La memoria come recupero dei vissuti.
La storia come loro codificazione

Ricordare è prerogativa umana, è bisogno istintivo più che compito appreso. La mente si popola di ricordi insieme ai suoi vissuti, senza poterlo impedire, mentre la vita continua a tessere la sua trama incoerente. Ricordare è tentativo di ordinare il passato, di fissare cardini, di isolare valori, facendo storia. Un ricordare educativo, civilmente utile, pubblico, rivolto a recuperare l’esito di sacrifici ed eroismi virtuosi, fino alla loro celebrazione. Intanto memorie inesprimibili, inconfessabili, di cui ignoriamo la forza, modellano l’inconscio, da dove il passato riemerge deviato, deformato, senza contorni, oppure decantato dalla parola, dall’immagine artistica, onirica, visionaria, talora stemperato nella follia. La ricordanza leopardiana come l’emblema mnestico montaliano parlano di un passato rivissuto alla luce della ragione, memoria padroneggiata e riflessa, eppure lacerante per l’assenza di vita. Il ricordo infine può essere involontario, legandosi a oggetti, a situazioni, a sensazioni minute, sorta di tracce della nostra continuità esistenziale, che non sapremmo altrimenti scorgere. Può divenire allora ricerca laboriosa e accurata di un tempo perduto.

 http://www.roberto-crosio.net/1_INTERTESTUALITA/MEMORIA1.htm







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