D'Annunzio - L'esteta superuomo, l'imaginifico creatore di forme artistiche, il combattente, ma anche la personalità fragile vittima dei ricordi e attratta dall'idea della morte.
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Affrontare il tema
dell'identità a proposito della personalità e
dell'opera di G.D'Annunzio non è facile. Per questo autore il filtro
letterario è essenziale per proiettare, di momento in
momento, dinamiche e problematiche dell'io ( spesso irrisolte ) in soluzioni
artistiche, in intrecci narrativi, in forme simboliche estremamente
diversificate. La ricchezza della sua produzione, l'eterogeneità dei
generi, la pluralità dei modelli culturali, artistici, filosofici e
letterari che lo hanno ispirato, impediscono di trovare facili parallelismi
esplicativi. Il processo di costruzione del suo corpus narrativo,
poetico e teatrale, non permette di evidenziare un
percorso evolutivo sul piano della sua personalità, una sorta di
stabilizzazione o di definitivo approfondimento di alcune dimensioni
esistenziali, colte come risolutive dei conflitti interiori e delle
contraddizioni del suo io. Esaminando viceversa la cronologia delle sue
opere si nota una sostanziale circolarità di soluzioni e scelte. Si ha
un'oscillazione, una polarizzazione tra stati d'animo,
pulsioni e atteggiamenti vitalistici, tutti mossi da una profonda tensione
dei sensi e sostenuti da una forma artistica alta e preziosa ed
un'altrettanto forte tendenza al ripiegamento, alla
memoria, al rinnegamento della impossibile pienezza di vita, ad una
sostanziale, ricorrente pulsione di morte.
- Sul piano psicologico tuttavia
non avviene mai una sovrapposizione completa ed agevole tra i personaggi dei
romanzi dannunziani ed i loro modelli esistenziali, ideali e culturali.
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Sintesi grafica delle valenze polarizzate della personalità dannunziana.
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- Durante il periodo romano si ha la fase dell’estetismo in cui la vita è intesa come un’opera d’arte. D'Annunzio è’ dilettante di sensazioni; la sua vita è intessuta di avventure amorose e caratterizzata da piaceri raffinati. La sensualità si manifesta spregiudicatamente e si unisce al disprezzo per la morale. A livello artistico Il piacere è il romanzo che testimonia il sostanziale fallimento di questo modello di esistenza. - Stanco della fase della sensualità e dell’insicerità del periodo romano (“Il piacere “ segna un momento di crisi nella psicologia di D’Annunzio ) egli abbandona gli artifici dell’estetismo e si volge ad altri modelli: Dostoevskij e anche Tolstoj. Scrive due romanzi Giovanni Episcopo e L’Innocente in cui si sente l’influsso del romanzo russo. Protagonisti sono due “umiliati ed offesi” dalla vita che per ribellarsi a situazioni avvilenti e per operare una rigenerazione della purezza contaminata ricorrono all’omicidio, scontando poi nel loro animo il rimorso della colpa commessa. E questa una fase di esplicito ripiegamento su personaggi decisamente introversi e sostanzialmente soccombenti alla realtà esterna. perdura l'interesse per psicologie patologiche. - La lettura del filosofo Nietzsche lo avvicina al mito del superuomo, capace di incarnare energia eroica, attivismo, spregiudicatezza morale e forza creativa. I romanzi che si rifanno a questa fase del suo pensiero sono Il trionfo della morte e Le vergini delle rocce. Partecipa alla vita politica nelle file della Destra ( disprezza le masse ed il socialismo , difende la missione imperiale dell’Italia e sogna la ripresa dell’antica grandezza di Roma. Voterà l’intervento nella guerra di Libia e soprattutto sarà interventista convinto nel Primo conflitto mondiale. nel 1919 guiderà l'impresa di Fiume ) - Poema paradisiaco. D’Annunzio vuole recuperare l’innocenza dell’infanzia, ritornando alle cose semplici del passato ed agli affetti famigliari. C’è l’incontro con la vecchia casa e la madre in “Consolazione” che ispirerà la poesia crepuscolare. - Ne Il fuoco abbiamo il poeta-superuomo Stelio Effrena, l'imaginifico, che insieme alla Foscarina (la Duse) sogna di far rinascere l'antico teatro tragico greco, spettacolo totale, insieme di poesia, musica e danza, ispirato all’opera di Wagner. Anche in questo caso la donna abbandona il poeta mentre Venezia è immersa in un’atmosfera decadente. Scrive anche le prime opere teartrali ( La nave, La città morta ) . Anch’esse ripropongono il messaggio del superuomo-eroe della nazione eletta, in quanto viene esaltata la funzione del nuovo spettacolo, capace di rinsaldare la coscienza della stirpe latina. - Inizia la composizione delle Laudi con i primi due libri Maia ed Elettra, anch’esse contrassegnate dal mito superomistico come l'ultimo libro Merope. In Alcyone si ha invece la celebrazione della bellezza panica della natura. E’ la produzione più autentica del poeta, in cui, abbandonati almeno in parte i toni del superuomo crea altissime espressioni poetiche. Alcyone è il poema dell’estate nelle sue tre fasi della nascita, del pieno fervore estivo e del trascolorare nell’autunno.
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A seguito di un incidente di volo, in
condizione di semicecità ad un occhio scrive il
Notturno,
interessante prosa lirica, di memoria, evocativa,
frammentaria e sperimentalistica per la forma espressiva originale.
Questa è una nuova fase di ripiegamento
sull’interiorità e di inquietudine legata al pensiero della morte. |
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"Egli era giunto a compiere in sé
stesso l'intimo connubio dell'arte con la vita
e a ritrovare così nel fondo della sua sostanza una
sorgente perenne di armonie. Egli era giunto a perpetuare nel suo spirito,
senza intervalli, la condizione misteriosa da cui nasce l'opera di bellezza
e a trasformare così ad un tratto in specie ideali tutte le figure
passeggere della sua esistenza volubile. Egli aveva indicato appunto questa
sua conquista quando aveva messo in bocca ad una delle sue persone le
parole: "Io assisteva in me medesimo alla continua genesi di una vita
superiore in cui tutte le apparenze si trasfiguravano come nella virtù di un
magico specchio" |
I miei lauri gettai sotto i tuoi piedi, da Merope
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Non pianger più.
Torna il diletto figlio
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