umile, come davanti a una padrona.>

La figliastra: (accorrendo) Eccola! Eccola!
Il padre: (raggiante)È lei! Lo dicevo io? Eccola qua!
Il capocomico: (vincendo il primo stupore, indignato) Ma che trucchi son questi?
Il primo attore: (quasi contemporaneamente) Ma dove siamo, insomma?
L'attor giovane: (c.s.) Di dove è comparsa quella lì?
L'attrice giovane: (c.s.) La tenevano in serbo!
La prima attrice (c.s.) Questo è un giuoco di bussolotti!
Il padre: (dominando le proteste) Ma scusino! Perché vogliono guastare, in nome d'una verità volgare, di fatto, questo prodigio di una realtà che nasce, evocata, attratta, formata dalla stessa scena, e che ha più diritto di viver qui, che loro; perché assai più vera di loro? Quale attrice fra loro rifarà poi Madama Pace? Ebbene: Madama Pace è quella! Mi concederanno che l'attrice che la rifarà, sarà meno vera di quella - che è lei in persona! Guardino: mia figlia l'ha riconosciuta e le si è subito accostata! Stiano a vedere, stiano a vedere la scena!

Titubanti, il capocomico e gli Attori risaliranno sul palcoscenico.

Ma già la scena tra la figliastra e Madama Pace, durante la protesta degli Attori e la risposta del Padre, sarà cominciata, sottovoce, pianissimo, insomma naturalmente, come non sarebbe possibile farla avvenire su un palcoscenico. Cosicché, quando gli Attori, richiamati dal Padre all'attenzione, si volteranno a guardare, e vedranno Madama Pace che avrà già messo una mano sotto il mento alla figliastra per farle sollevare il capo, sentendola parlare in un modo affatto inintelligibile, resteranno per un momento intenti; poi, subito dopo, delusi.

Il capocomico: Ebbene?
Il primo attore: Ma che dice?
La prima attrice: Così non si sente nulla!
L'attor giovane: Forte! forte!
La figliastra: (lasciando Madama Pace che sorriderà di un impagabile sorriso, e facendosi avanti al crocchio degli Attori). "Forte", già! Che forte? Non son mica cose che si possano dir forte! Le ho potute dir forte io per la sua vergogna, (indicherà il padre) che è la mia vendetta! Ma per Madama è un'altra cosa, signori: c'è la galera!
Il capocomico: Oh bella! Ah, è così? Ma qui bisogna che si facciano sentire, cara lei! Non sentiamo nemmeno noi, sul palcoscenico! Figurarsi quando ci sarà il pubblico in teatro! Bisogna far la scena. E del resto possono ben parlar forte tra loro, perché noi non saremo mica qua, come adesso, a sentire: loro fingono d'esser sole, in una stanza, nel retrobottega, che nessuno le sente.

La figliastra, graziosamente, sorridendo maliziosa, farà più volte cenno di no, col dito.

Il capocomico: Come no?
La figliastra: (sottovoce, misteriosamente). C'è qualcuno che ci sente, signore, se lei (indicherà Madama Pace) parla forte!
Il capocomico: (costernatissimo) Deve forse scappar fuori qualche altro?

Gli Attori accenneranno di scappar di nuovo dal Palcoscenico.

Il padre: No, no, signore. Allude a me. Ci debbo esser io, là dietro quell'uscio, in attesa; e Madama lo sa. Anzi, mi permettano! Vado per esser subito pronto. (Farà per avviarsi).
Il capocomico: (fermandolo) Ma no, aspetti! Qua bisogna rispettare le esigenze del teatro! Prima che lei sia pronto...
La figliastra: (interrompendolo) Ma sì, subito! subito! Mi muojo, le dico, dalla smania di viverla, di vederla questa scena! Se lui vuol esser subito pronto, io sono prontissima!
Il capocomico: (gridando) Ma bisogna che prima venga fuori, ben chiara, la scena tra lei e quella lì. (Indicherà Madama Pace). Lo vuol capire?
La figliastra: Oh Dio mio, signore: m'ha detto quel che lei già sa: che il lavoro della mamma ancora una volta è fatto male, la roba è sciupata; e che bisogna ch'io abbia pazienza, se voglio che ella seguiti ad ajutarci nella nostra miseria.
Madama Pace: (facendosi avanti, con una grand'aria di importanza). Eh ciò, señor; porqué yò nó quero aproveciarme...avantaciarme...
Il capocomico: (quasi atterrito) Come come? Parla così!

Tutti gli Attori scoppieranno a ridere fragorosamente.

La figliastra: (ridendo anche lei) Sì, signore, parla così, mezzo spagnolo e mezzo italiano, in un modo buffissimo!
Madama Pace: Ah, no me par bona crianza che loro ridano de mi, si yò me sfuerzo de hablar, como podo, italiano, señor!
Il capocomico: Ma no! Ma anzi! Parli così! parli così, signora! Effetto sicuro! Non si può dar di meglio anzi, per rompere un po' comicamente la crudezza della situazione. Parli, parli così! Va benissimo!
La figliastra: Benissimo! Come no? Sentirsi fare con un tal linguaggio certe proposte: effetto sicuro, perché par quasi una burla, signore! Ci si mette a ridere a sentirsi dire che c'è un "vièchio señor" che vuole "amusarse con migo" - non è vero, Madama?
Madama Pace: Viejito, ciò! Viejito, linda; ma mejor para ti: ch'i se no te dò gusto, te porta prudencia!
La madre: (insorgendo, tra lo stupore e la costernazione di tutti gli Attori, che non badavano a lei, e che ora balzeranno al grido a trattenerla ridendo, poiché essa avrà intanto strappato a Madama Pace la parrucca e l'avrà buttata a terra). Strega! strega! assassina! La figlia mia!
La figliastra: (accorrendo a trattenere la madre) No, no, mamma, no! per carità!
Il padre: (accorrendo anche lui, contemporaneamente) Stà buona, stà buona! A sedere!
La madre: Ma levatemela davanti, allora!
La figliastra: (al Capocomico accorso anche lui) Non è possibile, non è possibile che la mamma stia qui!
Il padre: (anche lui al Capocomico) Non possono stare insieme! È per questo, vede, quella lì, quando siamo venuti, non era con noi! Stando insieme, capirà, per forza s'anticipa tutto.
Il capocomico: Non importa! Non importa! È per ora come un primo abbozzo! Serve tutto, perché io colga anche così, confusamente, i vari elementi. (Rivolgendosi alla madre e conducendola per farla sedere di nuovo al suo posto): Via, via, signora, sia buona, sia buona: si rimetta a sedere!

Intanto la figliastra, andando di nuovo in mezzo alla scena, si rivolgerà a Madama Pace:

La figliastra: Su, su, dunque, Madama.
Madama Pace: (offesa) Ah no, gracie tante! Yò aquy no fado più nada con tua madre presente.
La figliastra: Ma via, faccia entrate questo "vièchio señor porqué‚ se amusi con migo!". (Voltandosi a tutti imperiosa): Insomma, bisogna farla, questa scena! - Su, avanti! (A Madama Pace): Lei se ne vada!
Madama Pace: Ah, me voj, me voj - me voj seguramente...

Escirà furiosa raccattando la parrucca e guardando fieramente gli Attori che applaudiranno sghignazzando.

La figliastra: (al Padre) E lei faccia l'entrata! Non c'è bisogno che giri! Venga qua! Finga d'essere entrato! Ecco: io me e sto qua a testa bassa - modesta! - E su! Metta fuori la voce! Mi dica con voce nuova, come uno che venga da fuori: "Buon giorno, signorina".
Il capocomico: (sceso già dal palcoscenico). Oh guarda! Ma insomma, dirige lei o dirigo io? (Al Padre che guarderà sospeso e perplesso): Eseguisca, sì: vada là in fondo, senza uscire, e rivenga avanti.

Il padre eseguirà quasi sbigottito. Pallidissimo; ma già investito nella realtà della sua vita creata, sorriderà appressandosi dal fondo, come alieno del dramma che sarà per abbattersi su di lui. Gli Attori si faran subito intenti alla scena che comincia.

Il capocomico: (piano, in fretta, al Suggeritore nella buca). E lei, attento, attento a scrivere, adesso!
 

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